Probabilmente sarebbe bastato
che l’automedica si fosse parcheggiata di fronte al civico 88 un minuto dopo il
passaggio del pullman. E invece, proprio in contemporanea, l’automedica
inchioda e il funzionario dell’Asl in tuta lunare è già col dito sul citofono.
Dai finestroni del bus, quindici paia di occhi sgranati intessono collegamenti ostinati tra la croce rossa sullo sportello dell’automedica e il civico 88, tra il civico 88 e la croce rossa. Finché la voce occupante il sedile in fondo a destra non sentenzia: “È la figlia di Cosimo ‘o tratturista. Il virus l’ha presa.”
Il tempo per l’autobus di arrivare all’ultima fermata di Giovi, che sono stati allertati proprio tutti: dal conestabile Bentivoglia “senza il qual non si move foglia”, al monumentale Cicciotto, il mastino di Ciccillo ‘o bllillo.
Qualche bene informato racconterà poi che l’abnorme e contestuale traffico telefonico tra l’avvistamento dell’automedica e il fine corsa del bus, abbia shakerato la mente dei mosconi a tal punto da provocarne il suicidio di massa giù dal Piesco.
Sta di fatto che in men che non si dica, tutto l’albero genealogico di Cosimo ‘o tratturista compresa la fronda occupata nei peggiori bar di Caracas, viene concentrato nel girone dell’isolamento e sorvegliato a vista.
La gente, pur di non transitare nei paraggi del civico 88, ha aggiunto una dicitura in più sull’autocertificazione anti covid-19: necessità di giro largo per “focolare” (sigh!) civico 88.
Si vocifera che una pattuglia avrebbe fermato un autoctono il quale, per baipassare il civico 88, sarebbe sceso a Pastena per poi salirsene per sant’Eustachio, fino a rispuntare a Giovi, giusto 10 metri più in là del luogo incriminato. Ebbene, la fonte compulsata giurerebbe e spergiurerebbe che nessuna multa sarebbe stata elevata all’ambizioso compaesano “per intercessione dell’eccellentissimo Bentivoglia”.
È giunta, altresì, voce che un anonimo studente, in una chat collettiva, abbia avuto l’ardire di obiettare: “Vabbè, ma la figlia di Cosimo ‘o tratturista se l’è buscata perché ha lavorato in farmacia, e quindi anche per noi, mica perché se n’è andata a ballare la lap dance?”. È bastato questo: l’adolescente provocatore s’è trovato subito espulso dalla chat del paese e tacciato di aver contagiato, lui sicuramente paziente zero, la malaccorta fanciulla.
E mentre il conestabile Bentivoglia si mostra preoccupato per il “focolare” (e dagli!) che prende sempre più piede nelle nostre contrade, Margherita ‘a Guasta scuote la testa contrariata: “I giovinastri non credono più a niente, spostano la nervatura del Padreterno, e quello che fa? Dà fuoco alle ossa dei vecchi, più credenti e quindi maggiormente attaccabili dal virùs, per appicciare (nel focolare, ndr) la superbia dei guaglioni”.
Così è se vi pare.
Dai finestroni del bus, quindici paia di occhi sgranati intessono collegamenti ostinati tra la croce rossa sullo sportello dell’automedica e il civico 88, tra il civico 88 e la croce rossa. Finché la voce occupante il sedile in fondo a destra non sentenzia: “È la figlia di Cosimo ‘o tratturista. Il virus l’ha presa.”
Il tempo per l’autobus di arrivare all’ultima fermata di Giovi, che sono stati allertati proprio tutti: dal conestabile Bentivoglia “senza il qual non si move foglia”, al monumentale Cicciotto, il mastino di Ciccillo ‘o bllillo.
Qualche bene informato racconterà poi che l’abnorme e contestuale traffico telefonico tra l’avvistamento dell’automedica e il fine corsa del bus, abbia shakerato la mente dei mosconi a tal punto da provocarne il suicidio di massa giù dal Piesco.
Sta di fatto che in men che non si dica, tutto l’albero genealogico di Cosimo ‘o tratturista compresa la fronda occupata nei peggiori bar di Caracas, viene concentrato nel girone dell’isolamento e sorvegliato a vista.
La gente, pur di non transitare nei paraggi del civico 88, ha aggiunto una dicitura in più sull’autocertificazione anti covid-19: necessità di giro largo per “focolare” (sigh!) civico 88.
Si vocifera che una pattuglia avrebbe fermato un autoctono il quale, per baipassare il civico 88, sarebbe sceso a Pastena per poi salirsene per sant’Eustachio, fino a rispuntare a Giovi, giusto 10 metri più in là del luogo incriminato. Ebbene, la fonte compulsata giurerebbe e spergiurerebbe che nessuna multa sarebbe stata elevata all’ambizioso compaesano “per intercessione dell’eccellentissimo Bentivoglia”.
È giunta, altresì, voce che un anonimo studente, in una chat collettiva, abbia avuto l’ardire di obiettare: “Vabbè, ma la figlia di Cosimo ‘o tratturista se l’è buscata perché ha lavorato in farmacia, e quindi anche per noi, mica perché se n’è andata a ballare la lap dance?”. È bastato questo: l’adolescente provocatore s’è trovato subito espulso dalla chat del paese e tacciato di aver contagiato, lui sicuramente paziente zero, la malaccorta fanciulla.
E mentre il conestabile Bentivoglia si mostra preoccupato per il “focolare” (e dagli!) che prende sempre più piede nelle nostre contrade, Margherita ‘a Guasta scuote la testa contrariata: “I giovinastri non credono più a niente, spostano la nervatura del Padreterno, e quello che fa? Dà fuoco alle ossa dei vecchi, più credenti e quindi maggiormente attaccabili dal virùs, per appicciare (nel focolare, ndr) la superbia dei guaglioni”.
Così è se vi pare.