Certo, la
colpa è mia, se la quarantena da Covid-19 dovrò scontarla in un basso di 40 mq,
se convivono con me una mamma demente e una sorella tossica.
Sicuramente
è colpa mia, se l’umidità che stagna sulle pareti mi imputridisce il cuore, se
i vaneggiamenti di mammà non zittiscono il collasso delle vene di Flavia che
elemosinano dannazione.
Senza dubbio
è colpa mia, se quando scoprii che il diploma a pieni voti bastava a legittimare l’acquisto di terreni da
imbottire di munnezza, me ne spogliai inorridito; se quando Amìn ci lasciò la
vita nel solco di pomodori a 11 ore al giorno, denunciai il bastardo e persi il
lavoro.
Ovviamente è
colpa mia, quando avrei voluto iscrivermi all’università, ma papà aveva bisogno
di braccia da sacrificare alle zolle ereditate; quando, quel giorno di maggio,
il cuore di mio padre si fermò appena dopo l’ingente prestito ottenuto dal
cravattaro.
Colpa mia di
sicuro, quando la giustizia del capitale purchessia ci spogliò della nostra
casa che trasudava sangue e rinunce; quando, dopo l’ennesima notte persa nelle
derive del bisogno, Flavia presentò il conto del primo buco.
Indubitabilmente
colpa mia, quando i cortocircuiti dell’esistenza ingolfarono la mente di mammà;
quando la mia Marta, dopo una notte d’amore in cui la sentivo piangere e
gemere, mi disse che no, non ce la faceva più, e che sarebbe andata via per
sempre.
Evidentemente
colpa mia, per aver avuto, per troppo tempo, due soli libri in tutta la casa,
un simulacro di bibbia e un estratto de “Piccole donne crescono”; per aver
dovuto scegliere l’istituto tecnico quando avevo una smania smisurata di
perdermi nelle lettere del Classico.
Colpa mia
tutta la vita, per essere nato da Gioacchino il lustrascarpe e da Annamaria
Pezzella, fu Mariassunta la portinaia e padre ignoto.
Anzi, adesso
che ci penso, incontrovertibilmente colpa mia per essere nato e basta: se non
fossi venuto al mondo, infatti ora, all’ascoltare gli inviti a restare a casa dalle
profondità rassicuranti dell’ennesima villa con giardino, potrei addirittura
sorridere. Forse, sforzandomi al massimo, ce la farei anche a condannare chi proprio
non ne vuole sapere di rimanere tappato in casa, mettendo a repentaglio la
sicurezza di tutti…voi.
Solo e
unicamente colpa mia infine se, nonostante la mia vita strozzata dai fallimenti,
continuo a non ritenermi sfortunato perché…c’è sempre qualche ultimo che è più
ultimo di me.
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