C'è un cadavere abbandonato nel Bioparco, il giardino zoologico della capitale. Ora, detta così la cosa, il ritrovamento sarebbe pur sempre da annoverare nella casistica in cui può incappare un funzionario di polizia. Se però il cadavere è quello di un uomo nudo decollato, la cui testa viene prima mangiata e poi vomitata dall'anaconda del rettilario, per il commissario Giovanni Buonvino si mette davvero male: il funzionario, infatti, è erpetofobico e, in quanto tale, prova un terrore atavico per qualsiasi tipologia di rettile.
Ciononostante, occorre scoprire colpevole e movente. Come sempre.
Le indagini serrate si intrecciano ai preparativi del suo matrimonio con l'agente Veronica Viganò che sarà celebrato in Campidoglio.
Lui solo dopo che la sua Lavinia è andata via con Ludovica; lei altrettanto sola dopo che suo marito, collega, è stato ucciso dalla 'ndrangheta.
Si sono incontrati e "si è accesa improvvisamente la luce".
A officiare il matrimonio dei due, un preoccupatissimo Portanova che per evitare di incespicare nella sua vista ormai ridotta al lumicino, impara a memoria gli articoli del codice civile e la formula finale con la domanda agli sposi. E comunque, in caso di qualsiasi problema, c'è sempre l'agente Gozzi a venire in suo soccorso.
Il commissario Buonvino è costretto a recarsi sul luogo del delitto e ad approfondire la tematica "rettili e affini" con, manco a dirlo, evidenti rivolgimenti di stomaco.
L'indagine si rivela ben presto un rompicapo: la vittima è un estorsore dalle svariate personalità (e identità), ma anche una persona colta e magnetica.
I dirigenti del giardino zoologico, chi per un motivo chi per un altro, sembrano tutti al di sopra di ogni sospetto. Eppure, a un certo punto, proprio la mancanza (apparente) di prove aguzza l'acume del commissario Buonvino. Ed è allora che, tassello dopo tassello messo in fila con cura meticolosa, il funzionario si convince addirittura che troppe persone potrebbero aver voluto la morte di quell'uomo: come nell'Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie, ogni personaggio in commedia potrebbe aver collaborato con gli altri a quel raccapriccinate epilogo.
Una persona che lavora al Bioparco, però, ha covato un odio troppo feroce per stemperarsi nel tempo che frattanto è trascorso. E, col sottofondo del Lago dei cigni fuoriuscito da uno dei tanti carillons presenti sulla scrivania...
Il fatidico giorno è arrivato. L'emozione, anche per gli agenti del commissariato di Villa Borghese che hanno protetto quell'amore, è evidente.
La cerimonia.
Portanova che immancabilmente sbaglia gli articoli del codice civile.
Giovanni e Veronica pregni di una felicità vera.
All'improvviso dei colpi. Faranno sicuramente parte dei festeggiamenti. E allora che c'entra con tutto questo il velo insanguinato e l'ultimo rantolo della sua compagna?
Da lontano, il rombo di una motocicletta che scappa via.
Chi è troppo felice fa invidia alle divinità.