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Donnavventura in attesa di Poirot su rete 4

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Ogni sabato pomeriggio, in attesa di  Poirot  su rete 4 (canale che per me esiste solo per lo sceneggiato ispirato ai racconti di  Agatha Christie ), mi sorbisco gli ultimi strascichi di  Donnavventura. No, ja, così sa troppo di matusa intellettualoide. Rettifico: rete 4, "che per me esiste solo per  Poirot  e per i film di  Bud Spencer e Terence Hill . " Ecco, così va meglio. Torniamo a  Donnavventura , però. Per carità, l'idea alla base del programma sarebbe pure interessante: sette ragazze (il sito di  Donnavventura  ci tiene a precisare che trattasi di giornaliste...sarà!)  alla guida di quattro pick-up rossi (sette diviso quattro fa... poco più di una ragazza e mezzo a bordo di ogni macchina: le  polveri sottili , commosse da tanta generosità, ringraziano) scorrazzano per il mondo alla ricerca di luoghi ed esperienze spettacolari. Ora, a parte il fatto che le giovani pulzelle in questione casualmente sono t...

Festival archiviato: ma i testi delle canzoni?

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Pensate che dopo una settimana di Festival nazional-popolare ne possiamo avere abbastanza? Anch’io. Solo che, “tagliato” con le “sostanze” più disparate (dal glamour all’antropologia), non vedo perché solo io debba esimermi dal compito di dire la mia in proposito. E quindi, dall’alto del nostro appuntamento di letteratura e dintorni del martedì, mi accingo ad analizzare, sotto il mio particulare punto di vista, l’appena concluso festival di Sanremo. Pronti, via. Basta spendere i canonici dieci minuti per leggere tutti  i testi delle canzoni in gara, però, che il “ mi ci provo ” delle intenzioni auliche, lascia il passo al “ mi ci impicco ” delle constatazioni avvilenti: anche utilizzando la manica più larga che posseggo in dotazione, infatti, scorgo ben poco all’orizzonte. Le uniche canzoni del Festival che lasciano trasparire qualche frase almeno non banale (ed è tutto grasso che cola…  o tempora…!) sono Sogni Infranti di Gianluca Grignani , Vi...

"Sole a catinelle" e qualcosa "della Che Guevara"

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Metti una domenica pomeriggio qualunque. Vai a prendere la ragazza. Cincischi un attimo per prefigurarti un approdo diverso. Niente gelato, che il tempo non gli si addice. Niente pizza, che per digerire il pasto con la nonna ti ci vorrebbe un caterpillar a manetta giù per lo stomaco.  Niente approcci acrobatici lungo le pareti scoscese del ribaltabile, che "l'ovulo lo sento scendere proprio adesso, ohì!". Guardi con lo sguardo distratto la tua metà e butti lì un cinemino. La proposta viene vagliata e stancamente approvata. Qualche dubbio sulla sincerità delle reazioni mostrate viene: a te, quando lei ti raggiunge all'ultimo minuto lamentandosi che non "c'è un posto per parcheggiare nemmeno a pagarlo oro" nonostante insieme ne abbiate visto almeno una decina liberi appena un minuto fa; a lei, quando non si capacita come, malgrado la fila chilometrica solo per "Sole a catinelle", tu gli comunichi con l'ufficialità tipica dell...

A Massimo Troisi

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Sul display del PC, appollaiato sulla scrivania, occhieggia una mail.   Mittente:  Ananke.   Oggetto:  cessazione attività .   Cloto, contenta di non essere costretta a filare un altro Fuso (quel giorno, le nascite erano state fin troppe), inoltra frettolosamente la mail a Lachesi.  Quest’ultima, che a forza di avere a che fare con i numeri ( misura difatti, la lunghezza del Filo ) ha diluito ogni emozione nel calcolo, destina la mail, indifferente, alla diretta interessata.  Atropo, dal canto suo, richiamata al PC dal borbottio triste della posta in arrivo, dopo aver soffocato in gola un impercettibile sospiro, apre la mail e legge la seguente sigla: 191953MTxy.  Si reca mesta, nella stanza dell’archivio: 191950…191953L…eccolo lì.  Prende il Filo.   Quasi mai legge il nome del predestinato e anche stavolta non è intenzionata a farlo; tuttavia, nel momento in cui s’accinge a incolonnarlo per ordine di chiamata, il Filo le ...

Salvuzzo, per non saper nè leggere nè scrivere....

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Per non saper nè leggere nè scrivere, dico che ieri sera, amminchiato davanti al televisore, con un cicarone di caffè che mi faceva compagnia, sono rimasto deluso. E la delusione è stata ancora più forte perché proveniente proprio da lui. E già, il buon cumpari Salvuzzo Montalbano stavolta non ce l'ha fatta a farmi dimenticare, per la durata della prima puntata della nuova serie, le seccature, le angustie e le angherie della vita di ogni giorno. Ad un certo punto (vedi che ti vengo a dire), durante il suo stanco raccapezzarsi tra i vari furti dei milionari viziosi di turno, mi è venuto addirittura in mente la prossima scadenza della rata del mutuo. Cosa questa che, quando nelle precedenti edizioni  addumavo la televisione e mi catafottevo sul divano a taliare "Il commissario Montalbano, sono!", giammai mi era capitata. La mia attenzione, infatti, veniva completamente adescata da quell'omino apparentemente insignificante, sempre mal rasato, con le gambe arcuate alla J...