Soave Inticchi, segretario del sindacato dei panettieri di Como, vuole organizzare una gita in battello in quel di Bellano. L'occasione è la celebrazione dell'anniversario della fondazione di Roma.
Manco a dirlo, basta quest'evento, apparentemente insignificante, a innescare una serie di dinamiche dagli esiti spiazzanti.
Procediamo con ordine: Gualtiero Scaccola (e in seguito anche suo fratello Venerando), ribellandosi all'insegnamento paterno impartito a forza di calci nel culo, esce finalmente dalla sua panetteria e si getta "nel gomitolo di strade" del paese. E per la prima volta i suoi sensi vengono accesi dalla esternalità in fiore. A sublimazione di questa esperienza sconvolgente, s'imbatte alfine nella Garbati Venturina, e quindi nelle lusinghe dell'amore.
Il podestà Mongatti capisce che la gita dei panettieri, se ben organizzata, può lavare l'onta di una Bellano tiepida, se non indifferente, alle suggestioni fasciste. E ciò almeno agli occhi del Federale Gariboldo Funicolati, personalità di spicco prontamente invitata all'evento.
Il maresciallo Ernesto Maccadò, tra una giornata in famiglia sul lago necessariamente rimandata (per la felicità della signora Maristella) e la preoccupazione (più o meno fondata) per gli ormoni del carabiniere Beola, si trova ben presto a presenziare alla cerimonia e a rifiutare categoricamente la sua opera e quella dei suoi uomini: e sì perchè, passi il servizio d'ordine necessario a rintuzzare eventuali intemperanze della folla, ma la ricerca prima e la consegna poi addirittura di una dentiera...ebbene, questo proprio no.
E già, il cavallo di Troia che sconvolge i piani un po' di tutti, e addirittura fa calare un velo di pesantissimo silenzio su quella giornata che avrebbe dovuto essere memorabile, è proprio la protesi dentaria dell'impettito Federale.
A sgaiattolare via dalla bocca di Sua Eccellenza, è sgaiattolata, non ci sono dubbi. L'hanno vista tutti, e soprattutto tutti hanno potuto verificare la bocca a culo di gaddrina del Federale ormai edentulo. Ma, ed è qui il mistero, dove sarà caduta? E soprattutto, chi l'ha trovata? E se il Federale dà ordine di rintracciarla a tutti i costi e sua moglie, invece, si raccomanda di non consegnarla anche qualora venisse ritrovata?
La mattina, d'altronde, era iniziata col piede sbagliato: quello destro del podestà che, mentre si dirigeva alla messa grande con signora al seguito (preziosa, quest'ultima, con la lettura della Primula Rossa), aveva pestato una generosa merda. Eppure sarebbe bastato andarci con l'altro piede, quello sinistro nella cacca, per meritarsi una fortuna che avrebbe dato un corso diverso agli eventi.
Poco male: Bellano, con la breva che accarezza le frange del lago, ancora una volta si fa incubatore fatato di una miriade di piccole, edificanti storie; prontamente raccolte, manco a dirlo, dalla magistrale penna di Andrea Vitali.
"Abbiamo smesso di contare le volte in cui Andrea Vitali ha centrato il bersaglio incatenando il lettore ai suoi personaggi" (Bruno Gambarotta-La Stampa)