venerdì 10 aprile 2020

Il crespuscolo della vicinanza


Quando ha deciso di migliorarsi, l’uomo si è avvicinato al suo simile. Nel momento in cui, invece, si è rannicchiato nel proprio egoismo, ha smesso di progredire nella sua crescita socio-politica. E ciò è tanto più vero quanto più flebile è la forza che quest’uomo isolato può opporre al sopruso del potente di turno.
Subito dopo il Mille, per scardinare il sistema feudale che mortificava il suo anelito di rivalsa, l’uomo medievale ha dato vita all’ “adunanza dei vicini”: un’assemblea, cioè, in cui più persone si riunivano sul sagrato di una chiesa, attorno a un olmo, per contarsi e provare a fare massa critica. Così comportandosi, gli uomini di buona volontà hanno dato vita al primo istituto della democrazia comunale.
La storia successiva, fino ai giorni nostri, è stata un continuo “mettersi insieme” per guadagnare maggiore peso contrattuale, tanto da assorbire questa socialità nelle fibre più profonde dell’anima.
Ci si avvicina perché si è coscienti di non bastare a se stessi. Questo, almeno fino a ieri.
Se un effetto secondario, infatti, la pandemia da covid-19 ha generato, è stato sicuramente quello di allontanarci dal nostro simile.
Ieri mattina, ad esempio, mentre seguivo le traiettorie di una lucertola che si beava alle prime avvisaglie di sole, all’improvviso mi sono bloccato: con lo sguardo basso, non mi ero accorto di essermi avvicinato a un’altra persona che, a sua volta, era troppo occupata in una conversazione telefonica per badare a me. Quando ci siamo sorpresi a valutare eccessivamente striminzita la nostra distanza, entrambi abbiamo fatto un salto indietro e, pur conoscendoci da una vita, ci siamo congedati con un saluto appena abbozzato. Tutti e due, una volta a casa, abbiamo tremato di quella rapidissima e pur paralizzante contiguità. E questa paura del contatto, a ben vedere, la si prova anche nei casi in cui è la natura stessa che imporrebbe una vicinanza al limite della compenetrazione: è ormai risaputo che nella sala parto, di questi tempi, i padri non possano accedere. Il primo contatto con l’esserino bramato per nove mesi, quindi, non può che essere mediato dai pixel del cellulare.
Una volta squarciato il velo di questa pestifera costrizione, avremo un vuoto di vicinanza da colmare. Per noi stessi, e per le conquiste che ancora ci attendono sul percorso accidentato della vita.
A patto di esserne ancora capaci, s’intende.

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