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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

"Aceto, arcobaleno", Erri De Luca

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Aceto, Arcobaleno.  Una casa di pietre antiche, di quelle che biascicano solo consonanti perché "la voce della materia non usa vocali". Una ragnatela di lampi a secco, "micce di luce" che infilano le terminazioni nervose, percorrendole tutte come un circuito elettrico. Un uomo, il  fantasma di una presenza che testimonia ricordi . Questi sono gli elementi che tratteggiano l'incipit di  Aceto, arcobaleno  di Erri De Luca . E da tutto questo, con la solennità propria  delle memorie che diventano congedo , la casa prende le mosse per rievocare la vita degli ultimi ospiti. In  Aceto, arcobaleno  c'è il compagno che ha "noleggiato il corpo a ore" come operaio in fabbrica, in edilizia, come facchino.  Fatica fisica , per intenderci, ma sempre e comunque al riparo dell'etichetta impropria di lavoro manuale; impropria perché "non è nelle mani la fatica" bensì nel dorso: "è lì che si accumula lo sforzo." Ed è proprio un r...