"Juan Belmonte", ed è proprio quando non puoi evitare di presentarti a qualcuno, che ti senti immancabilmente chiedere: "Come il famoso torero?". A parte la tigna, però, del torero non hai praticamente nulla. E lo sai bene, Juan Belmonte.
Vivi ad Amburgo, esiliato dal tuo Cile, eppure ogni marco che guadagni (da buttafuori di un locale equivoco, da ex guerrigliero che cerca ancora di capirci qualcosa nel tritacarne dell'ipercapitalismo), lo invii a chi si prende cura di Veronica, l'amore desaparecido riapparso miracolosamente da una discarica di San Bernando; i miracoli, però, a volte riescono solo a metà. Le torture patite sono state troppo, e troppo accanite, al punto da privare Veronica della parola e della voglia di vivere.
Qualcuno di influente, però, ti racconta una storia alla quale tu devi necessariamente prendere parte: è la vicenda di due amici che, ai tempi del nazismo, intercettano le restanti monete d'oro della Collezione della Mezzaluna Errante. Fanno parte dei tanti tesori trafugati dal Terzo Reich agli ebrei.
I due amici capiscono che quella è la loro occasione per darsi una seconda possibilità.
C'è chi è costretto a restare, e viene subito intercettato e punito prima dai nazisti e poi dai soldati della Germania dell'Est, e chi riesce a portare le monete in salvo; guarda caso proprio in quel Cile, precisamente nella Terra del Fuoco, che ti aspetta come un destino a cui non si può sfuggire.
Juan Belmonte, è il momento di sintonizzarsi sulle frequenze di una normalità ostentata, ma che nasconde ancora tutti gli orrori della dittatura.
Il ritorno è tra ex compagni e contro gli stessi tizi che, sia pure nella diversa divisa indossata per l'occasione, perpetrano uguali soprusi.
L'unica è portarsi via le monete restanti, allontanarli dal tuo Cile come una maledizione che continua a estorcere vite.
Sono state ben nascoste dal compagno di una vita, sotto le lamiere scintillanti al sole di una terra che non riesce ancora a trovare pace.
Juan Belmonte, che fai ancora lì impalato all'angolo della strada? Veronica è nella casa di fronte, si tratta solo di attraversarla, questa strada, e chiederti, per l'ultima volta, "perchè abbiamo tanta paura di guardare in faccia alla vita, noi che abbiamo visto le auree scintille della morte?"
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