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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

"Oi pleistoi kakoi" (La maggioranza è cattiva)

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Tra i Sette Sapienti dell’antichità, ecco che ci si presenta, con l’immancabile barba rigogliosa e l’altrettanto indefettibile cipiglio severo, Biante. Perché mi sia venuto lo schiribizzo di parlarne, è presto detto. Biante, il buon Biante, aveva capito tutto, con circa 2600 anni d’anticipo, della politica, della storia, della fiumana del progresso. Quando, infatti, gli venne chiesto di dar sfoggio di sapienza con l’incidere, sul frontone del tempio dell’oracolo a Delfi, un motto, la frase più importante del suo pensiero lui, senza esitazione alcuna, così scrisse:  OI PLESTOI KAKOI  (la maggioranza è cattiva). Una frase che probabilmente lasciò di stucco gli stessi Sapienti. <Ma come, – avrà pensato Chilone (o Talete, a seconda delle versioni), un altro dei Sette Savi che già aveva provveduto all’incisione della sua, di frase – io scrivo un motto di una profondità esagerata (“Conosci te stesso”), e questo se ne viene con un’affermazione che più scontata non si pu...

La pancia (alias "bambino") alla riscossa

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Lo studiolo del dottor Spatafora s’affaccia timido proprio dirimpetto alla finestra della sua cameretta. Ed è proprio da qui che il nostro Fobìa attende impaziente l’arrivo della Smart grigio chiaro del luminare. Appena la vede sbucare dal curvone e perdere velocità per prepararsi al parcheggio, è assalito da uno stato di agitazione improvviso quanto immotivato. “Ma come? – si chiede allarmato - Sono cinque maledettissimi giorni che aspetti questo momento e mo che fai? Ti agiti, t’impaurisci come un muccusiello che ne ha appena combinato una delle sue?” Mentre cerca di mortificare con queste parole il sentimento canaglia, si sorprende a chiedersi se anche Garibaldi, prima dello sbarco dei Mille o (perché no?) lo stesso Giuda, prima di tradire Gesù, siano stati preda della sua stessa palpitazione. Sta di fatto comunque che, agitazione o meno, paura o no, in questo momento ha l’obbligo di rimanere ben saldo nel suo proposito, costi quel che costi. Pensiero e azione, questo de...

Siparietto simil-religioso

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Il nome di Michela Fragolina è stato sicuramente l’argomento più convincente che avessi mai potuto utilizzare per spingere Dante all’azione. Quella vicenda ci ha fatto capire, a noi poco più che sbarbatelli, le difficoltà che avremmo incontrato nei rapporti con il gentil sesso. C’è stato un tempo, quantitativamente non troppo lontano (sette, otto anni prima) ma “ormonicamente” distante anni luce in cui io, Dante e Totò frequentavamo la parrocchia. Detta così, non ci sarebbe nulla di strano. Il fatto è che noi però, non ci limitavamo ad andare a messa la domenica, a partecipare alle riunioni dell’Azione Cattolica e della Legio Mariae o a prestare servigi di chierichetto (attività queste, già di per sè più che sufficienti ad assicurarci la beatitudine). Nossignore. Noi, in pratica, abitavamo in chiesa. Eravamo le Perpetue onnipresenti di don Esposito. Assistevamo a tutte le cerimonie liturgiche, timbravamo il cartellino a ogni processione, sotto il sole e sotto la pioggi...