giovedì 15 maggio 2025

"La storia di Luca-uno qualunque", di Francesco Cozzolino, Edizioni Eresie

    


    Il protagonista Luca, ma potrebbe chiamarsi anche Clara, Vincenzo, Andrea (il paradigma di un'esistenza al macero eppur desiderosa di riscatto), è un giovane con un'indole altruista e curiosa delle cose del mondo. Avrebbe voluto fare lo scienziato con lo stesso trasporto del bambino che, attratto dal puzzo del carburante e dal portafoglio sempre ben rigonfio di banconote, si vede già inguainato nella tuta da benzinaio. 

    Il padre, sopravissuto agli orrori della seconda guerra mondiale, assolve all'ingrato compito genitoriale in maniera silenziosa, prevalentemente con l'esempio: le parole le ha spese per maledire la cupidigia degli uomini e la crudeltà dell'esistenza.

    La giovane mamma, troppo giovane e inesperta, si accontenta di attingere vita, assieme al figlio, dalle esperienze del marito.

    È altruista, Luca. Ha una sua coscienza sociale e uno spirito di osservazione, spesso polemico, che gli consente di "sgamare" i meccanismi scellerati del capitalismo d'accatto. Purtuttavia...    

    La periferia, quella napoletana, è il palcoscenico in cui Luca prova a recitare la sua parte. Ben presto, però, intuisce che la sua dimensione ha bisogno di uno sviluppo altro. E allora, nonostante assai velocemente si renda conto che la sua proiezione nel mondo è deleteria, continua (cupio dissolvi?) a spingersi oltre i confini dell'aberrazione: la camorra, gli aghi sempre più famelici piantati nelle vene, il carcere. E intorno a lui c'è un mondo di caduti, di schegge impazzite che avrebbero voluto far saltare il meccanismo, ma che ben presto ne sono diventati la sostanza lubrificante che lo perpetua all'infinito: Andrea sulla sedie a rotelle dopo l'incidente che ha segnato la morte della sua ragazza, la spigliata Teresa che rischia di fare la fine della mamma, Debora che vede perdersi il suo Luca, Umberto Oliviero, il "pezzente malato di bronchi", Maria e le sue crisi d'astinenza, Caterina Loquace in arte Lola, il tossico Pietro, vittima del suo demone e dell'auto stipata di bionde di contrabbando che deve sfuggire all'ennesima retata. 

    Questa è la dannazione. Ma poi c'è il riscatto: grazie al personale dell'ICATT (Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze ) di Eboli, e agli incoraggiamenti e alla disponibilità fattiva dei ragazzi e degli insegnanti del Liceo Classico "E. Perito" di Eboli (presso l'Auditorium del Liceo c'è stata anche una rappresentazione teatrale liberamente ispirata a La storia di Luca), Francesco Cozzolino-Luca ce l'ha fatta: è riuscito, armato del setaccio della tenacia, a filtrare il buono anche da un'esistenza ai margini. Si è rimesso in carreggiata. A riprova del fatto che con la volontà e gli incontri giusti, non esiste il "fine pena mai".

    Buona vita, Francesco-Luca.

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