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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

La secchiata virale

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Eccoci dal ritorno dalle ferie. <Parla per te, testa di mammalucco, che io sto ancora qui a sollazzarmi l'ombelico in riva al mare!> <Mmh...> deglutizione di conato di rabbia. A uno così vorrei far notare ( Calma e gesso) : a) che anche se ancora in ferie, la mente, ammesso ne abbia in dotazione una, anche di bradipo aterosclerotico, non dovrebbe sforzarsi troppo a riandare al lavoro col vedere la faccia via via più incazzata del gestore del lido; b) che " Verrà un giorno... " - mi sorprendo a profetizzare con l'indice ammonitorio. Ebbene, dicevo, rieccoci di nuovo saldamente ancorati sulla nave ormai in preda al cuoco di bordo. La lista delle vivande che ha soppiantato bellamente la rotta prevede, al primo posto, l' ice bucket challenge. Dopo essermi atteggiato a fine dicitore anglofono ( quello che fingo d'essere e non sono), osservo sul punto: le secchiate d'acqua per beneficenza...eh, di questo si tratta. C hest'è, né più...

"L'isola di Arturo" di E. Morante

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A distanza quasi di vent'anni , ho voluto riprendere in mano un libro che mi aveva lasciato, in prima lettura, delle sensazioni acerbe. Inizio a rileggerlo, e le prime pagine sembrano premiare la mia scelta; e ciò sebbene fin dall'inizio ci si imbatta in errori (cosa che non riesco a spiegarmi in una scrittrice inspirata come la Morante ) che appaiono essere troppi e troppo gravi per giustificarli con l'assolutoria perifrasi "errori di stampa". In un primo momento, mi riesco a immedesimare con Arturo Gerace , padrone dell'Isola e purtuttavia anima sola. Salpato, ormai, oltre le promettenti acque della riva, la disillusione: l'annichilente déjà-vu . Mi figuro, da qui in avanti, il solito romanzo sdolcinato del figliuol incompreso. Genere, quest'ultimo, ovviamente a me inviso. Contrariato ("ho riletto un libro per il quale una prima lettura era più che sufficiente!"), continuo, imperterrito e in ogni caso speranzoso, a leggere. Qua...

Il Bambin Gesù e le spiagge libere

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Steso sul lettino sotto il cono d'ombra dell'ombrellone, prendo sonno. Il rivolo di saliva, appena accennato perché comunque rispettoso della visuale altrui, mi trascina in un sogno ai limiti dell'eresia. Siamo ai giorni nostri. Da lontano, due persone abbigliate in maniera ridicola, si avvicinano alla mia visuale. Mi oltrepassano bellamente, quasi non mi vedessero. L'uomo, che dalla dolcezza con cui guarda la donna al suo fianco presumo ne sia il marito, chiede qualcosa al gestore del Lido Marinella. Ricevutane una risposta evidentemente non soddisfacente, invita la moglie a riprendere il viaggio. Ad un tiro di schioppo dal primo lido, il viandante si rivolge al parcheggiatore del secondo lido. Gli chiede qualcosa. Dopo aver ascoltato la risposta scocciata dell'omino delle macchine, con una dolcezza d'altri tempi, invita la consorte a fare un ulteriore sforzo, riprendendo il cammino. Incuriosito, decido di seguirli. Mi affianco praticamente a loro e sf...

Il me medesimo del web

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Ora, sia chiaro: non è che scopro la pietra filosofale se affermo che il web ha imparato a conoscerci. Come? Dalle ricerche e, più in generale, dalla navigazione che ogni giorno, più volte al giorno, intraprendiamo sui suoi procellosi mari. A chi, infatti, non è mai capitato di voler risparmiare sulla polizza auto rivolgendosi ad uno dei tanti siti strombazzati da giornali e tv? No? Delle due, l'una: o state bene a soldi oppure viaggiate col tagliandino farlocco. Nel caso invece, come me, non vi troviate in nessuna delle due condizioni di cui sopra, è facile sperimentare, qualora vi registraste su uno dei motori di ricerca specializzati nel settore, quello che si innescherebbe nella vostra casella di posta elettronica. In soldoni, il web registrerà , saecula saeculorum , la scadenza della polizza che si preoccuperà di ricordare ogni anno (o ogni semestre, se semestrale), esattamente a partire da 10 gg. prima e fino al dì stesso dell'evento, con ...

Rimpianto al di là dell'angolo

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In queste sere d'estate, quando cammino sull'asfalto intento a scrollarsi di dosso i demoni dell'afa del pomeriggio, mi accade di pensarci fin troppo spesso. Basta sguinzagliare lo sguardo lungo i pendii delle montagne grigie, per sentirmi assalito ancora una volta dalla identica curiosità: chissà cosa ci sarà dall'altra parte?! Chissà cosa staranno facendo gli altri in quell'altro mondo che prescinde dalla mia presenza?!  Ho parlato di curiosità ma forse, questo utilizzato, non è il sostantivo giusto. E già perché, almeno per sentimento diffuso, si è curiosi di qualcosa che si ipotizza bello, avvincente. Dell'elemento negativo, invece,  più che curiosi, si è intimoriti. Il timore, infatti, contrariamente alla paura, lascia lo spazio per "andare a vedere", sia pure con una predisposizione d'animo che presagisce qualcosa di spiacevole; e pur tuttavia, però, ci si sente in animo di dis-velare , di squarciare quel velo che c'impedisce la co...