Questa è la testimonianza di…una fontana!
Sì, proprio così, di una fontana. C’è qualche problema? No perché pontificano i
ciucci, declamano i volponi, parlano i muri, e quindi non vedo il motivo per
cui una fontana, perlopiù di un certo lignaggio vista la sua stretta parentela
con il Grand Hotel Salerno, non sarebbe legittimata a parlare.
Basta. Parlano pure le fontane, lo decido
io. Lo stesso io che, da cronista democratico (quel che fingo d’essere e non sono), l’ascolta. E raccogliendo la
sua esperienza, ve la trasmetto.
La fontana in questione è, dicevo, quella
allocata nei pressi del Grand Hotel Salerno, nel piazzale Salerno Capitale.
Orbene, dovendo intervistare una fontana,
mi sono abbigliato di conseguenza. Per la precisione, stivali fino al ginocchio
e impermeabile a sette strati con cappuccio.
Grande è la mia sorpresa allorché, così
“concertato”, ho assistito alla materializzazione di un controsenso: una
fontana che non scorre.
<Eh, per l’appunto. – si lamenta l’intervistata con
l’ultimo rantolo di voce che le resta prima di tramutarsi in stagno d’infima
specie (acque melmose costellate da barattoli di coca cola, cartoni di pizza,
confezioni di preservativi ritardanti , etc., etc..) – E pensare che quando mi
hanno comunicato che sarei stata costruita a Salerno, sono zampillata fino
all’iperuranio per la felicità.>
<E perché mai, di grazia?>
<Perché? Beh, semplicemente perché è
opinione comune che Salerno è la Città Turistica. Ma vi è di più. Fedele al mio
scetticismo inveterato, all’epoca, presi pure le dovute informazioni da altri
attori del risorgimento architettonico della
città. Nella fattispecie concreta, dal Parco Mercatello e dalla Villa
Comunale. Ebbene, non ci crederà, ma mi diedero, al proposito, delle
rassicurazioni a prova di bomba. A sentir loro Salerno è la manna dal cielo per
parchi, ville, rotonde e, soprattutto (sigh!), per le fontane pubbliche. “Pensa
che addirittura – ebbe a confidarmi il Parco Mercatello (e ben gli sta che gli
hanno prosciugato il corso d’acqua interno, a quell’infame!) – il nostro
massimo esponente cittadino lo chiamano ‘A
Funtana!”
<Beh, - provo a capire – almeno
all’inizio andava tutto bene, no?>
<Benissimo, direi. Sentivo fin nelle
particelle d’ossigeno di essere una fontana monumentale, a cascata, disegnata
nientepopodimeno che da Bohigas! E quindi, per il periodo immediatamente
successivo all’inaugurazione del 2007, piena soddisfazione mia e dei tanto
decantati turisti. Fino ad arrivare allo stato in cui sono ridotta adesso. – e qui
non può fare a meno di guardarsi abbrutita dal proprio abbandono - Ma io, ormai
giunta alla fine dei miei rivoli, mi sono sentita in dovere di fare qualcosa
per il prossimo affinché non si ripeta quello che è successo a me. Ho avvertito,
infatti, un’opera pubblica che dovrà essere costruita per l’imminente festa di
San Matteo…a proposito, - mi guarda tristemente allusiva - sa che anch’io sono
stata inaugurata per quell’evento?>
Un brivido di freddo mi corre lungo la schiena.
Mi sforzo di non “cogliere”. E, per fortuna, non mi devo impegnare troppo
perché lei, da vera signora, non infierisce: <Le dicevo che ho provato a
mettere in guardia una struttura in procinto di essere inaugurata, e sa cosa si
è permessa di dirmi?>
<Cosa?>
<Non ha trovato di meglio che spiattellarmi
sul grugno che sono un’invidiosa e che dico solo bugie. “Non l’hai letta – mi
fa con la sua vocina stridula – il sondaggio di Artribune, rivista culturale tra le più importanti d’Italia, in cui
Salerno risulta essere la city europea più vivace nel campo dell’architettura?>
<E lei?>
<E che potevo ribatterle? Avrei voluto
consigliarle di chiedere informazione, chessoio, alla Fontana di Falcone e
Borsellino, alle spiagge imbrattate di rifiuti di Torrione. Ma, probabilmente,
sarebbe stato tutto inutile. Il fatto è che…, - e tra la fatica delle sue
parole si acquatta l’Eguagliatrice che
numera le fosse che reclama la quota d’acqua per rimpolpare l’Acheronte –
finché non si capirà che è inutile, se non per la propaganda, inaugurare cinque
nuove opere (meglio, parti di opere pronte ad essere interessate da una nuova
inaugurazione, e da un’altra ancora) quando non si manutengano dieci di quelle vecchie,
ebbene, fino a questo momento, dicevo, Salerno non diventerà mai
definitivamente una città turistica. Il saldo, infatti, sarà sempre negativo di
cinque unità perché un’opera lasciata all’incuria vale almeno, se non
addirittura di meno per il senso di sciatteria civica che s’insinua nel
turista, quanto un’opera non realizzata. E poi…>.
A questo punto, da un’auto in corsa,
viene lanciato un pacchetto di sigarette che viene a cadere, ironia della
sorte, proprio sull’ultimo sbuffo d’acqua, affogandolo del tutto.
Intristito e consapevole di non poter far
nulla per rianimare la mia fontana annegata nel sudiciume, me ne vado con la
curiosità di quell’ “e poi” che mi rimbomba in testa, suggerendomi suggestivi rimandi;
comunque soddisfatto, in fin dei conti, per aver dato voce a quella disgraziata
fontana dai natali illustri, nobilissimi
e perfetti.