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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

"Un rivoluzionario chiamato Pancho", di Paco Ignacio Taibo II

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Doroteo Arango, in arte Pancho Villa Alla fine della lettura di questa monumentale biografia di Paco Ignacio Taibo II , è necessario chiudere gli occhi, prendersi una pausa dalla vita per trovare finalmente requie: di troppi sentimenti, gesta, persone, è difatti ricca la storia del famigerato Pancho Villa . Già: chiudere gli occhi, si diceva; ma per troppe persone il gesto naturale e vitale di abbassare le palpebre ha significato, negli anni della rivoluzione messicana , il terrore di veder risorgere lui, Pancho Villa, alla guida della leggendaria Division del Norte . Ma chi era Pancho Villa? Ed ecco che il bardo cieco riacquista la vista del mito , lo scrittore indomito rispolvera la nervatura della leggenda . 1894, stato di Durango, Messico . Il torto subito s’incarna nelle fattezze di un giovane mezzadro che, tornato a casa dal lavoro, vede l’onore di sua sorella minacciato dal potente don Augusto Lopez Negreta. Doroteo Arango , all...

Mi chiamo Maruzziello e amo gli extracomunitari

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Mi chiamo Maruzziello. Sono un nassarius mutabilis ; per intenderci, una lumaca di mare. Sì, proprio uno di quei molluschi in cui vi piace infilzare lo stuzzicadenti per estrarne la intrigante e sfuggente polpa. Sono originario di Salerno . Nello specifico, del porticciolo di Pastena . In Campania tutti noi ci chiamiamo maruzzielli ma qui, in questo lontano lembo di mare in cui sono emigrato per cercare fortuna , di Maruzziello ci sono solo io. E quando ho dovuto scegliere un nome per darmi un’identità oltreché un tono, ecco l’idea: Maruzziello, per l’appunto, chè tanto di campano, in questa frangia di mare lampedusano , c’è solo la mia bella conchiglia. Avremmo sì dovuto essere in due ad emigrare ma poi, all'ultimo minuto, non ti viene il maruzziello di turno ( cacasotto !) a farti la sola? Certo che sì, ovviamente. Il fatto è che ci sono dei maruzzielli, come il mio compaesano Tortiglione, che pur fiutando l’occa...

Tornate al Sud e facciamo la rivoluzione

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Sud. Parliamo un linguaggio di verità: un problema come la “questione meridionale” che da 154 anni sta ancora lì, è un problema che non si vuole risolvere. A maggior ragione adesso che di politici di spessore analogo a quello di Gramsci, Salvemini, Croce, Fortunato, non solo non se ne vede manco l’ummira ma addirittura se n’è smarrito il lascito E a nulla vale, in questo contesto, richiamare il saccheggio operato dall'Italia  Unita ai danni di un Sud incredibilmente ricco e prospero appena prima del 1861 (testimonial di questa ricchezza che si voleva proteggere, sono i troppi combattenti assai presto diventati  briganti per l’esercito unitario). Ciò che vorrei proporre qui, in questo articolo, al di là della denuncia sacrosanta di Saviano e della risposta “ da cliché ” di Renzi , è una soluzione . Già, proprio così: sommessamente, umilmente , sottovoce (alla Marzullo) una soluzione che si risolve, nella fattispecie concreta, in un invito a tutte le intelligen...