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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

La Grande Magia de "La Locandina" di Pagani

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La grande Magia  di Eduardo De Filippo, commedia in 3 atti, per la regia di Alfonso Tortora. Sono già stato qui, al  Teatro  La Locandina  di Pagani. La prima volta, ho assistito alla messa in scena di  Tre pecore viziose  di  Eduardo Scarpetta. In quella occasione, sono bastate poche battute recitate con maestria dai funambolici interpreti, per fare degli spettatori l'ideale  cassa di risonanza  degli equivoci, degli infingimenti rappresentati sul palcoscenico. E la distanza, già strutturalmente esigua tra palco e platea, si è azzerata nell' idem sentire  attori-pubblico che è la sola, inconfutabile attestazione di successo. Buona la prima. Stasera, però, mi sono accomodato nella poltrona armato della penna già intinta nell' inchiostro della stroncatura ; come se non bastasse, poi, ho deposto ai lati della poltrona la faretra di lance acuminate pronte a infilzare la tracotanza, la  hybris,  della Compag...

Dante è meglio di Harry Potter, credete a me

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Fidatevi, miei assidui  venticinque lettori , Dante è meglio, ma molto meglio di Harry Potter. Alla soglia dei quaranta,  nel mezzo del cammin  di mia vita (il giro di boa per  Dante  si fermava a trentacinque anni ma, si sa, la vita s'è allungata), m'è venuto lo sghiribizzo di rileggere l' Inferno . Ebbene, dopo aver seguito il rumore del ruscello che ha condotto Dante e Virgilio fuori dalla  selva oscura , nell'emisfero australe ,  ancora ammaliato dalla divin arte dell' Alighieri , non posso che riconoscere la  supremazia di Dante sul maghetto Harry Potter . Partiamo dalla constatazione che tutti i generi presenti nella saga della  Rowling  trovano piena cittadinanza anche nella  Divina Commedia. La  magia ? E come non rivelarla, ad esempio, nella  selva dei suicidi ? Qui, in un bosco orrido e strano, pieno di arbusti contorti e spinosi Dante, su invito di Virgilio, spezza una fraschetta. Perchè mi schiante...

Puttana, Salerno (storia di una perdizione)

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C'era una volta la fatina Salerno, pulzella vereconda e pudica, che venne in sposa a un contadinello. Salerno, come kimberlite che ha  in nuce  il diamante, era di una bellezza ascosa che appariva solo agli occhi innamorati del suo uomo. Attraverso il mare e fin sulle colline irrorate dal sole, venne il male che si portò via l'amore di una vita. Ma Salerno aveva una nidiata di figli. Salerno aveva il dovere di andare avanti. Inchiavardato il cuore nelle segrete della malinconia, l'incantevole Salerno si perse nella città . E via le gonne slabbrate. Alla malora l'incarnato di un  viso troppo naturale per lo smog del centro . Nel breve volgere di qualche luna,  Salerno s'intonò con la modernità . A un caffè sulla litoranea, incontrò un uomo. Anche questo  giovin signore  odorava di fieno. Pure cotal cavaliere riluceva di filari stesi al sole. Salerno, allora, ripescò il suo cuore dagli abissi della malinconia, e lo disserrò. E ve...