Ecomostro di Aresta, null'altro che un ricordo

Per avere un'idea della nutrita schiera di mostri che abitano il nostro subconscio, basta chiedere lumi ai bambini lasciati anche solo per un minuto in qualche intercapedine di oscurità. Ti parleranno, allora, alle nostre latitudini, di MariaLonga che, come i serpenti di Laocoonte , ti avvinghierà coi suoi chilometrici capelli per scaraventarti in fondo al pozzo; dell' Uomo Nero che ti tiene per un anno intero per poi crocifiggerti in un crocicchio di paura; del Munaciello che quando non porta soldi e non è di indole benigna, ti entra nell'anima e si impossessa della sua veste peggiore. Agli abitanti di Petina e non solo, da ormai sedici, lunghi anni, il termine "mostro" evoca una sola presenza: l' ecomostro di Aresta , appollaiato con le sue propaggini di cemento e grigiore, proprio di fronte all'Osservatorio del predetto comune dei Monti Alburni. C'era una volta, principierà, allora,...