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"Un rivoluzionario chiamato Pancho", di Paco Ignacio Taibo II

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Doroteo Arango, in arte Pancho Villa Alla fine della lettura di questa monumentale biografia di Paco Ignacio Taibo II , è necessario chiudere gli occhi, prendersi una pausa dalla vita per trovare finalmente requie: di troppi sentimenti, gesta, persone, è difatti ricca la storia del famigerato Pancho Villa . Già: chiudere gli occhi, si diceva; ma per troppe persone il gesto naturale e vitale di abbassare le palpebre ha significato, negli anni della rivoluzione messicana , il terrore di veder risorgere lui, Pancho Villa, alla guida della leggendaria Division del Norte . Ma chi era Pancho Villa? Ed ecco che il bardo cieco riacquista la vista del mito , lo scrittore indomito rispolvera la nervatura della leggenda . 1894, stato di Durango, Messico . Il torto subito s’incarna nelle fattezze di un giovane mezzadro che, tornato a casa dal lavoro, vede l’onore di sua sorella minacciato dal potente don Augusto Lopez Negreta. Doroteo Arango , all...

Mi chiamo Maruzziello e amo gli extracomunitari

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Mi chiamo Maruzziello. Sono un nassarius mutabilis ; per intenderci, una lumaca di mare. Sì, proprio uno di quei molluschi in cui vi piace infilzare lo stuzzicadenti per estrarne la intrigante e sfuggente polpa. Sono originario di Salerno . Nello specifico, del porticciolo di Pastena . In Campania tutti noi ci chiamiamo maruzzielli ma qui, in questo lontano lembo di mare in cui sono emigrato per cercare fortuna , di Maruzziello ci sono solo io. E quando ho dovuto scegliere un nome per darmi un’identità oltreché un tono, ecco l’idea: Maruzziello, per l’appunto, chè tanto di campano, in questa frangia di mare lampedusano , c’è solo la mia bella conchiglia. Avremmo sì dovuto essere in due ad emigrare ma poi, all'ultimo minuto, non ti viene il maruzziello di turno ( cacasotto !) a farti la sola? Certo che sì, ovviamente. Il fatto è che ci sono dei maruzzielli, come il mio compaesano Tortiglione, che pur fiutando l’occa...

Tornate al Sud e facciamo la rivoluzione

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Sud. Parliamo un linguaggio di verità: un problema come la “questione meridionale” che da 154 anni sta ancora lì, è un problema che non si vuole risolvere. A maggior ragione adesso che di politici di spessore analogo a quello di Gramsci, Salvemini, Croce, Fortunato, non solo non se ne vede manco l’ummira ma addirittura se n’è smarrito il lascito E a nulla vale, in questo contesto, richiamare il saccheggio operato dall'Italia  Unita ai danni di un Sud incredibilmente ricco e prospero appena prima del 1861 (testimonial di questa ricchezza che si voleva proteggere, sono i troppi combattenti assai presto diventati  briganti per l’esercito unitario). Ciò che vorrei proporre qui, in questo articolo, al di là della denuncia sacrosanta di Saviano e della risposta “ da cliché ” di Renzi , è una soluzione . Già, proprio così: sommessamente, umilmente , sottovoce (alla Marzullo) una soluzione che si risolve, nella fattispecie concreta, in un invito a tutte le intelligen...

Diciassette ore per l'accordo e la camicia di Nesso

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Diciassette ore, il vertice più lungo di sempre dell’Unione Europea, per decidere le sorti della Grecia. Già prima, però, di queste diciassette ore ormai consegnate alla Storia, ce ne erano state altre, di diciassette (e forse più) ore. Quelle in cui la Germania avrebbe voluto, anziché una riunione dell’Eurosummit dei Paesi che hanno adottato l’euro (e che poi, alla fine, ha dato il via libera all’accordo), la convocazione del Consiglio UE a 28 Stati . Due consessi, questi, non solo terminologicamente diversi. E sì perché convocare il Consiglio UE dei 28 Stati anziché l’Eurosummit, avrebbe significato disporre di una maggioranza decisiva, evidentemente non posseduta con l’Eurosummit, per “ordinare il fuoco” sull'insolvente  Grecia. L’ aneddotica vorrebbe che a far optare per l’Eurosummit e quindi, per il raggiungimento dell’accordo, ci sarebbe stato addirittura il Presidente Obama comprensibilmente preoccupato per l’equilibrio geopolitico dell’area. Tant'è, com...

La buona scuola e la maestrina dalla penna rossa

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La c.d. “buona scuola” di Renzi è ormai legge della Repubblica. Ebbene, cosa sarebbe successo alla mia maestrina dalla penna rossa se si fosse trovata ad insegnare in questa realtà scolastica che si prefigura carica di nubi all'orizzonte? Ci risiamo, sempre il solito vizio di spostare fatti e situazioni in un epoca diversa da quella in cui quei determinati fatti e quelle determinate situazioni si sono verificati! Ma tant’è, alle perversioni mentali (almeno a quelle innocue) bisogna pur dare sfogo, no? E allora eccomi qui, in parte a raccontarvi una storia più o meno vera , in parte a proiettare questa stessa storia in un contesto che, molto probabilmente, non avrebbe neppure consentito alla maestrina dalla penna rossa di esistere (se l’esistenza deve, in buona sostanza, identificarsi con l’esperienza fattuale). Ma veniamo a noi. Siamo a metà anni Ottanta del secolo scorso . La scuola, è quella elementare di una frazione di Salerno . Una scuola, quindi, distante ...

Grecia: l'ostracismo dei "comitati d'affari delle forze di mercato".

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Grecia, Europa. Il sempre attuale Karl Marx, nel primo capitolo del  Manifesto del partito comunista , definiva i governi moderni come  comitati d’affari delle forze di mercato. E che cosa sono le nostre istituzioni europee se non, per l’appunto,  comitati d’affari  che hanno  barattato un’idea sublime come quella dell’Unione Europea con gli indici di borsa ? Le spese di questa  perversa logica , e lo vediamo da un bel po’ di tempo, le sta pagando soprattutto la  Grecia  di un  coraggioso ma scioccamente isolato Tsipras . Adesso, le  corone d’alloro su teste pidocchiose  ( Dostoevskij ) dei regnanti europei, attendono l’esito del  referendum di lunedì cinque luglio  per decidere se intaccare il cuore o limitarsi ad altri organi, importanti ma non vitali, del  demos greco.  In questi giorni in Grecia, ad  Atene , è  piazza Syntagma  a farla da protagonista. Nell’ agorà  ateniese, infatti...

"S. il Nobel privato" di Domingos Bomtempo

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Questo che si preannuncia come il romanzo dei misteri (chi è S., il protagonista dell’opera? E chi è Domingos Bomtempo, la mirabile penna che ci tiene incollati fino  all'ultimo capoverso?) si rivela, in realtà, misterioso solo per l’identità dell’autore (anonimo dietro al quale può celarsi qualsiasi mente, non ultima quella dello stesso S. le cui vicende vengono narrate nel libro) E sì perché l’S. di cui si parla nel romanzo, l’ unico portoghese ad aver vinto il premio Nobel per la letteratura , è chiaramente Saramago ovverossia quel nome che pure a dividerlo in due era strano, la prima parte nome di donna e la seconda carica di molti poteri, come se in lui vi fosse una femmina stralunata dalle magie di un uomo. Femmina-uomo, maschio-femmina : già, è proprio dal connubio peccaminoso di queste due nature discinte (i genitori che rantolavono nudi sopra una stuoia, e alla fine ululavano (…), soprattutto sua madre che pare che la scannassero. E a occhi chi...