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"Numero Zero", di Umberto Eco

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È una redazione raccogliticcia, un rassemblement di nuove e vecchie disillusioni, quella messa in piedi dal dottor Simei. Missione? Confezionare dodici " numeri zero ", uno per ogni mese dell'anno, disposti a dire la verità su tutto.  Piccolo particolare: il giornale verrà stampato in pochissime copie, quante ne basteranno al commendatore Vimercate, editore di "Domani" , per dotarsi di una probabile arma di ricatto . Secondo il suo convincimento, infatti, sarà sufficiente dimostrare di essere in grado di mettere in difficoltà qualche pezzo grosso, per entrare nel salotto buono della finanza, delle banche e dei grandi giornali . Ovviamente, l'esperimento riuscirà solo se nessuno, a parte il Commendatore, Simei e Colonna, saprà che il giornale non vedrà mai la luce. Tutti, compresi i collaboratori, dovranno pensare che "le rotative scalpitano." È un giornale, in soldoni, ricavato dalle notizie pubblicate su altri quotidiani e prontamente di...

Se una notte d'inverno uno scrutatore

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Eppure avrei dovuto intuirlo. La mala parata allestiva il suo teatrino di cattivi auspici sul pollo strafocato da Gerardo il venerdì sera. Già, proprio il mio venerdì di passione . Solo adesso, però, mi ricordo degli auspicia pullaria e del quattro tondo tondo rimediato al ginnasio per avermeli scordati. Gli auspici che si prendono osservando il modo di mangiare dei gallinacei... Allora come ora (e avrei dovuto ben capirlo, cazzo!), è proprio il modo di mangiare dei polli che rivela scenari. Poco importa se, in questo marzo del duemiladiciotto, il mangiare da monitorare per trarre vaticinii non è quello dei polli ma di chi se li mangia, 'sti fetenti di pollastri : occorre avere la mente pronta a raccordare le diverse epoche storiche. <Non puoi dirmi di no. Lo sai che ho bisogno di questi duecento euro. La provvidenza ("cazzi suoi no, eh?") ha fatto dare forfait al presidente nominato . Ora, in sostituzione, ci sto io. E senza...

"La paura di Montalbano", Andrea Camilleri

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Montalbano, macari l'Andreuzzo Camilleri, to' criatore, s'è addivertito a farti fare l'opira de' pupi. Gli episodi in cui ti trovi a firriare capitolo appresso a capitolo, infatti, sono addirittura cinque, in questo libro! In un vidiri e svidiri ti trovi assugliato, in Giorno di febbre , da una febbre malitta e da un termometro che, malgrado la tambasiata casa casa, non s'arrinesci a trovari. L'unica è passare alla farmacia di Vigata. Ma qui, Montalbano mio, vai per attrovari un termometro e ti trovi a soccorrere 'na picciliddra colpita per sbaglio da un colpo di revorbaro. Manco il tempo di catafotterti a soccorrerla che un barbone, agginucchiatosi allato alla nicareddra, con troppa perizia le dona adenzia. E a te, Salvo Montalbano, affascinato dalla calma e dalla precisione dei movimenti del barbone, la cosa ti feta d'abbrusciato. Ti avvicini per spiargli qualcosa ma lui t'implora di farlo andare via, che vuole restare per tutti un ...

"La doppia vita dei numeri", Erri De Luca

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Erri De Luca, irretito da due commedie di Eduardo ( Le voci di dentro e Ditegli sempre di sì )  dalle quali "nessun napoletano può prescindere", si cimenta pure lui nel teatro Si apre il sipario. Siamo a Napoli dove ogni rituale è un'esibizione, il posto in cui perfino sulle navi borboniche veniva ordinato di "fare ammuina." Un fratello, alter ego dello scrittore , che guarda disincantato dalla finestra la piedigrotta allestita per il capodanno. La sorella, caparbia tessitrice di atmosfere, che costringe il fratello a fare pace con la sua napoletanità. Al centro della tavola una tombola che, come per incantamento, prende vita. Ci sono due giocatori per quattro cartelle ciascuno: due per il fratello che ne prende in consegna altre due per il padre; due per la sorella, che si sente in dovere di "guardarne" altrettante per la mamma. E sì, perché la tombola è il contrario del sogno. Nella tombola si estrae dal panariello il numer...

"L'età del dubbio" del Montalbano di Camilleri

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Il dubbio è così, un pedi leva e l'autro metti , e te lo trovi a firriare come un satanasso nel ciriveddro. Montalba', ormai hai cinquantotto anni. E se il dottor Pasquano è in evidente malafede quando ti scassa i cabasisi ricordandoti la tua età necessariamente da ' ntordonuto ; e se ancora il dottor Lattes ("quello con la esse in funno "), dall'alto della sua voce da parrino, non si fa pirsuaso che un uomo, squasi sissantino , non abbia famiglia (e certo che gliel'hai raccontata bene la farfantarìa  del figlio malato, eh? A tal punto che pure Livia , se le fossi stato a portata di mano, ti avrebbe preso a  pagnittuni ), i dubbi restano, Montalbano . Finanche sulla tua prisenza di pirsona pirsonalmente in questa facenna , ce ne sono, di dubbi. Che dici? No, non ho gana di babbiare. Questo libro inizia o non inizia con te che vorresti andare a Boccadasse e Fazio e Catarella che ti dicono che nonsì , che non è cosa possibile perche ...

"Garibaldi era comunista", di Luciano De Crescenzo

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Recensire uno degli ultimi libri di Luciano De Crescenzo, è un po' come sognare al cospetto di una finta (parafrasando il pensiero poetico di Luigino 'o poeta del Così parlò Bellavista) del Maradona di oggi Certo, a te patito del Napoli degli scudetti che fu (e che speriamo...vabbè, ci siamo capiti), costa fatica intravedere il talento del predestinato nelle movenze del Dieguito panzuto e brizzolato che ti sta adesso di fronte. Eppure, in virtù di quel credito illimitato che il De Crescenzo-Maradona ha acquisito ai tuoi occhi con gli scritti post IBM, ora sei pronto a mentire spudoratamente e a considerare ogni suo libro recente all'altezza della Storia della filosofia greca o de La vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo. Manco a farlo apposta, Garibaldi era comunista dello scrittore napoletano si pone a metà strada, almeno con riferimento ai contenuti, a queste due opere ineguagliabili. Si parte con una visita di Publio Cornelio Tacito , storico de...

"La danza immobile" di Manuel Scorza

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La danza immobile , libro testamento di Manuel Scorza (lo scrittore peruviano morirà in un incidente aereo lo stesso anno della sua pubblicazione), è un romanzo sulla "impossibilità di scegliere." E sì perchè la scelta, continuando a parafrasare Soren Kirkegaard , non può che concretarsi in una disperante rinuncia. Vi è la paralisi, una danza, appunto,"immobile", sterilizzata com'è dall'indecisione: tra l' Amore e la Rivoluzione , cosa scegliere? Per il rivoluzionario Nicolàs Centenario la danza, dopo una stasi interminabile, riprende a muoversi. Troppo forte è il ricordo dell 'albero della Tangarana , lì nella profonda amazzonia peruviana, a cui decine di compagni sono stati legati. È bastato un colpo reazionario al tronco con un machete da parte del maggiore Basurco che sì, all'epoca era maggiore prima di essere degradato dopo l'incredibile evasione proprio di Nicolàs, per foraggiare la voracità di milioni di piccole, fameliche f...