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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

È severamente vietato...ovvero la "manomissione" delle parole

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“È vietato severamente…”, ovvero la “manomissione” delle parole Fermo davanti al cartello del parco Mercatello , ho un sentore di qualcosa di superfluo . “Boh, – mi dico -sarà il “ di più a prescindere” di queste feste che appare anche in un innocuo “avviso ai visitatori”. Percorro a piedi l’umbratile distanza tra il parco stesso e l’ufficio postale di Mariconda. L’ “è vietato severamente”, però, me lo porto fin al cospetto dell’addetto alla “consegna posta inesitata”. Qui mi imbatto in un bisbiglio di protesta che diviene vera e propria ribellione non appena dall’esterno dell’ufficio viene veicolato all’interno. <È inutile, – precisa l’impiegato – abbiamo l’ordine tassativo …è severamente vietato …>. “ordine tassativo…severamente vietato”: eccomi finalmente chiara la superfetazione iniziale. Non c’è niente di meglio che la lingua , organismo vivo e sensibile come non mai, a descrivere le abitudini di un popolo. Una nazione che ha bisogno di “r...

Morto Babbo Natale, viva Babbo Natale

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“Morto Babbo Natale”. Ebbene sì, il nostro giornale ZerOttoNove (ZON), è stato il primo a diffondere la ferale notizia. È stata la vocina affranta di uno dei folletti a telefonarci in redazione. Poiché però, in quel momento, vi ero presente solo io, il direttore  ha dovuto abbozzare: meglio un giornalista di mezza tacca sul locus commissi delicti , che il rischio di lasciarci soffiare lo scoop (e che scoop!) della morte di Babbo Natale . Appuntamento a mezzanotte in punto sul tetto della biblioteca dell’Università. Si materializza, ad una decina di metri dal mio naso rigorosamente all’insù, una slitta immensa, trainata da una messe di renne . A guidarla il folletto che, non appena mi invita a salire per la scala di luce e polvere di stelle srotolata fino ai miei piedi, riconosco essere la mia fonte. Mi si bendano gli occhi. In un tempo che non so quantificare, mi sorprendo seduto, finalmente con gli occhi liberi, davanti...

“Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo”, di Luciano De Crescenzo

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Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo” Una vita dolce come il profumo della sfogliatella gustata al “ Pallonetto” di Santa Lucia ; anche chiassosa, però, al pari del sole di Napoli che allucca tra i vicoli scarmigliati della città. Un’esistenza, infine, irriverente alla stregua dell’ ingegnere regimental della IBM che si fa rivoluzionare la vita dai filosofi presocratici . La vita di De Crescenzo ti esplode tra le mani come un carillon di musica e magia  abbandonato tra i titoli di Borsa di Piazza Affari. E tra una piroetta della ballerina che da cinquant’anni si ostina a seguire quelle scarne, acute note metalliche e lo sguardo ammirato del rampante finanziere allevato a play station e virtualità , eccoti squadernare davanti agli occhi la serie di personaggi, a tal punto strabilianti da non poter essere altro che veri, della vita dello scrittore: la mamma , che dopo aver criticato un attimo prima l’esibizione in RAI ...

Il rosso del sipario e la sua essenza

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Il rosso che squarcia il velo di ogni oscurità Non ho bisogno dell’accompagnatore. Per orientarmi, è sufficiente che qualcuno suoni anche poche e semplici note fino alla mia entrata in scena. La platea , il loggione , li sento strabordare di curiosità ammirata. Ecco, mi dicono di prepararmi. Prendo le giuste distanze dal sipario che so di essere di colore rosso … già, rosso: alla mia ancestrale domanda, mi hanno risposto: “Sì, insomma…del colore del sangue” oppure “Lei ha presente il semaforo…?” o ancora “Basta pensare a una tinta più chiara di quella della maglietta della Salernitana” . Eppure, mi viene da pensare in questo momento, io saprei spiegare benissimo cos’è l’ oscurità ! E qui mi sorprendo a sorridere perché, come sempre, anche questa volta l’origine di tutte le incomprensioni s’annida nell’imprecisione delle mie domande. D’altra parte, quando l’infanzia s’azzardava, impertinente, a porre quesiti di tal genere, non era ancora a conoscenza del mondo delle idee...

Lo scrittore, questo sconosciuto!

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No ma, per dire, io ancora non ho capito come si faccia a diventare scrittore. Mi arrovello fino a perdere la proverbiale trebisonda, ma non c’è verso di raccapezzarmi. Qualcuno, allora, mi potrebbe chiedere che cosa io intenda per scrittore. E sarebbe la domanda giusta visto che, dalla notte dei tempi, per voler far parte di una categoria occorre quanto meno averne una visione di insieme, di questa categoria; anche perché, diversamente, non so fino a che punto uno possa sentirsi legittimato, con lo sguardo gemebondo e trasognante, a  sospirare: “Ah, lo scrittore!”. Ebbene, io, per scrittore, intendo un tizio che magari passi la giornata a zonzo, in una città qualsiasi dell’universo-mondo, per raccogliere sempre nuovi spunti di riflessione…beh, a pensarci bene, anche il vagabondo fa più o meno la stessa cosa. Sì, ecco: lo scrittore è chi si sente e si atteggia a protagonista, potendo dire tutto quello che gli pare perché il suo verb...