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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

"La Camorra e le sue storie", Gigi Di Fiore

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Ieri sera, alla libreria Feltrinelli di Salerno, per iniziativa dei Meridionalisti Democratici, è stato presentato il libro del giornalista e saggista Gigi Di Fiore,  La camorra e le sue storie , UTET, 2016. A moderare l'incontro, l'avvocato nonché responsabile provinciale dei  Meridionalisti Democratici di Salerno ,  Guglielmo Grieco , che ha avuto l'indiscusso merito di allestire un  parterre  di vero spessore e di profonda competenza. Oltre all'ottimo  Gigi Di Fiore , cantore adamantino di un  meridionalismo scevro da orpelli e mistificazioni  vi è stata, infatti, la presenza del professor  Marcello Ravveduto , storico e scrittore (anche del fenomeno camorristico) di indubbie capacità e quella del giornalista  Antonio Manzo , firma di prestigio de  Il Mattino . A leggere i nomi che avrebbero animato la presentazione, almeno per chi non avesse avuto la fortuna di conoscere Gigi Di Fiore e gli illustri relatori di ...

"La giostra degli scambi", di Andrea Camilleri

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Leggere il Montalbano di Camilleri, magari uno degli ultimi come in questo caso, ha il sapore del ritorno a casa. E sì perché, dopo un più o meno lungo viaggio tra le pagine di altri libri, dopo essere stati  catafottuti  in anfratti claustrofobici o, di converso, in esangui pozze di impressioni e suggestioni altre, l'approdo (l'ennesimo) a  Vigata , sullo  scoglio chiatto  proprio sotto il faro dove  Montalbano  si fa  la passiata  ( un pedi leva e l'autro metti)  appena soddisfatto  il  pititto lupigno  con pasta  al nivuro di siccia,  triglie allo scoglio e frittura di calamaretti,    ha il fascino della  strada che sa di bucato e ragù  dopo un anno di  F ifth Avenue . Questo Montalbano di  Camilleri ,  assugliato dalle vicchicaglie  del tempo , riesce ancora una volta, come nelle migliori  pillicole 'mericane , a venire a capo di una storia do...

Odiosi Viceré di De Roberto, eppure già mi mancate!

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I Viceré? "Un'opera pesante, che non illumina l'intelletto come non fa mai battere il cuore." La causa. Federico De Roberto ? La sua scomparsa, a poco più di  sessantasei anni , passò per lungo tempo quasi inosservata nell'ambiente culturale nazionale. E quest'ultimo, automatico come gli interessi della cartella esattoriale, è l'immancabile effetto. Ora, mi domando e dico: come poteva essere diversamente se l'autore della stroncatura de  I Viceré   di De Roberto è addirittura quel  Benedetto Croce  per mezzo del quale, all'indomani dell'apparizione del suo saggio  Perché non possiamo non dirci cristiani  (1942), anche i mangiapreti più incalliti non riuscivano più a professarsi atei? Ebbene, pienamente d'accordo con  Sciascia  che giudica  I Viceré  di De Roberto, "dopo i Promessi Sposi,  il più grande romanzo che conti la letteratura italiana ", debbo registrare una clamorosa, forse l'unica, cantonata del Croce, ...