A Capitignano, lo scrigno della Biblioteca “J. Frusciante”

In questo giorno appiccicoso di caucciù , di quelli a cui cerchi di scampare con il refrigerio della collina, sono venuto qui, a Capitignano. È appena passato ferragosto. In attesa di riprendere il lavoro mai del tutto abbandonato, vago di ombra in ombra lungo la suggestiva piazza Giovanni Paolo II. Mentre il retrogusto del caffè sorseggiato al bar “Nuovo Millennio” interroga l’amigdala sull’ultima volta in cui sono venuto a Capitignano , da un malchiuso portone, eccola la scritta tentatrice più delle settantadue vergini del Corano: Biblioteca Comunale “Jack Frusciante.” Mi affaccio sulla soglia. Al vedere tutti questi libri che se ne stanno impettiti, tronfi della loro indispensabilità, negli scaffali che tappezzano la sala, ho un attimo di esitazione. Così, per evitare di sborsare le cinquanta lire al gelataio di Totò sceicco che poi si rivelerà un fottuto miraggio, mi do un generoso pizzicotto sul braccio. Pericolo scampato: nonostante la controra e gli stras...