Nel pomeriggio di venerdì 14
dicembre, presso il Salone della Funzione Pubblica CGIL di Salerno, si è tenuta
la presentazione del Libro di Paolo Ferrero e Bruno Morandi Marx-oltre i
luoghi comuni, DeriveApprodi Editore.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione
Memoria in Movimento, ha visto la nutrita partecipazione di un pubblico attento
e propositivo.
Angelo Orientale, dopo i saluti di
rito, ha introdotto la discussione sul filosofo di Treviri a 200 anni dalla sua
nascita e a 170 anni dalla pubblicazione de Il Manifesto del Partito
Comunista.
Il primo a prendere la parola, è
stato il Prof. Fortunato Maria Cacciatore dell’Università della Calabria, che,
con un’analisi lucida, ha fatto riferimento alla critica di Marx al comunismo ex
cathedra. Di poi, si è soffermato sulla visione del filosofo tedesco della
filosofia come talpa che ha l’obbligo morale, a differenza della Nottola hegeliana,
di modificare la realtà.
A questo punto, la studentessa
Rossella Falco del Collettivo Studenti Ribelli, ha incalzato un attento Ferrero
su tematiche di spessore come la necessità di un approccio multidisciplinare
allo studio simile a quello di Marx, e sulla differenza tra i vari marxismi che
si sono succeduti nella storia.
Paolo Ferrero, già segretario del
PRC e attualmente vice presidente del Partito della Sinistra Europea, prendendo
spunto dal suo libro, ha messo in guardia dai revisionismi, anche in buona
fede, di certi marxisti. I guai per il
comunismo, secondo il politico e scrittore piemontese, nascono dalla
convinzione, presente, ad esempio, nelle cosmogonie di Hegel e codificata da
Kautsky, che non ci fosse un’alternativa tra socialismo e barbarie. A un certo
punto, infatti, assecondando questo orientamento, necessariamente il
capitalismo sarebbe sfociato in socialismo prima, e in comunismo poi. Marx
invece, in maniera lungimirante, aveva da subito intuito che non c’è alcun
automatismo al proposito. C’è stato anche lo spazio per parlare di religione. A
tal proposito, il valdese Ferrero ha sottolineato quanto sia stucchevole
dividersi tra credenti e atei, il problema essendo quello di migliorare le
condizioni di vita per far sì che la fede sia scelta e non consolazione per una
vita da sfruttati.
Immancabile, infine, il riferimento
al fascismo strisciante nelle politiche della Lega di Salvini.
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