È un microcosmo, questo di Nina e Alfredo, intessuto da un equilibrio familiare precario: dopo l'incidente d'auto che ha causato la sordità di Nina (solo grazie all'audioprocessore la piccolina riesce a sentire), Sara si è allontanata dal marito. La verità è che lo considera corresponsabile del sinistro che si rivelerà così impattante per la sua bambina. Tuttavia il nido ha bisogno di apparire integro.
E se, nonostante tutto, lo fosse davvero?
E se, nonostante tutto, lo fosse davvero?
Al di fuori del perimetro familiare, vi è un omicidio efferato che pretende spiegazioni. Spiegazioni che Nina, suo malgrado, è in grado di dare: la notte dell'omicidio, pur priva di audiprocessore, ha sentito una canzone irradiata dal videocitofono di casa. Più tardi scoprirà che si tratta di Ma le gambe del Trio Lescano.
Alla musica fa da corredo un'immagine: un uomo claudicante con la barba sudicia si aggira appena fuori. Si rivelerà, grazie alla testimonianza di un altro ragazzo che ce la farà a salvarsi, l'assassino che ha messo in scena il barbaro rituale (lo sgozzamento della vittima di turno accompagnato dal taglio di un dito puntualmente asportato).
Frattanto Nina stringe amicizia con la nuova vicina Rebecca, una vecchia verso cui si sente istintivamente attratta. Le occasioni per cementare questa amicizia non mancano. E proprio in una di queste occasioni, mentre si trova a casa sua per preparare un dolce, Nina intuisce che quella casa cova inquietanti segreti.
Un passato che interseca il presente della vicina al punto da non poterne più essere separato. Ed è un passato di una terribile violenza che impone una sempiterna condanna.
Alfredo, il fratello di Nina, decide di vederci chiaro: con l'aiuto dell'indomita Rasha e della bella Nur (toccanti le pagine sul dramma dell'immigrazione che le due ragazzine hanno vissuto), localizza le casa dell'Orco.
C'è solo un problema: adesso Nina si trova proprio lì, tra piume nere disseminate sul pavimento e un'angoscia che non riesce a spiegarsi.
Occorre armarsi di coraggio e andare.
Giù in cantina, tra un vecchio jukebox e uno spaventoso merlo indiano, inizia l'inferno. Dal quale Nina e Alfredo, ma anche Rasha e Nur emergeranno cresciuti, nella consapevolezza che le favole sono finite da un pezzo. Almeno "certe" favole.
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