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Fenomenologia di Dries Mertens.

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Dries Mertens e la sua fenomenologia. Come fenomenologia era stata, nel lontano 1961, quella di  Mike Bongiorno  scritta dall'inarrivabile  Umberto Eco . Con l'unica, sostanziale differenza però, che del presentatore che furoreggiava sugli schermi televisivi, si esaltava la  mediocrità , a tal punto che "egli rappresenta - chiosava Eco - un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello." La  fenomenologia di Mertens , invece, è di tutt'altro genere e può essere racchiusa nel secondo goal del Napoli contro la Juventus, nel precedente turno di  Coppa Italia. Siamo al 60° minuto. Dries Mertens entra al posto di un  Arkadiusz Milik  da ritrovare. Napoli contro Juve, una squadra di calcio contro un'altra sì, ma anche i  Borboni  contro  i Sabaudi ,  Masaniello  contro  Camillo Benso Conte di Cavour , la  catena di montaggio  contro  l'amministrat...

Gli imperatori di Montanelli, apogeo e caduta

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Gli imperatori romani di Indro Montanelli raccontati nella  Storia d'Italia, vol.III,  toccano l'acme del potere imperiale per poi sprofondare nei miasmi dell'irrilevanza storica. E si parte, dopo una breve parentesi sulla città di  Pompei  e su  Gesù  e il cristianesimo, con la prima dinastia illustre, quella de  I Flavi   (30 a. C.-96 d. C.). Vespasiano , allora, si staglia all'orizzonte con la sua concretezza di uomo di provincia. Racconta  Montanelli  come l'imperatore di Rieti, nell'intento di riorganizzare il fisco, intraprese una via spicciola ma oltremodo efficace: lo affidò ai funzionari più rapaci e dissanguatori sguinzagliandoli, con pieni poteri, in tutte le province dell'Impero. A rapina consumata (e qui sta il colpo di genio), Vespasiano richiamò a Roma i funzionari ingordi e, dopo averli elogiati per il loro operato, gli confiscò tutti i personali guadagni; soldi, quest'ultimi, che furono utilizzati dal c...

Ecomostro di Aresta, null'altro che un ricordo

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Per avere un'idea della nutrita schiera di mostri che abitano il nostro subconscio, basta chiedere lumi ai bambini lasciati anche solo per un minuto in qualche intercapedine di oscurità. Ti parleranno, allora, alle nostre latitudini, di  MariaLonga  che, come i serpenti di  Laocoonte , ti avvinghierà coi suoi chilometrici capelli per scaraventarti in fondo al pozzo; dell' Uomo Nero  che  ti tiene per un anno intero  per poi crocifiggerti in un crocicchio di paura; del  Munaciello    che quando non porta soldi e non è di indole benigna, ti entra nell'anima e si impossessa della sua veste peggiore. Agli abitanti di  Petina  e non solo, da ormai sedici, lunghi anni, il termine "mostro" evoca una sola presenza: l' ecomostro di Aresta , appollaiato con le sue propaggini di cemento e grigiore, proprio di fronte all'Osservatorio del  predetto comune dei Monti Alburni. C'era una volta,  principierà, allora,...

Donnavventura in attesa di Poirot su rete 4

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Ogni sabato pomeriggio, in attesa di  Poirot  su rete 4 (canale che per me esiste solo per lo sceneggiato ispirato ai racconti di  Agatha Christie ), mi sorbisco gli ultimi strascichi di  Donnavventura. No, ja, così sa troppo di matusa intellettualoide. Rettifico: rete 4, "che per me esiste solo per  Poirot  e per i film di  Bud Spencer e Terence Hill . " Ecco, così va meglio. Torniamo a  Donnavventura , però. Per carità, l'idea alla base del programma sarebbe pure interessante: sette ragazze (il sito di  Donnavventura  ci tiene a precisare che trattasi di giornaliste...sarà!)  alla guida di quattro pick-up rossi (sette diviso quattro fa... poco più di una ragazza e mezzo a bordo di ogni macchina: le  polveri sottili , commosse da tanta generosità, ringraziano) scorrazzano per il mondo alla ricerca di luoghi ed esperienze spettacolari. Ora, a parte il fatto che le giovani pulzelle in questione casualmente sono t...

Lorenzo Forte e gli “svaniti in una nebbia o in una tappezzeria”

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Lorenzo Forte , l'ho scelto di incontrare io. " Stavolta, non ci ricasco ", mi sono detto, mentre l'attendevo davanti al  Bar Verdi di Salerno . Passati in rassegna i miei 40 anni come brava recluta, ho realizzato che almeno 30 di questi li ho spesi scambiando lucertole per draghi, interessi per ideali, ennesimi  Sancho Panza  per rarissimi  Don Chisciotte della Mancia . " Stavolta no, caro Lorenzo; stavolta sarò accortissimo nello stanare l'imbroglio, tanto più che anche nel fisico riveli più il  castello  agognato da Sancho che i  mulini a vento  combattuti dall' ingenioso hidalgo . " Giusto il tempo di presentarmi, di allestire il più falso sorriso in dotazione, che sparo crudo:< Lorenzo Forte , perché lo fai? > L'imbarazzo nel mio interlocutore dura una decina di secondi, giusto il tempo di far affiorare il ricordo dai suoi occhi. E mi parla di  fantasmi , Lorenzo Forte, del tizio che vestiva sempre un  imper...

Una lingua si aggira per le strade dell'Occidente

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Slurp, gnam, yum, crunch, slap, chomp . È la lingua, signori Beninteso, per essa si vuole qui alludere a ogni singolo muscolo, organo o affine comunque utilizzato per  mangiare, sorbire, gustare, succhiare, sgranocchiare , etc.. La  lingua : il vero e, a questo punto, unico fantasma rimasto ad aggirarsi per le strade dell' Occidente . Come dite? Esagero? Alzate lo sguardo dal display, allora, e guardatevi attorno: in qualsiasi crocicchio di strade, a ogni angolo di semaforo, a cavallo di tutte le parallele di marciapiedi, s'invoca, si blandisce, si adesca solo lei, nostra sorella Lingua. Poco importa che tu sia ricco o povero, magro o grasso, erudito o zoticone. Tutto quello che conta, è quanto la tua lingua sia capace di farsi ingolosire da bizzeffe di  ristoranti finto  vintage ,  dai mille  fast food  salmodianti maionese e  ketchup , dall'ennesimo  bar esotic-trash  che rimanda a trasognanti  atmosfere ...

Aristide il Giusto e la pancia degli elettori

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Nel 482 a.C., in una primavera appiccicosa di caucciù (gli antichi Greci a copiare Paolo Conte o viceversa?), bello e buono, decisero di ostracizzare Aristide. Ora, la pratica dell' ostracismo , era una cosa simpatica assai: in buona sostanza, chiunque riteneva che un cittadino ateniese potesse danneggiare la polis (fuor di metafora, lo ' nfamone- invidioso di turno), non doveva fare altro che recarsi in piazza e scrivere il nome del nemico su una pietra di ceramica ( ostracon ). Non appena l'attenzionato raggiungeva le   6000 preferenze (il voto da casa non valeva!), doveva salutare parenti e amici e darsi alla macchia. Insomma, il segnalato, veniva mandato in esilio per un periodo da cinque a dieci anni. Paese che vai, usanza che trovi, se non fosse che Aristide, il candidato all'ostracismo, già da Erodoto veniva definito "l'uomo migliore e più giusto di Atene "; a tal punto corretto, da essere chiamato Aristide il Giusto . Paro paro, per inte...