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L'agnotologia di Rocco

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Martedì scorso, a “ di Martedì ”, la fortunata trasmissione di Giovanni Floris , vi è stata l’ospitata del premier Conte. Premetto: non voglio parlare di Giuseppe Conte . Dico solo, in uno con il simpatico Gene Gnocchi , che avrei preferito di gran lunga che al posto del Conte premier, ci fosse stato il Conte cantautore. Almeno ci saremmo “sparagnati” svarioni come “il popolo è l’azionista della maggioranza di governo” (e chi non vi ha   votato cos’è, feccia di fogna?) o “di Trump non voglio parlarne, per evitare di influenzare le elezioni in America” (e chi sei, Mandrake?). Dicevo, di Conte non voglio parlarne...no, ma così per dire, voi ci pensate al povero Paolo Conte , che non solo ha dovuto patire l’onta di essere surclassato sui motori di ricerca dall’Antonio Conte calciatore prima, allenatore poi (“ agghiacciande !”), ma anche, dal giugno 2018, da un altro Conte, Giuseppe per l’appunto, il “visconte dimezzato”? “Via via/Vieni via di qui/Niente più ti lega a questi luo...

L'ospitalità dannosa per Mimmo

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“ Xenia ”, questo è il nome scelto per l’operazione che ha visto finire agli arresti domiciliari il sindaco di Riace , Mimmo Lucano . “Xenia”, in greco antico, vuol dire ospitalità. E probabilmente un termine migliore, mutuato dal popolo per il quale più di tutti l’ospite era sacro, quello greco per l’appunto, non poteva trovarsi. E sì perché, se le accuse mosse a Lucano fossero corpi da poter mettere in controluce nell’accecante sole calabro, dietro al “ favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ”   e al “ fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti ”, rinveniremmo proprio questo: un’accusa all’efficace modello di ospitalità messo in piedi dal sindaco di Riace. Un “j’accuse”, a ben vedere, ancora più perentorio, vuoi per il clima di evidente intolleranza che si è venuta a creare nel Paese, vuoi perché il modello di Mimmo si è rivelato vincente. Si badi bene, nessuno vuole entrare nel merito dell’inchiesta condotta dal procuratore di Locri, Luigi ...

L'indifferenziato scostumato

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Con la prontezza con cui il buongustaio assocerebbe il giovedì agli gnocchi, noi, ricicloni convinti , non avremmo alcuna esitazione a far seguire al lunedì l’indifferenziato della raccolta. E sì perché noi, incuranti dell’accusa di fanatismo, troviamo normale separare la carta della busta da fattura dal suo occhiello di plastica ; così come, con lo “stomaco” del tirocinante alla prima autopsia, non abbiamo remore ad affondare le dita nelle interiora delle alici confinate nell’ organico per agguantare lo scontrino e gettarlo nel secchio dell’ indifferenziato ; alla stessa maniera, infine, del self control di cui diamo prova al cospetto del malefico tubo delle Pringles , certi che il coperchio e la base del tubo vanno nel contenitore di plastica, acciaio e alluminio mentre il cilindro, quello sì, è da gettare nel raccoglitore della carta. Ebbene, noi sacri officianti della raccolta differenziata , prostrati al cospetto della sua magnificenza, non possiamo non notare una falla ne...

Il Nostro Prof Vincenzo Buonocore

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Correva l’anno 1998. Superati gli esami più attinenti ai miei “studi classici ardenti” che alla professione di avvocato , mi accingevo a sostenere diritto privato. “ Istituzioni di diritto privato !” -   mi avrebbe folgorato, per omnia saecula saeculorum , il Nostro. Lungo i corridoi della facoltà di giurisprudenza , l’implume studente che ancora doveva passare sotto le forche caudine dell’esame di istituzioni di   diritto privato A/L, vivacchiava accartocciato nella paura ancestrale della collera del Nostro. Per chi, invece, avesse superato la tremenda prova, il futuro radioso di una vita professionale gli si schiudeva come bocciolo al primo raggio di sole. “Diritto privato mezzo avvocato!” Ecco, per l’appunto: poiché dovevo pur legittimare la borsa di pelle regalatami dal nonno ancor prima dell’immatricolazione all’ università , occorreva sostenerlo, ‘sto benedetto esame. E per farlo, era necessario seguire il corso, nonostante quello che si diceva del Nostro con il ...