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La giustizia dell'andante con brio

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Mi devo mettere la giacca . Non dico la cravatta, ma almeno la giacca. Mi alzo con questo pensiero, e la prima stilla di sudore mi imperla la fronte. Sono le 8,00: il termometro già staziona ineluttabile sui 30°C. Fosse stato solo per il giudice di pace , col piffero che mi avreste visto con la giacca: la camicia, ed è più che sufficiente. Solo che alle 12 ho un’altra udienza, stavolta al Tribunale di Nocera , e davanti a un giudice (i giudici di pace sono avvocati), se proprio non la cravatta, almeno la giacca, la devi mettere. Cammino a passettini, con movimenti felpati, evitando ogni sovraccarico che possa comportare fatica . E quindi sudore . Saggio la mia affermazione professionale dai tanti sorrisi e saluti che prodigo a destra e a manca prima di entrare nell’aula. Tanti? Troppi! Varcata la soglia, infatti, tutti i 4000 e passa avvocati del Consiglio dell’Ordine di Salerno , più i praticanti, più i colleghi «fuori foro», per una concatenazione di eventi (scioperi, r...

La gatta del Governatore

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Salve a tutti. Chi vi parla, è Ernesto, il gatto nero del Governatore . Oddio, se proprio devo essere sincera, sarei una gatta e il mio nome sarebbe Benita . Ma si sa come vanno le cose in politica : occorre dissimulare, nascondere, camuffare. E sì perché il mio genere sarebbe femminile ma come conciliare l’altra metà del cielo con il machismo da rottweiler di De Luca ? Per quanto riguarda il nome, poi, da sei vite continuo a chiamarmi Ernesto come il Che ma già dalla quarta vita avrei potuto chiamarmi indifferentemente Silvio o Matteo.   D’altronde, è vero o no che dalla falce e martello dei primordi, il fu «Vicienz ‘a funtana» si è votato alla speculazione «cazzuolara» e alla fricchettonaggine bullonesca? Comunque, è da un’eternità che non mi si chiama più Ernesto. Ultimamente, qualche volta De Luca, a mezza bocca, parlava di me con gli amici più intimi come il gatto Silvio o quello Matteo . Ma la conosco solo io la concupiscenza della quale, nelle notti di luna piena, gli oc...

Finzione di migranti

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  «Ormai è qui…» Il dottor Falivene c’aveva provato eccome a fargli rispettare gli appuntamenti; solo che, quando la Capitaneria di Porto gracchiava l’avvistamento di un altro barcone , il Ministro aveva indiscutibilmente bisogno di lui. «Altri venti gommoni, stanotte. E ho dovuti farli sbarcare ancora sul suolo patrio, si rende conto?» «Beh, visto che ormai li stiamo prendendo tutti noi, quel carico poteva anche indirizzarlo verso qualche altro porto, no? Com’è che diceva giusto un anno fa? Ah, ecco: “ Prima gli italiani ” e “ Porti chiusi .”» «E secondo lei, polenta Valsugana inviperita, non c’avrei provato? Ah, dottore! Una sola volta ho serrato la mascella volitiva, mi sono messo i pugni ai fianchi, e ho detto: “Itttaliani, sbarcateli a Malta!”» «Eh, e quindi?» «Dopo cinque minuti, La Lega ha perso 10 punti percentuali.» «Ancora i gattini?» «Ma quale gattini e micetti? Quei fottuti negri sono diventati più scaltri. Mentre prima si accontentavano di portare...

Fino alla fine

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Doveva arrivare anche questo momento. Non che tu non me ne avessi anticipato l’ epilogo , sia chiaro. L’ultima volta che ti ho proposto di «andare giù», mi hai guardato strano. E non era la solita stranezza. Nossignore, non mi stavi deridendo perché continuavo a parlare di un giù che ormai non ci apparteneva. Ma che vuoi, noi esseri umani siamo strani. Ecco, per l’appunto, gli strani siamo noi che non riusciamo a rassegnarci all’idea che dove c’era un «giù», adesso c’è il «fuori» della casa in campagna. Tu ti sei fermato. Per la prima volta, hai fatto resistenza al guinzaglio , lo stesso che, appena un paio di mesi fa, doveva rincorrere le tue fughe in avanti. Già, proprio come quella volta che, con un colpo di reni di una irruenza che sapeva essere solo tua, te ne sei liberato. Qualche ora dopo, ti sono venuto a prendere addosso a una cagnolina. Non so come spiegartelo ma, sì, adesso te lo posso dire, mi sono sentito tradito . Certo, lo so che è ridicolo, che è una cazzata, ma è com...

Salerno, Ferrero presenta il suo Marx

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Nel pomeriggio di venerdì 14 dicembre, presso il Salone della Funzione Pubblica CGIL di Salerno, si è tenuta la presentazione del Libro di Paolo Ferrero e Bruno Morandi Marx-oltre i luoghi comuni , DeriveApprodi Editore. L’iniziativa, promossa dall’ Associazione Memoria in Movimento , ha visto la nutrita partecipazione di un pubblico attento e propositivo. Angelo Orientale , dopo i saluti di rito, ha introdotto la discussione sul filosofo di Treviri a 200 anni dalla sua nascita e a 170 anni dalla pubblicazione de Il Manifesto del Partito Comunista. Il primo a prendere la parola, è stato il Prof. Fortunato Maria Cacciatore dell’Università della Calabria, che, con un’analisi lucida, ha fatto riferimento alla critica di Marx al comunismo ex cathedra . Di poi, si è soffermato sulla visione del filosofo tedesco della filosofia come talpa che ha l’obbligo morale, a differenza della Nottola hegeliana, di modificare la realtà. A questo punto, la studentessa Rossella Falco de...