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10 e non più di 10 #33

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  Riviera d'Acheronte, suppurazione di piaghe recrudescenti. Litorale di sbobba ematica, culla infanticida di sogni d'accatto. Torri, casinò, Trump tower, vessilli paralitici al pneuma vitale. Il Leviatano di Bitcoin,  la Bestia sulfurea dal piede caprino,  semente dannata del frutto marcito. Riviera di Gaza, intelligenza tumorale.  

"L'ipotesi del male", di Donato Carrisi, TEA edizioni

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           Nel Limbo, la stanza 13 dell'obitorio di Stato, c'è il girone dei passi perduti dietro a un corpo improvvisamente scomparso.      Dopo l'inquietante vicenda de Il Suggeritore, l'agente Mila Vasquez si è rintanata proprio nel Limbo, alla ricerca di una via di fuga dai propri demoni; presenze oscure e inquietanti, queste ultime, sempre pronte a esigere il contributo di tagli e lacerazioni che possano certificare la natura altra di Mila ( Tu sei sua. Tu gli appartieni ...).      Eppure là fuori per il mondo, gli scomparsi sembrano essere ritornati; stavolta, però, per rimettere in qualche modo le cose al loro posto, secondo una logica del tutto singolare.     Come un annichilente gioco dell'oca, si riparte dal Signore della Buonanotte, il regista occulto di una serie di sparizioni che si sono verificate negli anni addietro. E i punti di contatto tra gli scomparsi (condizioni di vita difficili, il so...

10 e non più di 10 #32

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     Fin da troppo lontano, apre la macchina col telecomando.      Un automobilista, colto il doppio bagliore salvifico, attende.      Il proprietario dell'auto parcheggiata r allenta il passo. Si accuccia a legarsi le scarpe. Sale a bordo con la vivacità del bradipo.      Evidenti gesti d'insofferenza dall'autista in attesa del posto, improperi da quell'altro appena più dietro, clacson a tutto spiano dalla coda della colonna.      Il proprietario dell'auto parcheggiata si aggiusta lo specchietto retrovisore. Prende qualcosa dal portaoggetti. Si sporge dal finestrino e fa segno di no: «Aspetto mia moglie».      La macchina in snervante attesa gli rovina addosso. Applausi a prescindere.

"Il pittore di battaglie", di Arturo Pèrez-Reverte, Tropea edizioni (trad. R. Bovaia)

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            In una torre di guardia abbarbicata sulla scogliera del Mediterraneo, l'ex fotoreporter di guerra Falques decide di averne abbastanza. Nonostante i trent'anni di professione sempre in prima linea, tra messe a fuoco, velocità di otturazione e diaframma, la fotografia non è in grado di dire più niente.        Le "agghiaccianti simmetrie" degli scenari di guerra, da quelle dell'antichità fino a quelle dei giorni nostri, parlano un linguaggio che  l'obiettivo (necessariamente parziale) della macchina fotografica non riesce a cogliere nè a decifrare. Falques, allora, ricorre alla pittura: un affresco circolare lungo tutte le pareti della torre, in cui rappresentare il metodo e le nascoste nervature di ogni conflitto, di ciascun cataclisma.      Chi l'ha detto, infatti, che le battaglie sono governate dal caos?      Ritiratosi in una edificante solitudine, l'ex fotoreporter dipinge anche per...

10 e non più di 10 #31

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               Il senso d'inquietudine reclama soddisfazione.          Ritorno nella sala della conferenza stampa.          Ormai è del tutto vuota.          Mi siedo di nuovo sulla poltrona avveniristica.          Non prima di piazzare uno specchio a grandezza d'uomo di fronte.          L'immagine riflessa è quella di una parete stipata di sponsor.          Il tavolo, affastellato di marche e inserzioni pubblicitarie.          Su di esso, l'ultimo ritrovato della scarpetta di tendenza.          Concentro lo sguardo sul me stesso che mi rimanda lo specchio.     Il mio prezzo, qual è?    

"Oscura e celeste", di Marco Malvaldi, Giunti editore

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              Firenze, 1631. Il sagace Galileo Galilei , ormai giunto a un'età non più verde e con la vista che continua a perdere colpi, è in attesa di veder pubblicato il suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo . Opera, quest'ultima, scritta in volgare per raggiungere il maggior numero di persone possibile: la scoperta che è il Sole al centro dell'universo e non la boria "aristotelica" del Santo Uffizio , deve avere vasta eco.      La peste che dilaga sconsiglia gli spostamenti e lo scienziato ne approfitta: riesce a ottenere di stampare il Dialogo in città anzichè a Roma eludendo, così, i cavillosi controlli dell' Inquisizione . C'è un solo problema. Poichè la sua scrittura è alquanto incomprensibile, vi è la necessità di far ricopiare l'opera, prima di portarla dal tipografo, da persona fidata e soprattutto con una grafia aggraziata. E chi meglio di suor Maria Celeste, al secolo Virginia Galilei (sua figlia), potrebb...

10 e non più di 10 #30

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                   Emilio è un meccanico che si limita al suo compito.           Deve aggiustare il motore? E allora non gli interessa farsi un'idea del proprietario dell'auto.           Piero viene la prima volta da Emilio. Un guasto.           «Ma non ha mai sentito un rumorino...?» «No, mai».           Piero ritorna. Un altro guasto.           «Rumori mentre guidava?» «Niente».           Piero è in officina per la terza volta.           Emilio non gli chiede niente. Completa il suo intervento.           La prova in strada, stavolta, la farà lui. Entra nell'abitacolo e il volume dello stereo gli sferza i timpani.           La voce del motore è zittita dalla cagnara ...