Gigino è stato sempre un ragazzo determinato. Anche e soprattutto quando la sua voglia di diventare avvocato si veniva a scontrare, ogni giorno che Iddio manda in Terra, con le condizioni economiche della sua famiglia che a definirle precarie si pecca di generosità. Poco male. Lavorava come cameriere in una pizzeria nei fine settimana. In estate, per qualche mese, si scorticava la schiena nei campi di pomodori. Negli occhi, sempre la fierezza di inseguire il suo sogno senza dover mai dire grazie a chicchessia.
A chi di noi, con le palpebre sonnolenti delle undici di mattina che avevano appena finito di inzuppare la brioche nel latte e caffè di mammina, gli faceva presente che così facendo non avrebbe mai potuto avere una ragazza, lui rispondeva con un sorriso accompagnato da un'alzata di spalla. E a Gilberto che alludeva alla possibilità di buscarsi, ogni tanto, qualche euro rendendo una testimonianza "a comando" al giudice di pace, lui rispondeva sempre allo stesso modo; apparentemente alla stessa maniera, perchè si vedeva lontano un miglio, per chiunque lo conoscesse bene, che Gigino alla sola idea di tradire il suo ideale di giustizia, si avvampava come la capocchia di un fiammifero. Poi venne Emanuela.
Dopo una settimana lo lasciò perchè non la faceva mai divertire e per il fatto che, secondo quanto riferito alla comitiva dalla sua migliore amica, non ci aveva manco ancora provato.Per questo motivo, nel nostro gruppo, la noia di un'interminabile pomeriggio d'estate partorì la calunnia che Gigino potesse essere ricchione.
Lui quando venne a conoscenza delle illazioni a tal proposito? L'ennesimo sorriso e la solita, disarmante alzata di spalle.
Venne il giorno della sua laurea in giurisprudenza. Bruciante, fulminea; addirittura urticante, perchè tutti sapevamo che la velocità con la quale era stata conseguita, mai e poi mai sarebbe potuta essere imputata alla raccomandazione che troppo spesso serviva a giustificare la nostra ignavia.
Gigino, due anni fa, ha aperto il suo studio legale.
Una persona, suo ex cliente, è venuto scandalizzato da me, più comprensivo, perchè si è visto messo alla porta non appena il suo legale si è accorto che uno dei testi che aveva portato per perorare la causa era falso.
L'ho incontrato una settimana fa. Tra il suo solito sorriso e la consueta alzata di spalle, ha fatto trapelare l'inquietudine per la sua situazione economica, aggravata, come sappiamo tutti senza che lui ce l'abbia mai detto, dalle continue spese mediche per la sua malattia.
Dal barbiere, dopo aver "trattato" un sinistro simil-vero, apro il giornale alla pagina locale. A caratteri troppo generosi leggo: Indagato "l'avvocato comunista" per truffa alle assicurazioni.
Alzo gli occhi dal quotidiano, spaesato . Esco fuori dal salone ancora con la schiuma da barba che soffoca il mio mento.
Ho un conato di disgusto verso il mondo.
Verso me stesso.
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