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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Melodramma italiano

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Il sipario si alza promettente. La loggia, il loggione, le gallerie, così come i salotti, le piazze, i bar, straripano di spettatori ansimanti per l'emozione; ma pure, non risulta difficile crederlo, per i quaranta gradi all'ombra impreziositi da una umidità da Duello al sole. Mezzogiorno  ( o giù di lì )  di fuoco! Qui, a Natal ( ironia della sorte! ), l'unica neve che cade, è quella filigranata degli sponsor che impongono di giocare alle tredici perché il fuso, l'incasellamento con le altre gare, gli italiani che si lamentano ( lo dice pure Pif nello, lupus in fabula , spot della Telecom ) delle nottate in bianco. Sulla scena, ventidue Argonauti alla ricerca spasmodica della Coppa d'Oro. Undici da un lato, undici dall'altro, in perenna e sanguinosa competizione tra di loro. L'impresa, come da copione, è una di quelle capaci di far tremare le vene ai polsi o gli incisivi nel colletto dentale. A dirigere il tutto, Lui: il possent...

Giovane? E io metto mano alla pistola

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Nell'antica Roma, la vita media era appena di 18 anni; nella Francia del '700, di soli 30. Oggidì, grazie all'enorme sviluppo della medicina, della scienza, della tecnica, e di una serie molto corposa dei saperi più disparati, siamo arrivati ad un'aspettativa di vita di circa 80 anni. Sicuramente un bel traguardo, non c'è che dire; eppure, a ben vedere, non sufficientemente "alto" per giustificare la perniciosa abitudine che ha ormai minato dalle fondamenta il funzionamento del nostro orologio biologico (la bussola va impazzita all'avventura): estendere, allargare fino all'inverosimile che non può, per ciò stesso, non sconfinare nel ridicolo, la fascia dell'età "giovane".  Non molto tempo fa, le "ere anagrafiche" erano all'incirca le seguenti: fino a 10 anni, la fanciullezza; da 10 a 16 anni, si parlava di "ragazzi"; dai 16 e fino, al massimo, ai 20 anni, di adolescenza. Dopodiché, c'era poco da far...

La logica del motorino

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Sono appena arrivato all'Aci per la visura della targa di un'automobile. Mi dirigo alla dispensatrice d'attesa e mi viene assegnato il numero sette; per la precisione, A7. Alzo lo sguardo al display piantato come una spada di Damocle sulla testa del nuovo, baffuto impiegato, e leggo A1. Un minuto. Cinque minuti. Tre o quattro loschi figuri, con aria cospirativa, fanno capannello davanti allo sportello incriminato. Presumo un rumore lontano. Adesso riesco pure ad avvertire lo scatarrare inconfondibile della marmitta polini. Prima di vedermelo tagliare la strada ancora una volta, impotente e fesso, mi alzo e scopro la magagna: quello che mi precede, con la consueta faccia di bronzo tipica di chi è avvezzo a tali pratiche, ha il numero A9. Lo guardo a tal punto male che pure l'impiegato si sente in dovere di chiedermi, sia pure  imparpagliato  dalla coscienza sporca,   spiegazione di cotanta taliata nivura. < C'è che io ho il numero A7 e la p...

A una processione

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Visto dall’alto, l’argento sfavillante della statua di San Matteo sembra un rostro finemente decorato di una nave antica, con la poppa già inghiottita da onde gigantesche di folla in tripudio. In primissimo piano, subito sotto la prua schiumante calca festante, vi è la classe dirigente ammantata di consenso comunque conquistato.  Tra solerti benedizioni e sorrisi dispensati a iosa, l’alto prelato serba ancora in bocca il sapore del frutto proibito di Karim. “Sia ringraziato Dio per cotanta goduria del corpo e dello spirito. E poi per le sue labbra, capaci d’elevare l’anima fino alle soglie del Paradiso. Peccato? E perché mai? Le sue cosce, il culo da puledra insaziabile e ancora le zizze sode sono nient’altro che la giusta ricompensa per averla tolta dal marciapiede. Date e vi sarà dato, no? ” “Padre, Figlio e… - “guarda chi ci sta, ’sto cornuto del sindaco! Eccolo qui, sorridente come un mongoloide. Ha avuto, ‘sto comunista del cazzo, il coraggio di portare i porci musul...