“Gialli d’estate” è una di quelle raccolte in cui è abbastanza agevole distinguere il buon grano dal loglio.
L’incipit contenuto ne la nota dell’editore è
di quelle accattivanti, che creano suspence: la stagione migliore per
compiere un delitto sembra essere l’estate.
A dimostrazione di questa premessa, ecco dipanarsi davanti agli occhi del
lettore di genere o semplicemente di quello che confida nelle fibrillazioni del
“giallo” per dare verve alla quotidianità, undici storie di giallisti
“griffati” più o meno riuscite.
Il viaggio letterario inizia dai primi giorni dell’estate per terminare alle
soglie dell’autunno.
Si parte con Il Sette di cuori di Maurice Leblanc, il creatore del famigerato Arsène Lupin. Il protagonista del giallo rincasa dopo una notte passata con amici al ristorante Cascade, tra maliconici valzer dell’orchestra tzigana e racconti di furti e crimini.
Una lettera che gli ingiunge di non muoversi, di non gridare qualsiasi cosa succeda, lo paralizza.
Quando ormai la quiete è ristabilita e il far del giorno incute la forza per “liberarsi” finalmente, l’ordine nella casa impera. Tutto è come dovrebbe essere, eccezion fatta per un sette di cuori sul pavimento.
Ne L’avventura dell’angelo caduto di Ellery Queen, proprio la scrittrice protagonista del giallo riesce a svelare cosa si celi dietro un alibi troppo perfetto per essere credibile fino in fondo.
Al centro della scena, una casa eccessivamente manierata; di quelle, per intenderci, che possono costare mesi e mesi di psicanalisi per liberarsi dagli “orribili sogni gotici”.
Il picnic del 4 luglio di Rex Stout allieta il lettore con la svogliata ma sempre feconda capacità d’indagine di Nero Wolfe che anche stavolta, nonostante l’arma impropria utilizzata (un coltello per l’arrosto) per l’omicidio, scoverà l’assassino. Nella raccolta c’è anche spazio per un giallo attuale, con i suoi pc e l’immancabile cellulare: quello del curatore del libro, Marcello Fois, che in Dove? ci presenta il commissario Curreli alle prese con un indagine troppo ricca di coincidenze per giungere al suo approdo consequenziale.È nelle segrete dell’ovvio che si cela l’inganno.
Il problema dela rosa rossa di Jacques
Futrelle è uno di quei gialli che si prodiga alla ricerca di un metodo
nell’apparente follia: 12 rose rosse inviate alla signorina Burdock, di lunedì,
mercoledì e sabato.
Solo la dodicesima è quella fatale per la destinataria e per il suo cane. Perché?
Poteva mancare, in una raccolta di gialli, il buon vecchio Edgar Allan Poe?
Certo che no, e qui ne Il Mistero di Marie Roget è presente con
tutta la criticità del suo metodo induttivo e il suo rigore logico-scientifico.
Ne Il vecchietto delle Batignolles di Emile Gaboriau, la
domanda che si rivolge al lettore è sconcertante nell’ovvietà della (presunta)
risposta: ”Si può immaginare che un assassino sia tanto stupido da denunciarsi
tracciando il proprio nome di fianco al corpo delle vittima?”
La regina del giallo Agatha Christie appare in un’estate ormai inoltrata
con il suo Nido di Vespe: un’indagine perfetta, di quelle che non
abbisognano di spargimento di sangue per svelare al fine Hercule Poirot
autore e movente del delitto.
È la volta di Chaterine L. Pirkis che ne Il fantasma di Fountaine
Lane si deve destreggiare tra un fantasma apparso al capezzale di una
bambina e la sparizione di un assegno in bianco: dov’è il nesso?
Presente Agatha, non poteva mancare (Elementare!) sir Arthur Conan Doyle.
Il giallo (“statico”) che qui ci viene presentato è L’avventura di una
scatola di cartone in cui all’arguto Sherlock basta, per l’appunto, la
disamina di una scatola per “farsi un’idea” di come siano andate le cose.
Chapeau, mister Holmes!
L’enigma “testuale” ritorna con Salute e libertà di Fred
Vargas in cui cui al commissario Adamsberg e al suo fido Danglard è
affidato un compito: decodificare i “pizzini” che arrivano in ufficio con
cadenza più o meno regolare, tutti firmati “Salute e libertà.”
E il senso del buon “Vasco De Gama” che continua a stazionare imperterrito di
fronte al commissariato?
Undici gialli, gialli “come il sole di Ferragosto.”
“Perché il crimine non conosce vacanza.”
Nessun commento:
Posta un commento