venerdì 26 settembre 2025

"10 e non più di 10" #47

     



    "Uno vale diecimila": aforisma, questo, attribuito a Eraclito, a significare che la vita di un sapiente vale quella di diecimila persone mediocri. E ciò che vale per la vita, può valere benissimo per la morte.

    La morte di un bambino gazawi, con i suoi sogni intombati sotto macerie di disumanità, vale mille morti di chi istiga all'odio, al razzismo, allo sfregio dei diritti umani.

    Ci sono delle morti che straziano l'animo al netto delle quantità.

    Ci sono delle morti ascrivibili solo all'ordinario cordoglio. A prescindere dalla condanna per le modalità.

    Finchè ci saranno "ma" e "però" ci sarà discrimine.

    


mercoledì 17 settembre 2025

"10 e non più di 10" #46

    




    Su Gaza e la strage degli innocenti, non c'è discussione che tenga. Non ci può essere. La parola, da segno convenzionale per gli stoici, diventa il corpo e il sangue della mattanza.

    Silenzio, perchè ogni parola che non sia un gesto concreto di opposizione, non ha senso. E chi prova a introdurre qualche avversativa o a gettare il seme di un distinguo, che venga inchiodato mani e piedi alla croce dell'aberrazione.

    Non c'è nessuna mela di Adamo ed Eva: il peccato mortale, da cui nessun battesimo potrà mai mondarci, origina dal genocidio di Gaza. Come da quello avvenuto nei campi di concentramento.

    I martiri dell'Olocausto si arruolano nel Terzo Reich.

    Silenzio, e luce spenta sull'umanità.





sabato 13 settembre 2025

"10 e non più di 10" #45

    


    L'acino di Galilei se ne sta tronfio, irrorato dal sole e innervato dai nutrienti della vite. Ed è certo che il sole, i nutrienti sono lì unicamente per farlo crescere panciuto e dorato.

    Lui, l'unico acino dell'universo a dispetto delle decine di chicchi d'uva della stessa pigna; delle centinaia di acini del medesimo filare; dei milioni di chicchi d'uva dell'intero vigneto.

    Arriva il contadino. E se ne infischia dell'indispensabilità dell'acino di Galilei. Zac, e giù nella cassetta assieme agli altri; spash, e via negli ingranaggi della pigiatrice.

    Un solo, ininterrotto e indistinto flusso di vino. Con la memoria ridicola dell'acino di Galilei.

sabato 6 settembre 2025

"10 e non più di 10" #44

    


    «Dai, comunque tua figlia è un'altra cosa. Perchè? Ma l'hai sentita come parla? Mio figlio e il figlio di Pinuccia...vero Pinuccia?..alla sua età conoscevano la metà delle parole che conosce lei e l'altra metà le pronunciava pure male. Non per niente, i nostri, sono figli di muratori, casalinghe...»

    Mi incasso nelle spalle e provo a obiettare qualcosa. Inutilmente. 

    Sono amareggiato: la fatica del figlio del contadino mi appartiene fin nel midollo. La condizione della rincorsa perenne, i sudori sbeffeggiati della divisione in classe mi bruciano ancora sulla pelle. Per un istante, un istante solo, mi viene di odiare mia figlia. Poi mi scuso, abbracciandola fino a farle male. 

    Ho un cesso di mondo da farmi perdonare.

"10 e non più di 10" #49

           All'ingresso,  questuanti allampanati per associazioni moltiplicatrici di sensi di colpa.     Si apre la porta automatica, e ...