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Vincenzo De Luca e le facce di San Matteo

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La Preistoria è stata divisa in ere geologiche. La Storia, almeno fino all’Epoca Moderna, in secoli. In seguito, si è iniziato a percepire in maniera meno lunga questo arco di tempo fino a parlare, per quanto riguarda quello scorso, di "secolo breve".La chiave interpretativa dei fatidici 100 anni è data da un acronimo. O meglio, da due: “a.C.” (avanti Cristo)” e “d.C.”(dopo Cristo). Per la ridente (mi si passi l’aggettivo scontato) cittadina di Salerno, oltre, ovviamente, a questa summa divisio, ve n’è un’altra. Per l’esattezza, da circa una ventina di anni, “a.D.L.” e “d.D.L” (da non confondere, quest’ultimo, con il d.d.l. disegno di legge). Qual è questa divinità così potente da addirittura mettersi in competizione con il Cristo? Semplice, Vincenzo De Luca. Esagerazione? Venite a farvi un giro il 21 settembre alla processione di San Matteo, santo patrono   della città campana! Il giovane compagno “Vicienz’”, con alle spalle la fiammante falce e martello della cos...

La Vecchia Signora bastona e la Nocerina s'infortuna

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Bianco-Nero, Bianco...Nero, Nero? Sabato, cinque minuti prima della partita. Il borbonico piagnone, sporco (lo gridano pure loro, no?), con l'atavico, strisciante senso d'inferiorità, se ne sta davanti al televisore, pregustando il riscatto. Llorente che segna in fuorigioco ("e ti pareva, non potendoci superare in bravura, ricorrono, com'è loro tradizione, alle ruberie...rubentini!!), sarà solo il pretesto per dimostrarci ancora più violenti nella reazione ("teutonico, m'hai provocato? E io me te magno"). Una magaria di Pirlo e una staffilata di Progba, interrompono la metamorfosi. Quella da borbonico piagnone, con il senso d'inferiorità incorporato, a borbonico che mette sotto il giogo dello "scuorno" la Vecchia, con il culo alla fossa, Signora. E come se non bastasse, si ritorna pure ad essere sporchi, perchè la rivendicazione sul primo bidet ("strano oggetto a forma di chitarra" per i “Savoiardi”) installato nell...

"Sole a catinelle" e qualcosa "della Che Guevara"

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Metti una domenica pomeriggio qualunque. Vai a prendere la ragazza. Cincischi un attimo per prefigurarti un approdo diverso. Niente gelato, che il tempo non gli si addice. Niente pizza, che per digerire il pasto con la nonna ti ci vorrebbe un caterpillar a manetta giù per lo stomaco.  Niente approcci acrobatici lungo le pareti scoscese del ribaltabile, che "l'ovulo lo sento scendere proprio adesso, ohì!". Guardi con lo sguardo distratto la tua metà e butti lì un cinemino. La proposta viene vagliata e stancamente approvata. Qualche dubbio sulla sincerità delle reazioni mostrate viene: a te, quando lei ti raggiunge all'ultimo minuto lamentandosi che non "c'è un posto per parcheggiare nemmeno a pagarlo oro" nonostante insieme ne abbiate visto almeno una decina liberi appena un minuto fa; a lei, quando non si capacita come, malgrado la fila chilometrica solo per "Sole a catinelle", tu gli comunichi con l'ufficialità tipica dell...

Maledetto, benedetto Sassuolo!

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Eccomi qui.  Fustigato, da tifoso napoletano, dalla sferza mefistofelica che non ti aspetti; o meglio, che non può brandirsi perchè potenzialmente incapace dell'abbrivio necessario a procurarti dolore. Un attimo dopo il 93esimo, stai lì come inebetito a pensare che il record delle cinque vittorie consecutive è rimasto imbrigliato negli striscioni del tutto esaurito del San Paolo. Ti si sparapanza, allora, davanti agli occhi la classifica ( perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?) che vede la tua squadra del cuore intrippata al secondo posto.   "Maledetto Sassuolo!" - ti viene da digrignare a mezza bocca, deluso e incazzato. Poi, una luce. Golia e Davide. Leonida e Serse. Che Guevara e Batista. Il rosso ideale vomita cavalloni sul lago delle sicurezze quantistiche. Il credo egualitar-rivoluzionario che ha ispirato tutta la tua vita ruggisce indomito. "Il Napoli comunque vincerà lo scudetto." ...

Il Castello del Tondo Sacro

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          Ed è arrivato il giorno dell’ultimo Consiglio Comunale prima delle vacanze estive. Nonostante i mastodontici condizionatori verde pisello appollaiati sulla testa dei Dioscuri ( le buone cose di pessimo gusto ), l’Aula del Consiglio appare refrattaria a qualsiasi, pur insistito, anelito di frescura. I problemi sono tanti. Le forze scarseggiano. La voglia di risolverli sta già spaparanzata su qualche spiaggia da 40 € a lettino. Ciononostante, l’esimio signor sindaco Allagricoltura Braccia Rubate deve pur scioglierli ‘sti nodi gordiani che lo separano, ultimi di un lungo rosario di grattacapi, dall’approdo patinato alle isole Free Scura. Ora, non che si pretenda che vengano affrontati e risolti tutti e cinque i problemi che ingolfano l’agenda politica, ci mancherebbe, ma almeno di uno, il principale, non può essere rinviata la trattazione: la “questione monnezza” che attanaglia la città di Castellanea. Dopo quattro ore e passa di C...

Odio il cemento

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Mio padre faceva l'imprenditore edile. Mio nonno era muratore. Il mio bisnonno lavorava la calce. Non ricordo cosa facessero gli altri antenati. Eppure son sicuro che se facessi una ricerca genealogica, tutti quelli che hanno qualche cromosoma che si può, anche de relato , collegare a me, abbiano avuto a che fare con le pietre, la calce, il cemento, le costruzioni. E invece io adesso sto qui. Rinchiuso in queste pareti asettiche dell'ospedale a causa di un incidente. Tutti i miei cari stanno al mio capezzale. Ognuno di loro, finanche la piccola Assuntina che sembra chiedermelo con gli occhi, vorrebbe sapere quale sia stato il motivo che mi ha spinto a sorpassare in curva la betoniera. La fretta? Il bisogno di risentire uno di quei brividi adolescenziali della cui mancanza tante volte mi sono lamentato con mia moglie? No. Ovviamente nulla di tutto questo. Per fortuna il medico con la testa a pera ha raccomandato ai miei di non chiedermi niente in merito all'incidente....

L'Avvocato indagato

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Gigino è stato sempre un ragazzo determinato. Anche e soprattutto quando la sua voglia di diventare avvocato si veniva a scontrare, ogni giorno che Iddio manda in Terra, con le condizioni economiche della sua famiglia che a definirle precarie si pecca di generosità. Poco male. Lavorava come cameriere in una pizzeria nei fine settimana. In estate, per qualche mese, si scorticava la schiena nei campi di pomodori. Negli occhi, sempre la fierezza di inseguire il suo sogno senza dover mai dire grazie a chicchessia.  A chi di noi, con le palpebre sonnolenti delle undici di mattina che avevano appena finito di inzuppare la brioche nel latte e caffè di mammina, gli faceva presente che così facendo non avrebbe mai potuto avere una ragazza, lui rispondeva con un sorriso accompagnato da un'alzata di spalla. E a Gilberto che alludeva alla possibilità di buscarsi, ogni tanto, qualche euro rendendo una testimonianza "a comando" al giudice di pace, lui rispondeva sempre allo stesso m...