Paolo Conte, mannaggia a te!

Paolo Conte, mannaggia a te! A te che te ne stai lì, col baffo sornione e lo sberleffo ringalluzzito di chi ha capito che la fuga dalla vita è la quintessenza. A te, Conte Paolo, che ti diverti e ti estenui , rannicchiato nell’ombra dei tuoi diesis e bemolle capaci di strapparmi un sorriso di tregua ad ogni accordo . Eppure non ci sarebbe nulla da sorridere, mannaggia a te… e mannaggia pure a me che continuo a sorridere come uno scimunito, sprofondato in fondo ad una città. Prima di quella sera, prima che l’orchestra illusa a Napoli del San Carlo mi ribadisse che sì, Max, la tua facilità non semplifica, Max , sciorinando lamine di luce lungo il mio angusto universo musicale , avevo una vita “ganza”. Poi (che Atahualpa o qualche altro dio ti fulmini), con l’ aggettivo giovane (“ganza”, per l’appunto), è scomparsa dalla mia vita pure Marisa . Meschina! Mi amava, ...