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Sono morto. Dio al pianoforte?

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Sono morto. E fin qui, nulla di speciale. Certo, alla tenera età di 39 anni, fa un po' specie morire. Ma tant'è:  l'Eguagliatrice che numera le fosse  ha chiesto il mio fio, e io sto qua, aspettando Dio. Nulla di più, nulla di meno. Avete presente le  nuvolette ,  San Pietro, il cielo blu e le schiere degli angeli ? Sì? Resettate tutto. Io, e sto ormai aspettando Dio da più di un'ora, vedo solo una panca, un corridoio scuro che sembra esistere solo per giustificare la presenza della panca di cui sopra, e un  tizio col colbacco  che mi chiede continuamente:<Ma com'è stato?> "Cazzi tuoi, niente, eh?" Che poi, a dirla tutta, fino ad adesso ho risposto a tutte le domande; anche a quelle del ciccione col toscano agli angoli della bocca che fumava e chiedeva, chiedeva e fumava. Dopo avermi sentito inanellare la  selva di insuccessi che una vita che si rispetti porta  inevitabilmente  con sé,  mi ha raccomandato di mettermi ...

Margaret Cittadino: io non so, non ne ho le prove ma…

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L’auto della figlia di Margaret Cittadino ha preso fuoco proprio in una di queste notti incipriate dall’appiccicaticcio dei manifesti elettorali Questa è la notizia; una notizia come tante altre, da relegare nello spazio più o meno lungo che la sensibilità del direttore assegna alla cura del giornalista. Tutto vero, ma ci sono dei fatti che per la  storia personale  di chi, suo malgrado, ne è investito, per le  condizioni ambientali  e per il  momento storico  in cui si verificano, esigerebbero approfondimenti. A tal proposito, il Questore di Salerno subito ha rassicurato che sarà fatto ogni sforzo investigativo per chiarire i contorni della vicenda. Eppure, se si guarda alla storia personale di Margaret Cittadino, non si riesce del tutto a zittire quel sospetto che sembra divertirsi a suggerire dietrologie. Margaret Cittadino è capolista di “ Salern o di tutti , la lista che unisce le varie anime della   Sinistra salernitana   insiem...

Il candidato rampante

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Io, indefesso camminatore e convinto assertore del meglio un caffè offerto a te che pagare pure la frazione d'ora , a questo mi sono ridotto: a parcheggiare l'auto a uno sputo dal Tribunale. Sono disposto a tutto, cioè, pur di evitare la iattura del candidato rampante Il fatto è questo, statemi a sentire. Prima, quando ancora parcheggiavo l'auto al Parco Pinocchio per il Giudice di Pace , e poco dopo Piazza Alario per il Tribunale , mi esponevo all'incontro di almeno sei candidati (alla carica di sindaco o di consigliere comunale) nel lungo tragitto che mi separava dalla giurisdizione di approdo. Certo, con l'approssimarsi delle elezioni amministrative , avevo pure imparato a riconoscere le stimmate del candidato e, per quanto possibile, ad evitarli. Per esempio, se a cento metri vedevi Gigino il meccanico in giacca e cravatta , lui che l'unica volta che l'hanno visto senza la tuta Tamoil è stato il giorno del suo matrimonio, cambiavi marciap...

Bamyan-Perdifumo, storie di scuola tra penuria ed eccesso

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Siamo a Bamyan, in una regione situata a un centinaio di chilometri da Kabul, Afghanistan. Dopo una settimana di lavoro alla scuola del distretto, eccolo qui inforcare la sua bicicletta . Non che Saben Hosseini, maestro della scuola elementare di Bamyan , non utilizzi il velocipede anche durante la settimana, nossignore. È solo che proprio nel week end, quella che dovrebbe essere una bicicletta con il manubrio libero dalle fatiche dell'insegnamento, si trasforma in un veicolo zavorrato dalla leggerezza di due portapacchi, uno dietro la sella, l'altro davanti al manubrio. Sì, d'accordo, l'espressione " zavorrato dalla leggerezza " è un ossimoro, una contraddizione in termini, magari non apprezzata da alcuni di voi col palato fino. Ma ditemi un po', lettori schifiltosi, quale peso può essere più leggero di una montagna di parole, di frasi tra le cui pieghe qualcuno, appena più sensibile e riflessivo di altri, ha nascosto aneliti di libertà e di affra...

"L'anno della morte di Ricardo Reis", Josè Saramago

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    Josè Saramago si avvicina, come racconta egli stesso, alla figura di Fernando Pessoa proprio attraverso l'eteronimo del poeta portoghese, Ricardo Reis. E infatti, all’età di circa 17 anni, “ ignorante com’ero ” (è Saramago che parla, ndr), in una delle sue frequenti e fruttuose incursioni nella biblioteca della scuola, “ credetti che in Portogallo esistesse o fosse esistito veramente un poeta che si chiamava Ricardo Reis , autore di quelle poesie che mi affascinavano e mi intimorivano ”. Invece il Ricardo Reis di Saramago adolescente altri non era che Fernando Pessoa : il grande poeta che, in ossequio al suo convincimento (“ il poeta è un fingitore ”), scomponeva la sua personalità in uno degli almeno tre “altri da sé”(“ eteronimi ”, per l’appunto). "L'origine dei miei eteronimi è il tratto profondo di isteria che esiste in me. [...] L'origine mentale dei miei eteronimi sta nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazi...

Wake up, sì al referendum del 17 aprile

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http://zon.it/wake-si-al-referendum-del-17-aprile-                                                  Per il referendum del 17 aprile, niente di meglio che far proprio l’invito del rapper salernitano Rocco Hunt ( Wake up ) e declinarlo in una valanga di sì Sì contro le solite, stucchevoli manfrine da cerchiobottisti che infiniti lutti addusse all’ambiente. A cosa mi riferisco? Basta pensare al mamma li turchi urlato dagli occhi sgriddati dei piddini (solo dagli occhi, per carità, chè una parola in tal senso avrebbe incorporato del tutto Verdini nel pantheon del partito ) al solo timore che alle concessioni pro trivelle potesse essere affibbiato un termine; ma mi riferisco anche al silenzio imbarazzante e imbarazzato dei media sul referendum del 1...

Il mirabil topolino di Gramsci

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La recente dichiarazione degli esperti delle Nazioni unite sul riscaldamento globale , è stata fin troppo chiara: ci restano 12 anni prima del disastro. Prima, cioè, che il superamento dei fatidici 1,5 gradi arrechino cambiamenti irreversibili a tutto l’ecosistema. Eppure una strategia per evitare la débâcle ambientale , ci sarebbe. Siamo nel giugno del   1931. Dal carcere di Turi in cui si trova a scontare la pena inflittagli il 4 giugno del 1928 (20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione), Antonio Gramsci scrive alla moglie Giulia. Il cervello che, secondo la requisitoria del PM Isgrò, per vent’anni si doveva assolutamente impedire di far funzionare , vuole raccontare, per il tramite di Giulia, una favola ai suoi due figli, Delio e Giuliano . Si riserva uno spazio nella lettera alla moglie nel quale provvede a scriverla. C’era una volta un topolino . O meglio, prima del topolino, c’era un bambino che dormiva. Sulla tavola al centro della storia, un...