L’auto della figlia di Margaret Cittadino ha preso fuoco proprio in una di queste notti incipriate dall’appiccicaticcio dei manifesti elettorali
Questa è la notizia; una notizia come tante altre, da relegare nello spazio più o meno lungo che la sensibilità del direttore assegna alla cura del giornalista. Tutto vero, ma ci sono dei fatti che per la storia personale di chi, suo malgrado, ne è investito, per le condizioni ambientali e per il momento storico in cui si verificano, esigerebbero approfondimenti.
A tal proposito, il Questore di Salerno subito ha rassicurato che sarà fatto ogni sforzo investigativo per chiarire i contorni della vicenda. Eppure, se si guarda alla storia personale di Margaret Cittadino, non si riesce del tutto a zittire quelsospetto che sembra divertirsi a suggerire dietrologie.
Margaret Cittadino è capolista di “Salerno di tutti, la lista che unisce le varie anime della Sinistra salernitana insieme con alcuni movimenti e pezzi della c.d. società civile, con Giampaolo Lambiase candidato sindaco.
La storia di Margaret Cittadino è una storia di battaglie combattute a viso aperto, senza rendite di posizione, sempre a difesa degli ultimi che la fiumana del progresso trascina e porta via con sé. La sua è una vita spesa nella sanità (è infermiera turnista da 36 anni all’Azienda Ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” oltreché responsabile provinciale sanità della CGIL) che, in occasione delle prossime elezioni comunali, prova, assieme ai candidati della lista “Salerno di tutti” con Giampaolo Lambiase sindaco, a scardinare il venticinquennio monocolore e, per certi versi, unipersonale del governo cittadino.
La mia curiosità di uomo libero, prima ancora che di sedicente scrittore, mi ha portato, in questi pochi giorni che restano alla chiusura della campagna elettorale, a seguire, tra gli altri, anche i comizi di Margaret Cittadino. Più volte sono rimasto sorpreso dalla pesantezza delle parole che questa donna minuta, dai tratti barricaderi traditi dalla dolcezza dello sguardo (il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d’amore), utilizza durante le sue uscite pubbliche. Mi è capitato di pensare a un’esagerazione quando ho sentito sostantivi come “malaffare”, “ricatto”, “riciclaggio” ma non appena la Cittadino ha costruito una narrazione attorno a questi termini, allora mi si è mostrata la trama e l’ordito di una storia avvincente quanto verosimile.
È un racconto con periodi che parlano di esternalizzazione di servizi essenziali, di sfruttamento di lavoratori assunti e licenziati nelle cooperative delle illusioni, di sacco edilizio della città, di incarichi tramandati da padre in figlio saecula saeculorum, di laureati persi nella merce che vendono al centro commerciale, e via di questo passo.
Ieri, approfittando dell’arrivo a Salerno del segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, ho voluto essere presente anch’io al comitato elettorale di via Balzico. Da sempre allergico alla retorica del “buono sempre e comunque buono”, confesso che avrei voluto scorgere una crepa nell’armatura delle convinzioni rivoluzionarie di Margaret Cittadino. Ma eccola qui, dopo la solidarietà espressa da tutti, prendere la parola e tirare dritta come un treno:<…Perché noi vogliamo una Salerno di tutti e per tutti, e non per i potentati di turno!>
Per concludere, parafrasando Pasolini, io non so e non ne ho le prove. Spero soltanto che l’incendio dell’auto della figlia di Margaret Cittadino sia solo il deplorevole gesto di qualche balordo che la stupidità della notte elettorale non è riuscito ad addormentare. Che poi, se proprio così non fosse e le inquietanti supposizioni dovessero trovare cittadinanza, beh, non avrei difficoltà a immaginare Margaret Cittadino commentare con lo sguardo sornione:<Poco male, vorrà dire che ci stiamo muovendo bene…>
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