Post

Articolo da chiuso per ferie

Immagine
Il titolo di questo articolo di fine luglio l'ho trovato subito; strampalato, come da un po' di tempo mi sento strampalato io, ché mi pare che tutto sia stato scritto già e che l'unica maniera di essere originali è quella di starsene zitti. Beninteso, io, per questo mese di  agosto  prossimo venturo, zitto voglio starmene davvero, ma mi sembra giusto " dare alle stampe " l'ultimo articolo per il  giornale  che ormai da due anni sopporta le mie intemperanze letterarie. E allora, pensa che ti ripensa, cerco un saluto nel luogo più opportuno per scrivere l'articolo da chiuso per ferie:  la spiaggia . Con i miei  infradito della battigia dell'anno scorso  e la mia barba affollata da qualche  pelo bianco in più , mi siedo a guardare. D'altronde, conoscete voi un modo migliore che quello di guardare, sentire,  sintonizzarsi con il traffico del mondo , per scrivere un articolo da chiuso per ferie? Io - e lo confesso candidamente - no. Son...

Tra gli ulivi, una lamiera nel cervello

Immagine
Sono le 10,58 di martedì 12 luglio 2016, e passeggio tra gli ulivi. Mi hanno sempre affascinato questi tronchi centenari che, nella loro nodosità, sembrano  piangere tutte le storture del mondo. Ci vengo spesso, qui. D'altra parte, la mia terra è a un tiro di schioppo dal filare di ulivi che accompagnano, rassicuranti, i viaggiatori lungo la  tratta Andria-Corato . Il  campo incanutito dall'afa  già alle undici di mattina.  Un solo binario  che sferraglia al sole di un'estate come le altre. Certo, rispetto ad appena ieri, c'è di insolito questo  frinire di cicale , da una decina di minuti troppo sguaiato perfino per i 33°C di oggi. Che il buon Dio voglia affidare al loro verso l'ingrato compito di preannunziare la fine del mondo? Sto qui, tra gli ulivi, gli unici esseri viventi che non sento ostili. Le sole anime del creato, cioè, che sono del tutto  indifferenti ai miei fallimenti esistenziali. Un figlio sempre rimandato ...

Sono morto. Dio al pianoforte?

Immagine
Sono morto. E fin qui, nulla di speciale. Certo, alla tenera età di 39 anni, fa un po' specie morire. Ma tant'è:  l'Eguagliatrice che numera le fosse  ha chiesto il mio fio, e io sto qua, aspettando Dio. Nulla di più, nulla di meno. Avete presente le  nuvolette ,  San Pietro, il cielo blu e le schiere degli angeli ? Sì? Resettate tutto. Io, e sto ormai aspettando Dio da più di un'ora, vedo solo una panca, un corridoio scuro che sembra esistere solo per giustificare la presenza della panca di cui sopra, e un  tizio col colbacco  che mi chiede continuamente:<Ma com'è stato?> "Cazzi tuoi, niente, eh?" Che poi, a dirla tutta, fino ad adesso ho risposto a tutte le domande; anche a quelle del ciccione col toscano agli angoli della bocca che fumava e chiedeva, chiedeva e fumava. Dopo avermi sentito inanellare la  selva di insuccessi che una vita che si rispetti porta  inevitabilmente  con sé,  mi ha raccomandato di mettermi ...

Margaret Cittadino: io non so, non ne ho le prove ma…

Immagine
L’auto della figlia di Margaret Cittadino ha preso fuoco proprio in una di queste notti incipriate dall’appiccicaticcio dei manifesti elettorali Questa è la notizia; una notizia come tante altre, da relegare nello spazio più o meno lungo che la sensibilità del direttore assegna alla cura del giornalista. Tutto vero, ma ci sono dei fatti che per la  storia personale  di chi, suo malgrado, ne è investito, per le  condizioni ambientali  e per il  momento storico  in cui si verificano, esigerebbero approfondimenti. A tal proposito, il Questore di Salerno subito ha rassicurato che sarà fatto ogni sforzo investigativo per chiarire i contorni della vicenda. Eppure, se si guarda alla storia personale di Margaret Cittadino, non si riesce del tutto a zittire quel sospetto che sembra divertirsi a suggerire dietrologie. Margaret Cittadino è capolista di “ Salern o di tutti , la lista che unisce le varie anime della   Sinistra salernitana   insiem...

Il candidato rampante

Immagine
Io, indefesso camminatore e convinto assertore del meglio un caffè offerto a te che pagare pure la frazione d'ora , a questo mi sono ridotto: a parcheggiare l'auto a uno sputo dal Tribunale. Sono disposto a tutto, cioè, pur di evitare la iattura del candidato rampante Il fatto è questo, statemi a sentire. Prima, quando ancora parcheggiavo l'auto al Parco Pinocchio per il Giudice di Pace , e poco dopo Piazza Alario per il Tribunale , mi esponevo all'incontro di almeno sei candidati (alla carica di sindaco o di consigliere comunale) nel lungo tragitto che mi separava dalla giurisdizione di approdo. Certo, con l'approssimarsi delle elezioni amministrative , avevo pure imparato a riconoscere le stimmate del candidato e, per quanto possibile, ad evitarli. Per esempio, se a cento metri vedevi Gigino il meccanico in giacca e cravatta , lui che l'unica volta che l'hanno visto senza la tuta Tamoil è stato il giorno del suo matrimonio, cambiavi marciap...

Bamyan-Perdifumo, storie di scuola tra penuria ed eccesso

Immagine
Siamo a Bamyan, in una regione situata a un centinaio di chilometri da Kabul, Afghanistan. Dopo una settimana di lavoro alla scuola del distretto, eccolo qui inforcare la sua bicicletta . Non che Saben Hosseini, maestro della scuola elementare di Bamyan , non utilizzi il velocipede anche durante la settimana, nossignore. È solo che proprio nel week end, quella che dovrebbe essere una bicicletta con il manubrio libero dalle fatiche dell'insegnamento, si trasforma in un veicolo zavorrato dalla leggerezza di due portapacchi, uno dietro la sella, l'altro davanti al manubrio. Sì, d'accordo, l'espressione " zavorrato dalla leggerezza " è un ossimoro, una contraddizione in termini, magari non apprezzata da alcuni di voi col palato fino. Ma ditemi un po', lettori schifiltosi, quale peso può essere più leggero di una montagna di parole, di frasi tra le cui pieghe qualcuno, appena più sensibile e riflessivo di altri, ha nascosto aneliti di libertà e di affra...

"L'anno della morte di Ricardo Reis", Josè Saramago

Immagine
    Josè Saramago si avvicina, come racconta egli stesso, alla figura di Fernando Pessoa proprio attraverso l'eteronimo del poeta portoghese, Ricardo Reis. E infatti, all’età di circa 17 anni, “ ignorante com’ero ” (è Saramago che parla, ndr), in una delle sue frequenti e fruttuose incursioni nella biblioteca della scuola, “ credetti che in Portogallo esistesse o fosse esistito veramente un poeta che si chiamava Ricardo Reis , autore di quelle poesie che mi affascinavano e mi intimorivano ”. Invece il Ricardo Reis di Saramago adolescente altri non era che Fernando Pessoa : il grande poeta che, in ossequio al suo convincimento (“ il poeta è un fingitore ”), scomponeva la sua personalità in uno degli almeno tre “altri da sé”(“ eteronimi ”, per l’appunto). "L'origine dei miei eteronimi è il tratto profondo di isteria che esiste in me. [...] L'origine mentale dei miei eteronimi sta nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazi...