Post

Il mare risarcito

Immagine
L’ultimo bagno nel mare di Salerno , l’ho fatto a diciassette anni. Poi l’avvistamento di una blatta che ratta s’infratta nel chiavicone insieme al ferro arruginito che per poco non mi “spertusava” il piede, mi hanno fatto esclamare: “ Mai più !”; non prima, ovviamente, di aver mandato giù un bestemmione che solo la distrazione del buon Dio mi ha impedito di espiare con la dannazione eterna. Da qual momento, ho preferito la faticosa qualità alla comoda quantità: piuttosto che andare al mare tutti i giorni e scialarmela tra Se a tutto questo ci aggiungi la nervatura che inevitabilmente monta per il viaggio in queste condizioni e il Sabato scorso, però, “ e che cazzo!”, e giù l’ennesimo bestemmione (ancora una volta il buon Dio, per consentirmi di riportare il motivo di tanta rabbia, dev’essersi distratto): dopo il bagno ricco di tutte gli appesantimenti di cui sopra, nessuno escluso, mi dirigo, stanco ma soddisfatto, alla macchina. Mi blocco: No, stavolta no, non ho bestemmiato....

Caro Dante...

Immagine
Caro Dante , probabilmente non ti ricorderai di me. Ci siamo incontrati in qualche manifestazione sicuramente non ascrivibile alla destra salernitana . A volte capita, sai? Ti confesso, ora per allora, che pur non amando l’attivismo a favor di telecamera, riconoscevo in te una ventata di novità. Non che mi convincessi pienamente, questo no, ma almeno guardavo con favore all’intraprendenza un po’ gigionesca ma efficace che ti contraddistingueva. E, ti dirò, ho continuato a seg uirti anche in alcune iniziative che andavano nel solco di quella politica sociale di cui il nostro territorio ha un disperato bisogno (“Ripuliamo Salerno”, “ La casa del diritto alla salute”, “Le piazze del cuore”, etc.). Poi, qualche settimana fa, la notizia che per combattere “il sistema neofeudale dei De Luca ” e “il familismo amorale del Governatore in carica”, hai deciso di varcare il Rubicone: ti sei arruolato armi e bagagli nel centrodestra dell’ex Governatore Caldoro il cui consiglio ...

La pianta sulla sabbia

Immagine
Ogni anno, il mio primo mare è frutto di un contatto; del corpo con l’acqua, sicuramente, ma ancor prima e più attentamente, dei piedi con la sabbia . Tutte le volte, infatti, che mi tolgo le ciabatte e poggio la pianta dei piedi sulla battigia, è come se riannodassi le fila della scorsa estate con quella che mi accingo a vivere. È un sintonizzarsi con le nervature profonde   di un elemento misto, metà terragno metà acquatico, che mi riconcilia con le mie quarantadue stagioni precedenti. E sì, ci sono proprio tutte: da quella dimenticata eppur presente in qualche piega di memoria dei piedini conficcati nella sabbia con l’ostinazione di chi non vuole abbandonarsi all’ignoto, a quella ansiogena e comunque allettante dell’adolescente in attesa degli orali che gli confezioneranno la maschera da portare a zonzo nella società; passando, irrimediabilmente, per la stagione di qualche mancanza che mi accompagnerà per tutta la vita, fino ad arrivare a quella in cui l’io si espande a ri...

La bambola che si taglia la pancia

Immagine
A Pastena , all’inizio del muro che mena dritto al porticciolo , c’è un’opera d’arte. Il soggetto raffigurato è una bambina. Se ne sta seduta, con i capelli lunghi e lo sguardo serioso, mentre con la mano sinistra impugna le forbici. Con la mano destra, invece, agguanta un rigurgito di ciccia che viene prontamente catturato dalle due lame. Sì, la sensazione è proprio quella della bambina che sta per tagliarsi quel sovrappiù di pancia . L’autore di quest’opera di street art è il corrosivo inSerra . È inutile che cerchiate di appioppare un volto all’artista. In pratica, nessuno sa chi sia. Per lui, parlano le opere, diffuse soprattutto nel salernitano. L’ultima a far discutere, è stato il Gesù crocifisso a un hastag : manco a dirlo, immediatamente censurata. La prima volta che ho posato lo sguardo sulla bambina del porticciolo, sono rimasto spiazzato: possibile che una mocciosetta possa già rifiutare il suo corpo? E restavo a guardarla mentre, conoscendo lo stile provoca...

L'act del Jobs, del Family e il Dantedì

Immagine
Purtroppo conosco poco l’ inglese . A scuola infatti, sia perché appartengo alla generazione de “il francese è la lingua della cultura”, sia perché “vuoi mettere l’eleganza del francese?”, ho studiato la lingua “sbagliata”. Premesso ciò, pur non nascondendo una certa avversione per la fonetica anglosassone così sgraziata e per l’ortografia spesso troppo distante dalla pronuncia, apprezzo chi conosce l’inglese. Ecco, per l’appunto: la conoscenza! In Italia, la maggior parte di chi si professa conoscitore dell’inglese, è padrone solo di una trentina di termini e perifrasi “mercantilistici”. E poiché, in fondo, questi nostri connazionali sono consapevoli della loro scarsa preparazione, approfittano di ogni occasione per utilizzare la striminzita batteria di anglicismi. D'altronde, vuoi mettere la finezza del termine inglese al posto dello stinto e provinciale lemma italiano ? Ci sono, però, due considerazioni da fare al proposito: in primo luogo, troppe persone che utilizza...

Certi fatti e il silenzio di Eduardo

Immagine
Chiunque ha studiato un po’ di musica, sa che il silenzio , le pause sono l’essenza stessa della musica. Senza le pause, ci sarebbe un continuo sonoro che non genererebbe alcun motivo o melodia. Eppure siamo portati a identificare il silenzio con la rinuncia, la sottomissione, il chinare la testa. Chi non denuncia un misfatto è vittima e, in molti casi, complice. Il silenzio è inazione, soccombenza, omertà. Ci sono, però, dei silenzi diversi . Minneapolis, USA. Tutti abbiamo negli occhi l’immagine del poliziotto che per nove minuti , mano nella tasca e sguardo del buon padre di famiglia, sta uccidendo un nero. Da circa tre mesi ci bardiamo con mascherine e guanti per proteggere il nostro respiro dal virus e poi, nella civilissima America, lasciamo impunemente che un poliziotto faccia morire di asfissia un afroamericano . Fortunatamente c’è stata la diffusione social del video dell’omicidio. E allora via alle sacrosante proteste in tante nazioni del mondo al grido di “I ...