Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi. (Italo Calvino)
giovedì 27 marzo 2025
"Io sono l'abisso", di Donato Carrisi, Tea edizioni
venerdì 21 marzo 2025
10 e non più di 10 #34
Un musicista di una banda musicale, anche della più scalcagnata.
Un sommesso clarinetto con le chiavi al sole
che marcia tra chierichetti annoiati e santi distratti.
Le gote a stantuffo che insufflano aria
per ingrossare note evocate dallo strumento.
Dita che chiudono, spingono e sollevano
con passi che si accordano alle pause
e pensieri a cavacecio sulle arie.
La stilla che infiamma il sopracciglio
e la mosca a mo' di moscerino in valzer.
giovedì 13 marzo 2025
"Sua Eccellenza perde un pezzo", di Andrea Vitali (Garzanti edizioni)
Soave Inticchi, segretario del sindacato dei panettieri di Como, vuole organizzare una gita in battello in quel di Bellano. L'occasione è la celebrazione dell'anniversario della fondazione di Roma.
Manco a dirlo, basta quest'evento, apparentemente insignificante, a innescare una serie di dinamiche dagli esiti spiazzanti.
Procediamo con ordine: Gualtiero Scaccola (e in seguito anche suo fratello Venerando), ribellandosi all'insegnamento paterno impartito a forza di calci nel culo, esce finalmente dalla sua panetteria e si getta "nel gomitolo di strade" del paese. E per la prima volta i suoi sensi vengono accesi dalla esternalità in fiore. A sublimazione di questa esperienza sconvolgente, s'imbatte alfine nella Garbati Venturina, e quindi nelle lusinghe dell'amore.
Il podestà Mongatti capisce che la gita dei panettieri, se ben organizzata, può lavare l'onta di una Bellano tiepida, se non indifferente, alle suggestioni fasciste. E ciò almeno agli occhi del Federale Gariboldo Funicolati, personalità di spicco prontamente invitata all'evento.
Il maresciallo Ernesto Maccadò, tra una giornata in famiglia sul lago necessariamente rimandata (per la felicità della signora Maristella) e la preoccupazione (più o meno fondata) per gli ormoni del carabiniere Beola, si trova ben presto a presenziare alla cerimonia e a rifiutare categoricamente la sua opera e quella dei suoi uomini: e sì perchè, passi il servizio d'ordine necessario a rintuzzare eventuali intemperanze della folla, ma la ricerca prima e la consegna poi addirittura di una dentiera...ebbene, questo proprio no.
E già, il cavallo di Troia che sconvolge i piani un po' di tutti, e addirittura fa calare un velo di pesantissimo silenzio su quella giornata che avrebbe dovuto essere memorabile, è proprio la protesi dentaria dell'impettito Federale.
A sgaiattolare via dalla bocca di Sua Eccellenza, è sgaiattolata, non ci sono dubbi. L'hanno vista tutti, e soprattutto tutti hanno potuto verificare la bocca a culo di gaddrina del Federale ormai edentulo. Ma, ed è qui il mistero, dove sarà caduta? E soprattutto, chi l'ha trovata? E se il Federale dà ordine di rintracciarla a tutti i costi e sua moglie, invece, si raccomanda di non consegnarla anche qualora venisse ritrovata?
La mattina, d'altronde, era iniziata col piede sbagliato: quello destro del podestà che, mentre si dirigeva alla messa grande con signora al seguito (preziosa, quest'ultima, con la lettura della Primula Rossa), aveva pestato una generosa merda. Eppure sarebbe bastato andarci con l'altro piede, quello sinistro nella cacca, per meritarsi una fortuna che avrebbe dato un corso diverso agli eventi.
Poco male: Bellano, con la breva che accarezza le frange del lago, ancora una volta si fa incubatore fatato di una miriade di piccole, edificanti storie; prontamente raccolte, manco a dirlo, dalla magistrale penna di Andrea Vitali.
"Abbiamo smesso di contare le volte in cui Andrea Vitali ha centrato il bersaglio incatenando il lettore ai suoi personaggi" (Bruno Gambarotta-La Stampa)
giovedì 6 marzo 2025
"Il Maestro e Margherita", di Michail Bulgakov (trad. Vera Dridso), Einaudi
In un caldo tramonto primaverile, agli stagni Patriarsie, il direttore del MASSOLIT Bernioz rampogna il giovane poeta Ivan Nikolaevic: il poema antireligioso che gli ha commissionato non lo soddisfa per niente. E sì perchè Nikolaevic avrebbe dovuto provare l'inesistenza di Gesù piuttosto che limitarsi a dipingerlo a tinte molto fosche.
A rubare la scena ben presto ci pensa un forestiero. Si intromette nella discussione con delle osservazioni strampalate sull'ateismo, sulle parole scambiate a colazione addirittura con Kant (siamo nella Russia di Stalin!) e sul fatto che lui c'era quando Ponzio Pilato interrogava il Messia e poi lo abbandonava alla sua sorte.
Il direttore e il poeta concludono di trovarsi al cospetto di un pazzo, vieppiù quando Woland (questo è il nome dello sciroccato straniero), nel sottolineare che l'uomo non è in grado nemmeno di rispondere del proprio domani, aggiunge mellifluo, rivolto a Berlioz: "magari uno ha deciso di andare a Kislovodsk", Annuska però versa inaspettatamente dell'olio di girasole per terra. Il tizio in questione, allora, scivola, va a finire sotto al tram e viene inavvertitamente decollato.
Ebbene quando, qualche ora dopo, il direttore decide di recarsi proprio a Kislovodsk, con tutti gli annessi e connessi anticipati dal losco figuro, non c'è altra strada che invocare le arti magiche o quelle diaboliche. Il diavolo, per l'appunto, accompagnato dai suoi improbabili compari, tra cui lo spassosissimo Behemoth (un gattone pantagruelico, capace di assumere tranquillamente la posizione eretta e di parlare).
Woland e i suoi accoliti, allora, occupano la casa del defunto Berlioz, nella famigerata via Sadovaja, numero 50 (ancora adesso meta di pellegrinaggio per i lettori di Bulgakov).
Il demonio (una trasfigurazione dell'onnipotente Stalin?) ne ha per tutti: per i burocrati corrotti, per il Teatro (in cui lo stesso autore ha lavorato e presentato opere) e la letteratura infarciti di pseudo, mediocri intellettuali, per le manie piccolo-borghesi del ceto medio russo.
A un certo punto irrompe sulla scena l'amore salvifico di Margherita (pure lei irretita da Woland) verso il Maestro autore di un manoscritto su Ponzio Pilato (di nuovo la figura del procuratore della Giudea a cui sono dedicati brani di un pathos struggente) bruciato sull'altare dell'incompresione letteraria. Eppure, tra sabba infernali alla ricerca di una logica nell'illogicità delle nostre vite, tra donne coraggiose che si "instregano" e brutti ceffi vogliosi di essere innervati dall'ultimo (dannato) anelito di vita, il manoscritto del Professore riappare: i manoscritti, come sardonicamente chiosa il grande Woland, non muiono mai.
Alle anguste menti dei piccoli uomini, non restano che le pareti bianche e asettiche dell'ennesimo manicomio (o catartica follia!) in cui provare a spiegarsi l'inspiegabile.
«Dunque tu chi sei?»
«Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene». (Goethe, Faust)
giovedì 27 febbraio 2025
10 e non più di 10 #33
Riviera d'Acheronte,
suppurazione di piaghe recrudescenti.
Litorale di sbobba ematica,
culla infanticida di sogni d'accatto.
Torri, casinò, Trump tower,
vessilli paralitici al pneuma vitale.
Il Leviatano di Bitcoin,
la Bestia sulfurea dal piede caprino,
semente dannata del frutto marcito.
Riviera di Gaza, intelligenza tumorale.
giovedì 20 febbraio 2025
"L'ipotesi del male", di Donato Carrisi, TEA edizioni
Nel Limbo, la stanza 13 dell'obitorio di Stato, c'è il girone dei passi perduti dietro a un corpo improvvisamente scomparso.
Dopo l'inquietante vicenda de Il Suggeritore, l'agente Mila Vasquez si è rintanata proprio nel Limbo, alla ricerca di una via di fuga dai propri demoni; presenze oscure e inquietanti, queste ultime, sempre pronte a esigere il contributo di tagli e lacerazioni che possano certificare la natura altra di Mila (Tu sei sua. Tu gli appartieni...).
Eppure là fuori per il mondo, gli scomparsi sembrano essere ritornati; stavolta, però, per rimettere in qualche modo le cose al loro posto, secondo una logica del tutto singolare.
Come un annichilente gioco dell'oca, si riparte dal Signore della Buonanotte, il regista occulto di una serie di sparizioni che si sono verificate negli anni addietro. E i punti di contatto tra gli scomparsi (condizioni di vita difficili, il sonnifero onnipresente un attimo prima di ogni "evaporazione", la camera 317 dell'Ambrus Hotel) sembrano riemergere dalle secche di un passato che troppo presto si è voluto dimenticare; anche, e forse soprattutto, da parte delle forze dell'ordine.
Perchè?
Frattanto la telecamera nascosta nella cameretta di Alice, se da un lato infonde a Mila un senso di sicurezza, dall'altro la interroga continuamente sulla sua corrotta maternità. E ci sono delle inadeguatezze che fanno avvertire il loro peso anche sulle indagini che l'agente sta portando avanti: che madre sarei se non conoscessi il nome della bambola preferita di mia figlia?
Per l'appunto.
Dopo l'ennesimo ritorno di persone inghiottite dal passato e risputate nell'attualità, Mila capisce di aver bisogno di lui: dell'agente Simon Berish, il reietto della polizia, che possiede le capacità e il bagaglio di esperienze giusto per dare un senso agli ultimi, onirici avvenimenti; e soprattutto per svelare chi si celi dietro il Signore della Buonanotte, o Kaiurus che dir si voglia.
Per scoprirlo, occorrerà scendere negli inferi di una realtà parallela dove nulla è come sembra. E soprattutto, in una dimensione in cui sintonizzarsi sulle ataviche frequenze dell'ipotesi del male: il male compiuto per giungere a un bene che, a sua volta, genera inevitabilmente un altro male. Fino alla fine dei tempi e a una problematica redenzione.