Post

Visualizzazione dei post da 2014

È severamente vietato...ovvero la "manomissione" delle parole

Immagine
“È vietato severamente…”, ovvero la “manomissione” delle parole Fermo davanti al cartello del parco Mercatello , ho un sentore di qualcosa di superfluo . “Boh, – mi dico -sarà il “ di più a prescindere” di queste feste che appare anche in un innocuo “avviso ai visitatori”. Percorro a piedi l’umbratile distanza tra il parco stesso e l’ufficio postale di Mariconda. L’ “è vietato severamente”, però, me lo porto fin al cospetto dell’addetto alla “consegna posta inesitata”. Qui mi imbatto in un bisbiglio di protesta che diviene vera e propria ribellione non appena dall’esterno dell’ufficio viene veicolato all’interno. <È inutile, – precisa l’impiegato – abbiamo l’ordine tassativo …è severamente vietato …>. “ordine tassativo…severamente vietato”: eccomi finalmente chiara la superfetazione iniziale. Non c’è niente di meglio che la lingua , organismo vivo e sensibile come non mai, a descrivere le abitudini di un popolo. Una nazione che ha bisogno di “r...

Morto Babbo Natale, viva Babbo Natale

Immagine
“Morto Babbo Natale”. Ebbene sì, il nostro giornale ZerOttoNove (ZON), è stato il primo a diffondere la ferale notizia. È stata la vocina affranta di uno dei folletti a telefonarci in redazione. Poiché però, in quel momento, vi ero presente solo io, il direttore  ha dovuto abbozzare: meglio un giornalista di mezza tacca sul locus commissi delicti , che il rischio di lasciarci soffiare lo scoop (e che scoop!) della morte di Babbo Natale . Appuntamento a mezzanotte in punto sul tetto della biblioteca dell’Università. Si materializza, ad una decina di metri dal mio naso rigorosamente all’insù, una slitta immensa, trainata da una messe di renne . A guidarla il folletto che, non appena mi invita a salire per la scala di luce e polvere di stelle srotolata fino ai miei piedi, riconosco essere la mia fonte. Mi si bendano gli occhi. In un tempo che non so quantificare, mi sorprendo seduto, finalmente con gli occhi liberi, davanti...

“Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo”, di Luciano De Crescenzo

Immagine
Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo” Una vita dolce come il profumo della sfogliatella gustata al “ Pallonetto” di Santa Lucia ; anche chiassosa, però, al pari del sole di Napoli che allucca tra i vicoli scarmigliati della città. Un’esistenza, infine, irriverente alla stregua dell’ ingegnere regimental della IBM che si fa rivoluzionare la vita dai filosofi presocratici . La vita di De Crescenzo ti esplode tra le mani come un carillon di musica e magia  abbandonato tra i titoli di Borsa di Piazza Affari. E tra una piroetta della ballerina che da cinquant’anni si ostina a seguire quelle scarne, acute note metalliche e lo sguardo ammirato del rampante finanziere allevato a play station e virtualità , eccoti squadernare davanti agli occhi la serie di personaggi, a tal punto strabilianti da non poter essere altro che veri, della vita dello scrittore: la mamma , che dopo aver criticato un attimo prima l’esibizione in RAI ...

Il rosso del sipario e la sua essenza

Immagine
Il rosso che squarcia il velo di ogni oscurità Non ho bisogno dell’accompagnatore. Per orientarmi, è sufficiente che qualcuno suoni anche poche e semplici note fino alla mia entrata in scena. La platea , il loggione , li sento strabordare di curiosità ammirata. Ecco, mi dicono di prepararmi. Prendo le giuste distanze dal sipario che so di essere di colore rosso … già, rosso: alla mia ancestrale domanda, mi hanno risposto: “Sì, insomma…del colore del sangue” oppure “Lei ha presente il semaforo…?” o ancora “Basta pensare a una tinta più chiara di quella della maglietta della Salernitana” . Eppure, mi viene da pensare in questo momento, io saprei spiegare benissimo cos’è l’ oscurità ! E qui mi sorprendo a sorridere perché, come sempre, anche questa volta l’origine di tutte le incomprensioni s’annida nell’imprecisione delle mie domande. D’altra parte, quando l’infanzia s’azzardava, impertinente, a porre quesiti di tal genere, non era ancora a conoscenza del mondo delle idee...

Lo scrittore, questo sconosciuto!

Immagine
No ma, per dire, io ancora non ho capito come si faccia a diventare scrittore. Mi arrovello fino a perdere la proverbiale trebisonda, ma non c’è verso di raccapezzarmi. Qualcuno, allora, mi potrebbe chiedere che cosa io intenda per scrittore. E sarebbe la domanda giusta visto che, dalla notte dei tempi, per voler far parte di una categoria occorre quanto meno averne una visione di insieme, di questa categoria; anche perché, diversamente, non so fino a che punto uno possa sentirsi legittimato, con lo sguardo gemebondo e trasognante, a  sospirare: “Ah, lo scrittore!”. Ebbene, io, per scrittore, intendo un tizio che magari passi la giornata a zonzo, in una città qualsiasi dell’universo-mondo, per raccogliere sempre nuovi spunti di riflessione…beh, a pensarci bene, anche il vagabondo fa più o meno la stessa cosa. Sì, ecco: lo scrittore è chi si sente e si atteggia a protagonista, potendo dire tutto quello che gli pare perché il suo verb...

“1984”, di George Orwell

Immagine
1984  di George Orwell . L’ho riletto a distanza di 14 anni perché “ gli scritti più vicini alla perfezione, hanno questa proprietà, che ordinariamente alla seconda lettura piacciono più che alla prima.” ( G. Leopardi ). 1984:1948=futuro (immaginato da Orwell):presente (della stesura del libro). Siamo all’indomani della Seconda Guerra Mondiale . Una coltre radioattiva di sangue e disperazione pervade i gangli vitali della società. Gli eventi storico-politici ( totalitarismo , Olocausto nucleare ) alimentano di un’inquietudine sorda ogni pensiero appena al di là del contingente. E il positivo delle antiche, confortanti utopie di Bacone , Moro , Campanella , viene seppellito nella proiezione del suo negativo: uno Stato, l’ Oceania , in cui campeggia l’inquietante cartello, affisso in ogni luogo reale e immaginario, con la faccia dai baffi neri che ammonisce, minaccioso per pochissimi, rassicurante per la stragrande maggioranza: il Grand...

Vincenzo De Luca: dal Kaos al Crescent

Immagine
All’origine fu il Kaos. Poi, dal garofano chiacchierato del sindaco Vincenzo Giordano , per mera riproduzione verginale (lett. “partenogenesi”, come solo si conviene alle divinità dell’empireo), ecco spuntare la falce e il martello dell’altro Vincenzo , questa volta, Vincenzo De Luca Gli annali registrano, per la discesa nell’agone politico del Nostro, l’anno 1993. Prima dell’ età del disvelamento di De Luca , a partire dal 1944 (ultimo anno in cui la città di Salerno, con la sua nomina a Capitale d’Italia , ha significato qualcosa per la Storia) e fino, per l’appunto, al 1993, niente da segnalare. Poi l’Annunciazione del Verbo, che si è incarnato nel seno della civitas hippocratica e s’è fatto uomo . Ed è proprio con riferimento all’anno del Signore 1993 che i posteri parleranno di Salerno come della città in cui Si legano le vigne con le salsicce, e avevasi un’oca a denaio e un papero giunta, ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, so...

“Dotto’, ‘e cazettin?!”

Immagine
Un ticchettìo di dita sul finestrino. Ti giri in direzione del rumore perché pensi a lei che finalmente è scesa dal treno e ti ha raggiunto. “Dotto’, – un ghigno da impunito stampato su lineamenti beffardi – ‘e cazettin?” Non riesci manco a trovare il tempo di opporti che già la frangia granata (non è che per mezzo che stiamo a Salerno tutti i calzini devono essere di colore granata, no?!) s’insinua nel rettangolino del finestrino lasciato colpevolmente aperto. “Ma io… – cerchi di accampare ‘na fetente di scusa che ti possa sottrarre all ‘invasione del cazettino selvaggio – …no….” Troppe cose aperte e/o sospese: il finestrino, i puntini sospensivi fatti apposta per essere riempiti dal nylon dei calzini, la volontà morbida come il ventre caldo dell’Ubalda. “Dotto’, ‘e cazettin!” Imparpagliato , con i calzini granata sopra il cruscotto, metti mano al portafogli e paghi. La fase due è quella di trovare una giustificazione all’ennesimo pa...

"Assassinio al Comitato Centrale", di M. V. Montalbàn

Immagine
Vi è impazienza per l’arrivo di  Fernando Garrido , il segretario generale. Alla sua venuta, come sempre, i diversi gruppi nel frattempo formatisi s’apriranno “come occhi per contemplare ancora una volta l’eterno miracolo dell’ incarnazione dell’avanguardia della classe operaia nella persona di un segretario generale”. Il discorso introduttivo al Comitato Centrale, per forza di cose destinato a durare poco (“ Faremo presto, perché sapete bene che non posso resistere a lungo senza fumare “), può finalmente fuoriuscire dalle labbra di Garrido, parzialmente occupate dalla sigaretta (spenta-accesa, a seconda delle ricostruzioni postume) che tanta importanza avrà, sia pure indiretta, per la risoluzione del caso. Il black-out elettrico, con la sua oscurità pregna di possibili moventi , per qualche minuto impedisce il prosieguo dei lavori. Torna la luce, che non può fare altro che assistere e propagare l’immagine di un segretario generale morto, ucciso...

Il Paolo Conte di "Snob"

Immagine
Il Paolo Conte di “Snob”: forse, mai come questa volta, davvero “Con quella faccia un po’ così/quell’espressione un po’ così…” E come poteva essere altrimenti? Ti guarda, dallo sfondo nero della copertina del nuovo CD ,  come “l’uomo scimmia” che, nonostante tutto, davvero non “capisce il motivo”; come il “camionero sensible” (“peruviano mixto Andaluz”), bisognoso del manuale di conversazione (traccia n. 13) per potersi intendere con la bella africana che, con “intenzion cavalleresca” fa salire sul suo camion. Già, proprio un manuale di conversazione per permettere al Maestro di farsi  intelligere  dalla musica, troppe volte stracciona (“ Oggi si fanno canzoni con solo 2 -3 accordi, cosa che, ai miei tempi, era inconcepibile”), del nostro presente. A rompere la classicità della foto di copertina, lo “Snob” amaranto posto in basso a destra . Proprio “snob”, “ sine nobilitate “, come gli studenti di Cambridge definivano chi non apparte...