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La diversità di Chantelle
Ciò che fa paura non è la mostruosità, ma la diversità.
Quando, al contrario, ci imbattiamo nel differente, nell’extra-ordinario, allora alla paura si aggiunge un altro sentimento: l’angoscia, il sentirsi disarmato davanti all’eccezionalità che s’incardina pur sempre nella normalità della condizione umana.
Ed è sulla scorta di questa riflessione che c’inquieta, ad esempio, di più un uomo con gli occhi di gatto che un mostro che rispetta tutti i canoni della mostruosità. E ciò perché la diversità s’innesta sulla nostra identica matrice di sangue e carne; appartiene al medesimo genus nel quale trova legittimazione e cittadinanza la nostra sub-stantia.
Si è diversi, insomma, perché si ha un tot di differente (ed è proprio questo particolare a farci provare paura perché, in quanto piccola cosa, potrebbe riguardare anche noi) dal substrato comune.
Ciò premesso, veniamo all’attualità.
Chantelle Harlow. Una bellissima ragazza affetta da una forma aggressiva di vitiligine (malattia che provoca chiazze bianche sulla pelle a causa dell’assenza di pigmentazione).
Sia pure esclusivamente estetica, siffatta patologia ha quasi sempre importanti ripercussioni psicologiche. Esagerato? Provateci voi, magari ragazzine, a convivere con queste dannate macchie bianche che non vi premettono di indossare la minigonna tanto agognata, o di farvi vedere in spiaggia.
Vi scoprireste, così, nel giro di pochissimo tempo, anche voi a maledire l’abbronzatura che accentua ancora di più il deficit cromatico; a sentirvi fuori luogo per la vostra diversità “da capigliatura di Crudelia Demon“.
Ebbene, cosa mai ti combina Chantelle? Non solo, all’età di 19 anni, riesce a convivere con la sua patologia senza chiudersi in sé stessa (che, credetemi, è già una gran prova di forza d’animo), ma addirittura la indossa per continuare a inseguire il suo sogno: fare la modella.
Eresia! Proprio nel mondo delle sfilate, dove la perfezione è il requisito minimo per avvicinarvisi ella, forte della volontà sovrumana (soprattutto in considerazione della giovanissima età) che la anima e della granitica convinzione della sua peculiarità (Dio mi ha voluto originale!), riesce a imporsi nonostante (e speriamo non grazie) ai suoi melanociti capricciosi.
E come spesso succede quando il gesto viene compiuto da un personaggio famoso, vi è da giurarci che, grazie alla dolce Chantelle, qualche altra persona affetta dalla pur diffusa vitiligine, riuscirà a uscire dal suo guscio e a mostrarsi al mondo, una volta per tutte fiera della sua originalità; così come, d’altra parte, ha fatto già il virtuosissimo maestro Peppiniello Scapece che ha metabolizzato (era ora!) la sua diversità fino a esibirla come uno scalpo.
Il mirabile pianista, infatti, era solito cospargersi le dita con pesante fondotinta coprente, non potendo accettare la commistione di colori sui suoi “strumenti del mestiere”. Poi, dopo aver visto le foto della giovane modella, ha preso il coraggio a quattro mani e si è liberato delle creme e cremine varie che appesantivano la sua musica. Finalmente, quindi, ha capito che anche il tasto nero del diesis e/o del bemolle s’innesta pur sempre sul bianco delle note esenti da alterazioni del suo pianoforte.
Grazie, Chantelle, anche e soprattutto per chi, sebbene più famoso di te, non ha avuto la tua stessa forza: pur di non apparire “effetto dalmata” infatti, il grandissimo (per altri versi) Michael Jackson si è prima spalmato il corpo di creme coloranti e, di poi, come sappiamo, sottoposto a numerosi, mostruosi (questi sì) interventi di sbiancamento. Il tutto, ovviamente, per non trovare il coraggio di erigere la propria diversità a connotazione del proprio essere.