Immaginate di essere un
cantautore. Di quelli del sud che, grazie a canzoni apparentemente
disimpegnate, in realtà denunciano le malefatte e il nonsense dell’agire
dei mammasantissima. Immaginate, vieppiù, di avere trentuno anni nel lontano
1981, quando ripetere «DC/DC/DC…Cazzaniga» ha assonanze troppo allusive per non
urtare qualche suscettibilità.
Ecco, dopo aver immaginato tutto
ciò, calatevi nei panni del cantautore di cui sopra che si trova all’acme della
popolarità.
Prendete questo artista e
mettetelo alla guida di una Volvo, sulla via Nomentana, all’incirca alle tre di
notte, dopo una serata passata a fare bisboccia con gli amici.
La velocità sostenuta, un malore
(?), un camion sull’altra corsia, l’invasione della corsia opposta non si sa
bene se da parte del camionista o dell’automobilista, l’incidente.
Immaginate sempre di essere il
cantautore che viaggia sulla Volvo. Immaginate ancora di essere soccorso da
un’autoambulanza che avrebbe il dovere di condurvi all’ospedale più vicino. Pensate
che, per una singolare ipotesi di scuola, su cinque ospedali interpellati (tra
cui il San Camillo, il San Giovanni e il Policlinico), tutti e 5 rifiutino, per
diversi motivi, di ricoverarvi.
Voi, cantautore di successo,
all’alba morite. Immaginate, infine, che nemmeno le vostre spoglie trovano
ricetto nel cimitero cittadino.
Fine dell’esercizio di
immedesimazione.
C’è una canzone del cantautore di
cui sopra, mai pubblicata in alcun album. La canzone è La ballata di Renzo.
In questo pezzo, ovviamente scritto prima della morte del suo autore, Renzo fa
un incidente sulla via Nomentana. Lo soccorre un’ambulanza. Tre sono gli
ospedali contattati. Nella fattispecie, il San Camillo, il San Giovanni e il
Policlinico. Manco a dirlo, nessuno dei tre nosocomi accetterà di prestare le
cure a Renzo. Renzo muore. Il suo corpo, canterà la voce graffiante del
cantautore in cui avrete avuto la pazienza di immedesimarvi, non troverà posto
nel cimitero di Roma.
Il cantautore in questione è Rino
Gaetano.
Possibile che l’artista
irriverente avesse previsto, con una coincidenza a tratti imbarazzante con il
Renzo della sua ballata, la propria morte?
Da quasi trentotto anni, qualcuno
pensa che tante convergenze tra la realtà e l’arte concentrate in una sola notte,
quella della morte di Rino Gaetano/Renzo, siano troppa roba. Anche per chi
rifugge dagli odiati complottismi.
«Vedo già la mia salma portata a spalle da gente che bestemmia che ce
l'ha con me.»