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Le sopracciglia ad ali di gabbiano e il generale di Archiloco

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Ieri sera, a letto, mentre ancora maledici il terzo dito che non ne vuole sapere di pigiare, con cipiglio fiero (cazzo, c'è scritto "ff" ovverossia fortissimo !), il tasto che viene dopo la pausa, t'imbatti in un programma. Per l'esattezza (figurati se si ha il tempo di seguirlo tutto, un programma!), in uno spezzone di trasmissione. Vedi un giovane in costume adamitico, steso su un lettino, che risponde alle domande di un divertito Enrico Lucci. Sissignore, sei su "Le iene". Alzi un po' il volume per capire chi stia "coglionando", con l'aria "paracula" di quello che s'accinge a raccogliere il Verbo sulle Dodici Tavole, il sagace giornalista; soprattutto, ovviamente, il perché. All'inizio cerchi il giusto compromesso tra l'esigenza di ascoltare le parole dell'illuminato relatore e l'audio basso per evitare di svegliare tuo fratello che dorme già il sonno dei giusti. Quando le tue sinapsi, però, l...

Fabio Fobìa

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<Gesù, Gesù, ma questo è caduto con la capa per terra!> Ci voltiamo tutti a guardarlo, curiosi di conoscere l’ennesimo motivo di preoccupazione di Fabio. Per Fobìa ( mai anagramma fu più azzeccato! ), ogni giorno porta in dote una serie di grattacapi più o meno reali. E già perché, se per un infausto motivo la giornata si presentasse senza noie, ebbene, in questo preciso momento, interverrebbe l’immaginazione a sopperire alla grave mancanza. Malgrado la naturale tendenza alla tragedia però, questa volta la sua preoccupazione avrebbe un serio fondamento. Ed infatti, il rosso vivo della maglietta di Che Guevara sbandierato sotto il truce grugno dei camerati della Destra Sociale affastellati in corteo, senz’ombra di dubbio costituirebbe una concreta istigazione al nostro scotennamento. Ma il timore viene meno nel momento in cui, ad indossarlo, è il mitico Dante detto, per l’appunto, “il Che”. Cos’è l’autorevolezza? Basta conoscere Dante per averne piena cognizione. ...

Lo sfogo di un Avvocato con la Cravatta

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È uno sfogo di cui mi pentirò tra un minuto. E sì perché io sono un “Avvocato con la Cravatta” e agli “Avvocati con la Cravatta” non è consentito lamentarsi. Già, la cravatta! Come se questo accessorio fosse la prova inoppugnabile della raggiunta agiatezza. In uno dei film cult di Luciano De Crescenzo "Così parlò Bellavista", nel celeberrimo sketch "la mezz'ora", il fratello saggio rimprovera il più piccolo, un affranto Cannavale, di aver dilapidato tutte le proprietà che i genitori gli hanno lasciato. Il tutto, anche in nome della 124 spider che, a detta dello scapestrato rampollo, non gli consente di abbassarsi a lavorare da fattorino, "manco - e questo è il commento caustico del fratello "inserito"- se la centoventiquattro spider fosse un titolo di studio!". Già, il titolo di studio! Mi sono laureato in Giurisprudenza. Non mi piaceva molto. Avrei voluto fare lettere classiche o, per converso, avendo già qualche anno di pianofo...

Supequacc!

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<Guarda, vedi qua! Non si capisce niente: munnezza a destra, munnezza a sinistra…viviamo nell’epoca della munnezza, non ci stanno santi! Tra un poco, accanto ai segnali stradali, dovranno mettere i segnali della spazzatura:obbligo di munnezza a destra, divieto di sosta per la munnezza …> <Al nord, è tutto un’altra cosa, caro Giacchino. Quando sono stato a Milano, addirittura ho visto le guardie che facevano la multa a quelli che buttavano le carte per terra.> <Eh, ma voi non sapete niente! Ieri sera, al primo canale…a quel programma dove ci stanno il padre e pure il figlio…> <…e lo Spirito santo, mastro Giuà! Si chiama Supequacc! > <Eh, proprio quello lì! In tutti i modi, facevano vedere che a Brescia hanno costruito una specie di inceneritore per la munnezza , come ce l’abbiamo pure noi qua, dalle nostre parti. Però, mentre da noi puzzano e buttano fuori aria sporca e fetente, lì invece, al Nord, addirittura ( non so come fanno! ) ci riscal...

Ma lo scrittore?

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No, ma, per dire, io ancora non ho capito come si faccia a diventare scrittore. Mi arrovello fino a perdere la proverbiale trebisonda, ma non c'è verso di raccapezzarmi. Certo, uno mi potrebbe chiedere che cosa io intenda per scrittore. E sarebbe la domanda giusta da fare visto che, dalla notte dei tempi, per voler far parte di una categoria occorre quanto meno averne una visione di insieme, di questa categoria; anche perché, diversamente, non so fino a che punto uno possa sentirsi legittimato, con lo sguardo gemebondo e trasognante, a  sospirare: "Ah, lo scrittore!". Ebbene, io, per scrittore, intendo un tizio che magari passi la giornata a zonzo, in una città piuttosto che in un'altra, per raccogliere sempre nuovi spunti di riflessione...beh, a pensarci bene, anche il vagabondo fa più o meno la stessa cosa. Sì, ecco: lo scrittore è chi si sente e si dimostra protagonista e che, come indefettibile corollario di ciò, può dire tutto quell...

La miopia, ti fa bella la vita

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La prima volta, è successo ventitré anni fa. Era il tempo in cui avrei dovuto avere un rapporto quindicinale con il mio oculista. Ma si sa come vanno certe cose quando ci si inumidisce l'indice con la saliva e lo si struscia sui peli del polpaccio per dimostrare alla bella della scuola che anche noi siamo grandi! Si ha paura, in buona sostanza, di peggiorare una situazione che già di per sé è sminuente. Insomma, proprio non volevo ammettere che, ancora un volta, le mie lenti già colpevolmente spesse, non riuscivano a focalizzare con nitidezza chi avesse bussato al citofono. E allora, puntualmente, mi ripromettevo di smettere di leggere di notte, alla fioca luce dell'abat-jour; così come di praticare quell'attività forsennata che da più parti veniva considerata deleteria per la vista. Ora, se al primo proposito riuscivo a tenere fede cercando di recuperare nelle ore di religione, per quanto riguarda il secondo...beh, diciamo che, malgrado l'impegno profuso rafforz...

(discorso alcolico su) Il Tempo, il consumo e Ungaretti

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Nella notte dei tempi, il Tempo scorreva anonimo. La Misura, difatti, non era ancora stata inventata perché sul globo terracqueo non era discesa, con le sue manie ordinatrici, la Mente. E anche quando l'uomo, custode spesso ignaro della Mente, si affacciò sul palcoscenico della vita...ebbene, anche allora, il principio vitale venne ravvisato in elementi che nulla concedevano alla Misura. E quindi, l'Acqua, l'Aria. Il primo embrione che invece fece presagire un cambio di rotta, fu l' "apeiron" di Anassimandro. Oddio, non che prima non si fosse diviso il Tempo in frazioni più o meno lunghe; anche perché, se così non fosse, sarebbe stata, per certi versi, addirittura impossibile la vita, in special modo quella "relazionale". Ergo, la Misura, la scansione temporale è nata con l'uomo. Solo che, a quel tempo, ancora era legata, solo ed esclusivamente, al campo della necessità. Poi venne Anassagora con il suo "Nous" (la Mente, per l'a...