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"Povera gente", di F. Dostoevskij

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A ventidue anni Dostoevskij è promosso ufficiale ma, affascinato dall'universo altro che i suoi autori preferiti (tra gli altri Pukin, Byron, Scott, Hugo, Schiller, Shakespeare) gli lasciano intravedere, rinuncia alla carriera militare per darsi anima e corpo alla letteratura. E mentre si arricchisce l’animo con frange d’infinito, s’impoverisce la scarsella che ben presto gli mostra, disarmata, il fondo della cucitura. Che fare, allora? Il giovane  Dostoevskij  riesce a sfamarsi con qualche traduzione che di tanto in tanto gli affidano. Ben poca cosa, a dirla tutta. Proprio in questo contesto di  estrema povertà  allora, nasce  Povera gente , uno “studio magistrale sugli uomini” ( Zweig ). “La sua più grande umiliazione, la povertà, lo ha (il capolavoro, ndr) generato; l’amore delle sofferenze, l’infinita pietà del male altrui, lo ha benedetto.” Dopo non poche titubanze, Dostoevskij affida il manoscritto al poeta  Nekrasov  affinché lo es...

"Un hombre Guapo", di Paco Ignacio Taibo II

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L’hombre guapo  di Paco Ignacio Taibo II, è Tony Guiteras. Sì, d’accordo, ma chi è Tony Guiteras? Ecco, proprio per dare rilevanza ad una figura che, al di fuori di  Cuba , resta pressoché sconosciuta, l’autore si è deciso a scrivere questo libro. Ed infatti, all’ennesimo “Tony chi?” sentitosi “rispondere”non appena Paco Taibo affermava che le  più importanti figure rivoluzionarie dell’America Latina  erano  Pancho Villa ,  Che Guevara  e  Tony Guiteras , lo scrittore ha avvertito l’esigenza di fare uscire da un immeritato cono d’ombra la figura dell’ hombre guapo  Tony Guiteras . E inizia dall'aggettivo “guapo”, la narrazione dell’ottimo Paco. E sì perché  lo spagnolo , da lingua “perversa” qual è, usa il termine “guapo”, ad esempio, con il significato di “audace”, come a  Cuba e in Venezuela ; ma anche con quello di “bello”, “virile”, come in  Messico e in Spagna . Nella zona costiera della  Colombia , i...

Nel favoloso regno di Campanialot (II/II)

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Ed eccoci al giorno del  redde rationem : nel favoloso regno di Campanialot, l’incertezza regnava sovrana. Lo  gnomo Delux ,  a testa alta  nonostante la spada di Damocle brandita dal  Muflone Severino  e il giudizio dell’ Antimuffa  che l’aveva addirittura annoverato nel numero degli impresentabili…beh, mi sa che una parola sulla  Commissione Antimuffa , non foss’altro che per esigenza di chiarezza, vada spesa. Ebbene, dovete sapere che nel favoloso regno di Campanialot, se c’era una sostanza che proprio non si sopportava, questa era la  muffa . Ciò, ovviamente, in teoria. In pratica invece, poiché la  casta dei Politicaliot   aveva da secoli perso l’abitudine di andare tra la gente  e quindi se ne stava rintanata nelle nervature della terra, tra le pieghe delle nuvole, nell’incavo dei tronchi (ognuno, insomma,  nel loculo più affine alla propria specie ), proprio per questo motivo, quindi, lo gnomo ...

Nel favoloso regno di Campanialot (I/II)

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C’era una volta Campanialot, un favoloso regno che dava ospitalità a quasi sei milioni di abitanti C’erano un’accozzaglia di bestie della natura più variegata ( ciucci  che volavano,  mosche  al naso,  pulcini  con la tosse,  pappeci   vicino alle noci, etc, etc.). E poi, per giustificare l’aggettivo “favoloso”, ecco schierati in bella mostra  munacielli, spiritelli, gnomi, streghe, fattucchiere,  folletti , etc., etc.. Ordunque, come ormai accadeva da tempo immemore, per governare questo regno così densamente abitato che quasi non si capiva dove finiva  l’unicorno di Pegaso  e dove iniziava il  piripicchiolo  del cappello di Brontolo , si tenevano ogni lustro che il  Mammassantissima delle fiabe  mandava in Campanialot, le elezioni. Anche nel lontano 2015, in   Campanialot , si votava per capire chi avrebbe avuto lo scettro del comando. I principali contendenti erano, nell’ordine, lo  ...

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

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Guardando la fiumana di laureati in coda per l’ennesimo concorso da poco più di mille euro al mese, ho ripensato a quell'impressione di ormai ventiquattro anni fa al cospetto dell’art. 1 della Costituzione:  “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” Ricordo il colore del  libro di educazione civica , il banco scalcagnato su cui Piero non mancava mai di marcare la sua presenza “gommosa”; e tra tante spoglie di chewingum esauste, ricordo quella di colore rosa, probabilmente una big babol, su cui si piantai il mio disappunto: “ma come, ci sono tanti  principi , tanti  valori  in grado di far vibrare i cuori, di giustificare pure il  sacrificio di una vita , e i  Padri Costituenti  mi fondano il Paese sul  lavoro ?” Poi succede che la vita, al di fuori dello  Sbarco dei Mille  di cui avevi condiviso anche il mal di mare, al di là della  Presa della Bastiglia  della quale percepivi ancora il  fremi...

Dall'alto dei cieli, la lingua di Dio

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Ebbene sì, me ne sto convincendo sempre di più: secondo me la lingua di Dio, il suo idioma, è la musica. Ragionatene con me. Il libro della Genesi ci narra la vicenda della Torre di Babele costruita dagli uomini per “raggiungere” Dio. Ora la divinità, per punire la superbia (la hybris della tragedia greca) dei suoi fedeli, ingarbuglia le lingue in maniera tale che le persone non si possono più comprendere e, non intendendosi, non possano più continuare la costruzione della torre. Ecco nata, quindi, la diversità linguistica tra i vari popoli della Terra. A partire da questo momento, la difformità tra una lingua ed un’altra non solo ha creato problemi alle persone, ma è stata foriera di guai anche per il messaggio stesso che Dio ha voluto veicolare agli uomini di buona volontà . E non parlo soltanto del passato (si pensi, per un attimo, alle eresie nate e perseguitate per la diversa definizione data, ad esempio, allo  Spirito Santo – bast...

Machiavelli sul barcone, Vitiello sullo yacht

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E se facessimo un gioco? Prendiamo Machiavelli, portiamolo nel tempo nostro, facciamolo nascere in Africa e mettiamolo a confronto con Gennaro Vitiello, eh? Facciamo un gioco dunque che, come ogni gioco che si rispetti, ha le sue regole che prontamente elenchiamo. Regola I: prendiamo due persone, una contemporanea, tale Vitiello Gennarino , figlio di camorristi , e l’altra storica, il Nobilis Homo Niccolò Machiavelli , di professione storico per l’appunto, ma anche filosofo, scrittore, politico e drammaturgo. Regola II: trasportiamo l’autore de Il Principe dal Cinquecento ai giorni nostri. Regola III: facciamo nascere l’Eccelso Machiavelli in Libia o in un altro Paese africano martoriato dalla guerra e/o dalla fame. Regola IV: (consequenziale alla III): nato in Africa , il nostro Niccolò lo dobbiamo dipingere di nero disperazione, di ebano privazione. Regola V: dotiamo Gennarino Vitiello di una ottusità congenita; di contro, riconosciamo l’ intelligenz...