martedì 31 dicembre 2024

10 e non più di 10 #29

      


    Al tempo di risulta dal lavoro o dalla famiglia,

a quello che è insensibile alla brama del profitto.

    Al tempo che è ontologicamente perso,

ma che è guadagno inestimabile per la sete di conoscenza.

    Al tempo che non può che essere rubato,

e per ciò stesso intriso dal piacere del proibito.

    Al tempo che sbiadisce il Black del Friday,

e che rifocilla la meraviglia del fanciullino.

    Al tempo eterno delle passioni,

che depura il presente che ci è toccato in sorte.

 

 

giovedì 19 dicembre 2024

"Tracce dal silenzio-Le visioni di Nina/1", di Lorenza Ghinelli, Marsilio edizioni




È un microcosmo, questo di Nina e Alfredo, intessuto da un equilibrio familiare precario: dopo l'incidente d'auto che ha causato la sordità di Nina (solo grazie all'audioprocessore la piccolina riesce a sentire), Sara si è allontanata dal marito. La verità è che lo considera corresponsabile del sinistro che si rivelerà così impattante per la sua bambina. Tuttavia il nido ha bisogno di apparire integro.
E se, nonostante tutto, lo fosse davvero?

Al di fuori del perimetro familiare, vi è un omicidio efferato che pretende spiegazioni. Spiegazioni che Nina, suo malgrado, è in grado di dare: la notte dell'omicidio, pur priva di audiprocessore, ha sentito una canzone irradiata dal videocitofono di casa. Più tardi scoprirà che si tratta di Ma le gambe del Trio Lescano
Alla musica fa da corredo un'immagine: un uomo claudicante con la barba sudicia si aggira appena fuori. Si rivelerà, grazie alla testimonianza di un altro ragazzo che ce la farà a salvarsi, l'assassino che ha messo in scena il barbaro rituale (lo sgozzamento della vittima di turno accompagnato dal taglio di un dito puntualmente asportato).
Frattanto Nina stringe amicizia con la nuova vicina Rebecca, una vecchia verso cui si sente istintivamente attratta. Le occasioni per cementare questa amicizia non mancano. E proprio in una di queste occasioni, mentre si trova a casa sua per preparare un dolce, Nina intuisce che quella casa cova inquietanti segreti.
Un passato che interseca il presente della vicina al punto da non poterne più essere separato. Ed è un passato di una terribile violenza che impone una sempiterna condanna.
Alfredo, il fratello di Nina, decide di vederci chiaro: con l'aiuto dell'indomita Rasha e della bella Nur (toccanti le pagine sul dramma dell'immigrazione che le due ragazzine hanno vissuto), localizza le casa dell'Orco. 
C'è solo un problema: adesso Nina si trova proprio lì, tra piume nere disseminate sul pavimento e un'angoscia che non riesce a spiegarsi.
Occorre armarsi di coraggio e andare.
Giù in cantina, tra un vecchio jukebox e uno spaventoso merlo indiano, inizia l'inferno. Dal quale Nina e Alfredo, ma anche Rasha e Nur emergeranno cresciuti, nella consapevolezza che le favole sono finite da un pezzo. Almeno "certe" favole.

venerdì 13 dicembre 2024

10 e non più di 10 #28




Quando il corpo pretende chilometri da macinare, nasce il bisogno del compenso. 
L'andata mette fieno in cascina e avvia perlustrazioni.
Il ritorno foraggia stanchezze e cristallizza il furto di stagione.
Un solo frutto, massimo due: per rispetto al proprietario della pianta; perchè il nettare deve solo corroborare, mai saziare.
È un rito pagano, di quelli che non pretendono cerimonie, liturgie.
Uno sguardo nei paraggi.
L'aria di chi si sta ritemprando dalle fatiche.
Il salto, il piegamento, il protendimento.
Il succo è già nei muscoli che alleggerisce l'ultimo miglio. 

giovedì 5 dicembre 2024

"Angeli e demoni" di Dan Brown (trad. A. Biavasco e V. Guani), Oscar Mondandori



Lo scienzato del CERN Leonardo Vetra assieme a sua figlia Vittoria, fanno una scoperta sensazionale: la leggendaria antimateria, con una capacità distruttiva ben superiore a quella dell'energia nucleare, può essere riprodotta in laboratorio. Eppure, nonostante le ricerche e gli esperimenti siano stati condotti nel più assoluto riserbo (nemmeno l'algido direttore del CERN, Maximilian Kohler, ne è a conoscenza), qualcuno sa: della scoperta e, soprattutto, dell'esistenza di duecentocinquanta milligrammi di campione di antimateria. E questo qualcuno ha bisogno in fretta di sfruttare questa scoperta rivoluzionaria. D'altronde, nel momento in cui è stato rimosso dal CERN, il cilindro di antimateria ha iniziato le sue ventiquattro ore di viaggio senza ritorno verso il nulla.

Una pista da seguire c'è: Leonardo Vetra viene trovato morto privato del bulbo oculare e, soprattutto, con una scritta a fuoco vivo stampata sul petto: Illuminati.

Possibile che la setta degli Illuminati sia tornata in auge dopo un oblio di parecchi secoli? E perchè gli adepti della scienza sempre in guerra contro i dogmi della Chiesa e i suoi officianti, avrebbero avuto interesse a uccidere barbaramente uno scienzato e a impossessarsi della particella di antimateria?

Frattanto a Roma, in seguito alla morte del Papa (morto di morte naturale?), si sta per riunire il conclave investito dell'elezione del nuovo pontefice. E i quattro maggiori papabili, non si presentano all'appuntamento. 

Sono scomparsi.

Robert Langdon viene incaricato dal direttore del CERN di trovare una spiegazione all'uccisione dello scienzato. E soprattutto a capire perchè il cilindro è stato sottratto dal laboratorio e dove si trovi adesso.

Lo studioso di simbologia e Vittoria, allora, sulle orme di alcuni grandi illuminati (Galileo Galilei e Gian Lorenzo Bernini su tutti), seguono delle tracce per risolvere il mistero. Come i sassolini di Pollicino disseminati da una mano mefistofelica lungo il percorso, le indagini di Robert e della scienziata s'imbattono nelle ripetute macabre uccisioni proprio dei quattro cardinali assenti dal conclave: sul corpo di ognuno di loro, un ambigramma, rispettivamente della Terra, dell'Aria, del Fuoco e dell'Acqua (i quattro antichi elementi della Scienza) e una morte in sintonia, per modalità e per luogo in cui avvengono le esecuzioni, proprio con ciascun antico elemento.

Ormai non ci sono dubbi: la particella di antimateria è tra le mura del Vaticano, lì da qualche parte. Che fare? Evacuare la città? E il conclave? 

Il camerlengo Ventresca capisce che quello che sta succedendo è qualcosa di troppo grande per la riservatezza consueta in cui sono avvolte le faccende vaticane. Attraverso l'aiuto di due intrepidi giornalisti, allora, lancia la sua sfida agli Illuminati in mondovisione.

Tra dritte contenute in testi custoditi nella Biblioteca del Vaticano, gli "Altari della Scienza" pronti a sacrificare i quattro cardinali, l'antico "Cammino dell'illuminazione" che ancora è percorribile nonostante gli inevitabili cambiamenti urbanistici della città, Robert e Vittoria troveranno la quadra.

A capo di questo folle e sanguinoso piano, ci sarà proprio l'uomo che s'immola per salvare la cristianità e la città di Roma. 

In un continuo susseguirsi di colpi di scena, dove ogni Verità verrà messa in discussione per poi assurgere a nuova Verità da demolire, l'esplosione dell'antimateria farà luce. E non solo nei cieli sopra Città del Vaticano.

 

venerdì 22 novembre 2024

"Canta Carosone", a cura di Gino Castaldo e Antonio Tricomi

    





Canta Carosone è il titolo di questo libro, nel ventesimo anniversario dalla scomparsa del geniale cantante-pianista-compositore Renato Carosone

Il titolo, ça va sans dire, fa il verso all'onnipresente "Canta Napoli!" che il talentuoso imbonitore/pazzariello Gegè Di Giacomo faceva precedere a ogni pezzo.

Come risulta chiaramente dalle pagine dell'opera, la vita e la carriera dell'artista sono improntate alla più disarmante originalità. 

Per quanto riguarda la sua biografia, basti pensare alla decisione di Renato di arruolarsi volontario nel terzo battaglione granatieri di stanza in Africa. Qui conosce la ballerina veneta Italia Levidi, detta Lita, di cui s'innamora follemente nonostante (scandalo per l'epoca!) la sua condizione di ragazza madre. E Pino, il figlio di Lita di cinque anni, resterà il suo unico figlio. 

A Lita dedicherà l'intensa Maruzzella, la sua prima canzone di successo.

Come non menzionare poi, sempre in tema di originalità, la scelta improvvisa e folle per una certa logica commerciale, di abbandonare la carriera al culmine del successo discografico? E sì perchè l'artista napoletano, quando annuncia il ritiro dalle scene (settembre 1959) a soli 39 anni, è una star internazionale, con molti brani primi in classifica (l'arrembante Torero, ad esempio, rimane per due settimane in testa alle classifiche Usa ed è tradotta in ben dodici lingue).

E cosa vi è di originale nella carriera dell'artista dalle "mani staccate dal corpo"?

Innanzitutto le sue canzoni che sostituiscono l'imperante "malinconia da bastonate" (Erri De Luca) con la contaminazione tambureggiante e irriverente. Con alla base però, sempre una profonda conoscenza del pianoforte (a 14 anni sostiene e supera l'esame di V anno al Conservatorio di San Pietro a Majella) e una solida cultura musicale. Prova di questo assunto, è la geniale parodia di un pezzo strappacuore di Gino Latilla, piazzatosi a Sanremo al terzo posto. Ebbene, allo struggente refrain E la barca tornò sola, il virtuoso pianista aggiunge un rivoluzionario E a me che me ne importa declamato, manco a dirlo, dallo scenografico Gegè.

Un'altra prova della sua originalità professionale, è il fatto di essere stato un pecursore di quella che oggi si chiamerebbe "world music", con alle spalle una solida formazione classica (e il Pianofortissimo della maturità, vera summa di tecnica pianistica, è lì a dimostrarlo) quasi nascosta nella sua indole schiva e bonaria, lontana anni luce da certa napoletanità sguaiata da operetta.

Il libro infine raccoglie numerose testimonianze di artisti e amici (Renzo Arbore, Edoardo Bennato, Pino Daniele, Giovanni Block, Gigi D'Alessio, Enzo Avitabile, Stefano Bollani, Rosario Fiorello, etc.) che l'hanno conosciuto, hanno suonato con lui, o sono stati semplicemente ispirati e affascinati dalle sue canzoni immortali: tra le tante, Tu vuo' fà l'americano, 'O Sarracino, Pigliate 'na pastiglia, Caravan Petrol. Senza contare i tanti classici (Io mammeta e tu, Lazzarella, La donna riccia, Malafemmena) messi in repertorio ma rivisitati alla sua maniera; alla maniera cioè inconfondibile e sublime del maestro Carosone, la cui "mano destra è un cecchino, la sinistra è una farfalla dalle ali di piombo. La destra il week-end, la sinistra tutto il resto della settimana" (Joe Barbieri).

venerdì 15 novembre 2024

10 e non più di 10 #27

    


    @tutti

    E le irrilevanze ingolfano notifiche

    @tutti

    E il navigatore si fa divo

    @tutti

    E il vojeurismo s'incista nell'essere

    @tutti

    E il Super-Io si sublima 

    @tutti

    E il totalsocialismo pianta stendardi

venerdì 8 novembre 2024

"Poirot e la strage degli innocenti", di Agatha Christie (trad. Chiara Libero)

    



    Premessa: il titolo di questo libro, in realtà, è il titolo del film tratto dal libro Poirot e la strage degli innocenti (Hallowe'en Party).

    Siamo a una festa di Hallowen in una cittadina di provincia.     A casa della signora Drake, donna energica e autoritaria, vengono organizzati una serie di intrattenimenti per i giovani e giovanissimi invitati. 

    Al termine dell'ultimo gioco della serata, lo snapdragon (in un vassoio pieno di brandy in fiamme galleggiano tanti chicchi di uva sultanina che devono essere afferrati dai giocatori, evitando di scottarsi), i ragazzi si accingono ad andar via, quando vi è la macabra scoperta: in biblioteca, dov'era posizionata la bacinella per il gioco delle mele, la piccola Joyce viene trovata morta. Con la testa tra le mele. Affogata.

    Quando si parla di mele nei libri incentrati sulla figura di Poirot, si finisce per imbattersi, in un modo o nell'altro, nella generosa ed esuberante Ariadne Oliver golosa, per l'appunto, di mele. Amica dell'investigatore belga e giallista di successo, è proprio Ariadne che si rivolge a Poirot per scoprire l'assasino della giovanissima Joyce e il movente.

    Al Nostro non resta che partire dai pochi elementi in suo possesso, ottenuti anche grazie all'aiuto di una nostra vecchia conoscenza: il sovrintendente Spence, già incontrato in Fermate il boia.

    A conti fatti i dati su cui avviare l'indagine sono i seguenti: la vittima era invisa un po' a tutti; era una bugiarda matricolata; durante i preparativi della festa, Joyce aveva rivelato che qualche anno addietro aveva assistito a un omicidio.

    Poirot, allora, viene a conoscenza di una serie di avvenimenti che poi, una volta sapientamente collegati, non possono che portare alla soluzione del mistero: la vecchia signora Llewellyn-Smythe che improvvisamente muore e che, del tutto inopinatamente, lascia tutte le ragguardevoli sostanze alla ragazza au pair; quest'ultima che, dopo essere stata accusata di aver falsificato il testamento, scompare senza lasciare la benchè minima traccia di sè; il "giardino infossato" della signora Llewellyn-Smythe, vero e proprio capolavoro di botanica realizzato dal bellissimo Michael Garfield; la piccola Miranda, enigmatica e profonda come una dea dei boschi; un pozzo "mistico" che custodisce segreti...Ding dong, che puzzo! Il micio è dentro al pozzo.

    Qualche volta, la strada per la perfezione e il bello a ogni costo, è lastricata di morte.

    Come sempre, Hercule Poirot vincerà la sfida. Per nulla facile, in verità.