In
“Cecità” dell’immaginifico José Saramago, si racconta dell’improvvisa e
singolare cecità che colpisce un’intera cittadina. Gli amministratori locali,
allora, per evitare oltremodo il diffondersi del contagio, pensano bene di
internare i gruppi di ciechi in vari edifici.
Orbene,
l’epidemia in atto serve al premio Nobel portoghese per evidenziare
l’indifferenza e l’egoismo del genere umano con alcune, isolate eccezioni, come
la moglie del medico: ella, infatti, perfettamente sana, pur di restare accanto
al marito e di prendersene cura nell’edificio in cui questi è relegato, si
finge cieca.
Fuor di
metafora, anche l’impazzimento da Coronavirus paragonabile, almeno per ciò che
riguarda l’isteria mediatica, alla cecità di Saramago, ci è utile per mettere
in luce l’ingiustizia e l’inumanità di sistemi sanitarie e persone.
Osmel
Martinez Azcue, un uomo di Miami appena ritornato dalla Cina con sintomi
influenzali, ha avuto l’ardire di richiedere al Jackson Memorial Hospital un
tampone per il Coronavirus. Ebbene, tornato a casa, l’amara sorpresa: si è
visto recapitare una lettera a firma della sua compagnia di assicurazione che
gli chiedeva di sborsare ben 3.270 dollari.
È la
sanità americana, bellezza, un sistema, cioè, non universalistico, in gran
parte in mano ai privati, a cui ha accesso solo chi dispone di coperture assicurative
alte o chi può far fronte di per sé agli ingenti costi delle cure.
Poi ci
sono le persone. Come l’autista di un bus di Napoli che, avendo visto una
coppia cinese in attesa alla fermata, decide di tirare dritto e di lasciarli a
terra tra l’ilarità generale dei passeggeri.
L’epidemia
da Coronavirus, come nel romanzo “Cecità” di José Saramago, ci ha fornito anche
esempi, pure qui di persone e sistemi, stavolta estremamente positivi.
Il giovane
medico di Wuhan, Li Wenliang, che, dopo aver notato le analogie fra sette casi
clinici, ha lanciato per primo l’allarme sul Covid-19, pagando con la vita il
suo altruismo.
Per ciò
che attiene al sistema sanitario, invece, l’esempio felice è fin troppo
semplice, non foss’altro perché ce l’abbiamo proprio qui, sotto i nostri occhi:
la sanità pubblica italiana che, malgrado alcune lacune, sprechi, inefficienze,
nonostante la doppia velocità Nord-Sud, è ancora una delle più “giuste” del
mondo.
Sta a noi
vigilare per impedirne qualsiasi manomissione, soprattutto in chiave
privatistica.
A
proposito di “cecità”, quindi, teniamo gli occhi ben aperti sulla sanità
pubblica.
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