giovedì 5 marzo 2020

Saramago ai tempi del Coronavirus


In “Cecità” dell’immaginifico José Saramago, si racconta dell’improvvisa e singolare cecità che colpisce un’intera cittadina. Gli amministratori locali, allora, per evitare oltremodo il diffondersi del contagio, pensano bene di internare i gruppi di ciechi in vari edifici.
Orbene, l’epidemia in atto serve al premio Nobel portoghese per evidenziare l’indifferenza e l’egoismo del genere umano con alcune, isolate eccezioni, come la moglie del medico: ella, infatti, perfettamente sana, pur di restare accanto al marito e di prendersene cura nell’edificio in cui questi è relegato, si finge cieca.
Fuor di metafora, anche l’impazzimento da Coronavirus paragonabile, almeno per ciò che riguarda l’isteria mediatica, alla cecità di Saramago, ci è utile per mettere in luce l’ingiustizia e l’inumanità di sistemi sanitarie e persone.
Osmel Martinez Azcue, un uomo di Miami appena ritornato dalla Cina con sintomi influenzali, ha avuto l’ardire di richiedere al Jackson Memorial Hospital un tampone per il Coronavirus. Ebbene, tornato a casa, l’amara sorpresa: si è visto recapitare una lettera a firma della sua compagnia di assicurazione che gli chiedeva di sborsare ben 3.270 dollari.
È la sanità americana, bellezza, un sistema, cioè, non universalistico, in gran parte in mano ai privati, a cui ha accesso solo chi dispone di coperture assicurative alte o chi può far fronte di per sé agli ingenti costi delle cure.
Poi ci sono le persone. Come l’autista di un bus di Napoli che, avendo visto una coppia cinese in attesa alla fermata, decide di tirare dritto e di lasciarli a terra tra l’ilarità generale dei passeggeri.
L’epidemia da Coronavirus, come nel romanzo “Cecità” di José Saramago, ci ha fornito anche esempi, pure qui di persone e sistemi, stavolta estremamente positivi.
Il giovane medico di Wuhan, Li Wenliang, che, dopo aver notato le analogie fra sette casi clinici, ha lanciato per primo l’allarme sul Covid-19, pagando con la vita il suo altruismo.
Per ciò che attiene al sistema sanitario, invece, l’esempio felice è fin troppo semplice, non foss’altro perché ce l’abbiamo proprio qui, sotto i nostri occhi: la sanità pubblica italiana che, malgrado alcune lacune, sprechi, inefficienze, nonostante la doppia velocità Nord-Sud, è ancora una delle più “giuste” del mondo.
Sta a noi vigilare per impedirne qualsiasi manomissione, soprattutto in chiave privatistica.
A proposito di “cecità”, quindi, teniamo gli occhi ben aperti sulla sanità pubblica.




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