In questa terza parte della fortunata trilogia, la Ferrante si sofferma soprattutto su Elena, sulla sua affermazione sociale (sposa addirittura di un Airota) e professionale (il libro che vende bene nonostante qualche mugugno della intellighenzia).
Ma sono tempi di contestazione giovanile, di fermento politico, di sommovimenti sociali e ambientali. E poi c'è l'influsso barricadero dell'onnipresente Lila che, dopo la sindacalizzazione (più o meno consapevole) dell'azienda di Soccavo, continua nella sua spirale incessante di energizzazione del presente, "come se la necessità di faticare non coincidesse con la necessità di umiliarsi".
Sullo sfondo, gli enigmatici calcolatori che l'hanno fatta approdare nientedimeno che "alle dipendenze" dell'odiatissimo Michele Solara (solo la paga alta può giustificare questa apparente incoerenza?), il disinnamoramento nei confronti del suo Gennaro che si ostina a somigliare sempre di più a Stefano malgrado dovrebbe essere stato concepito con Nino, la rivincita verso l'ex marito che finisce addirittura a ricettare merce rubata per sbarcare il lunario.
La morte, però, furoreggia repentina tra i vicoli del quartiere e nelle diramazioni abitate dai personaggi del libro: il rampollo Soccavo vittima di una spedizione punitiva, il fascistissimo Gino che stavolta è stato lasciato solo dalle sue squadracce, addirittura la mammasantissima Manuela Solara il cui libro rosso, dove sono annotati i nomi dei "comprati" dal potentissimo clan, "è più importante del libro di Mao".
Ed è un'ennesima morte, anche questa volta violenta, che consente a Lila e a Lenuccia, proiettate improvvisamente nel presente della narrazione (2005), di riannodare le fila delle loro vicende: Gigliola infatti, simulacro slabbrato della bella donna che fu, è stata trovata uccisa innanzitutto dall'amore tossico di Michele Solara.
Da qui parte il racconto, ed è una storia di chi resta (Lila) e di chi fugge (Elena): Lila, all'interno del rione, ed Elena lontana, a Firenze.
Eppure chi resta continua a consumarsi nell'eterno fuoco eracliteo del cambiamento mentre chi fugge si porta inevitabilmente appresso l'immobilità tetragona ai colpi di ventura.
Tutto vero, almeno fino a quando non riappare Nino Sarratore.
Che viene invitato dal professore Airota, suo collega, a casa sua, nella casa che condivide con la moglie Elena e le due bambine.
Gli argini incominciano a vacillare, le paratie bestemmiano cedimenti.
L'ispirazione di un nuovo libro, la passione che non s'è mai sopita.
Colpo di scena, stavolta è Lila che deve assistere alla rivoluzione dell'amica del cuore nonostante l'abbia subito bollata col marchio infamante della perdizione.
Ferma un giro e attendi gli eventi, Lila Cerullo.
Sulle miserie del mondo, lì nell'azzurro delle rotte oniriche, un aereo viaggia, direzione Montpellier, sorretto da due mani strette e incuranti del mondo.
Rinascita o annientamento di ogni pretesa di felicità?
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