La vita, con le sue contraddizioni e i marosi delle alterne vicende, scaraventa il rione nel mondo e incista il mondo nel rione.
La doppia elica (Elena-Lila) che innerva l'universo dei nostri personaggi, si evolve, cambia, si deteriora per poi riprendersi lo spazio connaturato alla loro presenza o, perchè no, alla loro assenza. E sì perchè a volte la scomparsa, la "smarginatura" è più feconda di una sguaita rivendicazione di sè.
Ecco, Storia della bambina perduta è ancora più degli altri tre libri della Ferrante, l'opera dell'assenza.
Pasquale, l'ideal-brigatista che coerente fino alla fine con gli insegnamenti egualitari del padre, incamera anche i delitti che gli vengono attribuiti da chi ha una educazione troppo borghese per giocare a lungo a fare il rivoluzionario (Nadia). E la cui aura vindice alimenta del suo fantasma le pareti sbrecciate del rione.
La detentrice terribile del "libretto rosso", Manuela Solara, che viene freddata con modalità che assumono presto contorni leggendari. I suoi figli, Michele e Marcello, che dopo aver fatto il bello e il cattivo tempo e aver finito per annichilire qualsiasi anelito di riscatto, abbandonando il campo per mano violenta.
I due Rino, il fratello di Lila e il figlio, che si svenano nelle lusinghe della droga. E se il primo non riesce a liberarsense finendone stroncato in uno squallido vagone, l'altro, il figlio, ne esce a fatica, portandosi addosso per tutta la vita le stigmate di una vacuità ingombrante.
Pure le intelligenze vive, però, non sono al sicuro dalla fiumana delle sparizioni. Il brillante Nino Sarratore, il bellissimo Nino Sarratore, l'immaturo cronico Nino Sarratore, l'Onorevole Nino Sarratore, il corrotto Nino Sarratore, il "destrorso" Nino Sarratore, il disfatto (nel fisico e nell'eloquenza ampollosa) Nino Sarratore dell'ultima apparizione.
Anche la trasformazione può covare i germi della dissoluzione.
Poi c'è Elena, un compasso con un asta persa per il mondo, impegnata a fare e a disfare la sua rivoluzione, a imprigionare le esistenze del rione tra i caratteri di stampa, ma pur sempre legata all'asta che se ne sta ferma lì, piantata nel grumo di un microcosmo suo malgrado precursore di tutti i miasmi del Paese: Lila Cerullo, l'amica geniale.
Che tiene sotto scacco i Solara, che dà in pasto alla passione di Michele un Alfonso che diventa, anche fisicamente, la sua controfigura. E poi la creatrice di ricchezza pur non avendo alcuna arte, l'intelligenza acutissima che riesce addirittura a prescindere dall'erudizione, la donna che può permettersi di anticipare tutto e tutti perchè tutto prevede e ogni cosa assimila più e meglio degli altri.
Lila, la mamma infine che può rispondere a una sola maniera alla scomparsa della figlia Tina: scomparendo lei stessa, probabilmente in quel firmamento ammirato decenni prima a Ischia che fin da subito l'aveva atterrita. Troppa ricchezza di possibilità da poter essere appena intercettate da tutte le vite del mondo!
Sulla cassetta della posta di un Elena ormai anziana, che trova stonate perfino le pagine dei libri tanto amati, un fagotto di carta anonimo e sgualcito. All'interno Tina e Nu, rispettivamente la bambola di Lila e quella di Elena, ufficialmente perse (anche loro) nelle segrete oscure di don Achille.
Nessun commento:
Posta un commento