martedì 22 ottobre 2024

"Poirot non sbaglia" di Agatha Christie

Ebbene sì, anche il cerebrale investigatore belga, seduto com'è adesso sulla sedia del dentista, è in preda a una banale paura.

Ma si sa, quando un dente duole, sia che appartenga all'ultimo dei criminali sia, come in questo caso, all'infallibile Hercule Poirot, una puntatina dal dottor Morley è indispensabile.

Gabinetto medico affollato, stamattina. E nel via vai di clienti introdotti dallo smemorato Alfred, senza il prezioso aiuto della collaboratrice misteriosamente convocata da un telegramma al capezzale della zia (poi rivelatosi falso), il dottor Morley fa del suo meglio.

La morte, però, lo coglie improvvisa. La polizia, in seguito all'autopsia su un greco defunto anch'esso dopo essere stato visitato dal dentista, è certa: il dottor Morley si è ucciso per l'onta e il rimorso di aver sbagliato l'anestesia su di un paziente.

L'ispettore capo Japp gongola. Poirot, invece, diffida delle apparenze. Tanto più che tra i clienti del dentista, la mattina del fattaccio, c'era anche il potentissimo finanziere Alistair Blunt.

C'è qualche collegamento tra la presenza dell'influente uomo d'affari e il colpo di pistola sparatosi alle tempie dal dottore?

Tra una signora apparentemente vacua che improvvisamente scompare, un'altra a cui si è costretti a cambiare i connotati a colpi di calci e pugni; e ancora, tra giovani rivoluzionari che vorrebbero sovvertire lo status quo e servizi di controspionaggio, Poirot si sente, a un certo punto, smarrito.

La cosiddetta carta forzata, quella che il prestigiatore ti induce a scegliere per poi indovinarla e attribuirsene ogni merito, è continuamente gettata in pasto alle proverbiali celluline grigie del Nostro. Perchè?

Quando, invece, Poirot si deciderà a volare basso e a farsi guidare dal suo metodo induttivo che si è rivelato sempre vincente (tutto inizia, il giorno del delitto, dalla fibbia di una scarpa alquanto sgraziata), allora riuscirà a mettere in fila tutti i tasselli di un rompicapo a prima vista inspiegabile.

Alla fine, il dilemma: far condannare chi si sa, per altri versi, indispensabile all'agognata libertà inglese e lasciare libere delle teste calde apparentemente poco utili al benessere collettivo o, invece, seguire la propria coscienza?

"Non mi interesso alle nazioni (...)., ma agli individui. Di quel bene inestimabile che a loro appartiene, la vita, nessuno ha il diritto di privarli."

Il nostro magnifico Hercule, provato per l'ennesima indagine che stavolta, forse più delle altre volte, gli è costata davvero uno sforzo notevole, trova il tempo anche per un lascito morale

"Il mondo è vostro, ragazzi, quel mondo che voi volete nuovo. Cercate che in quel mondo nuovo vi sia posto per la libertà e per la pietà. Questo è tutto quello che vi chiedo."


Nessun commento:

Posta un commento