Le diottrie che mancano, la mia via di fuga.
Gli anni si sommano e le brutture, le ovvietà, le meschinerie si accumulano. E quando la misura è colma, mi tolgo gli occhiali.
Su un uomo banale, un palazzo orrendo, un comportamento indegno la mia miopia stende un velo di sfocata strafottenza. E di finzione.
Perfino l'attempata Conchita sopra di me, d'improvviso, si estenua in nervature adolescenziali.
Sul substrato ributtante della quotidianità, erigo un mondo finalmente accettabile.
Nessun commento:
Posta un commento