lunedì 21 ottobre 2024

"A cantare fu il cane", di Andrea Vitali

Nella via Manzoni di Bellano, un «Al ladro! Al Ladro!» squarcia la quiete della notte.

La presunta derubata sarebbe la signora Emerita Diachini e il ladro, manco a dirlo, quell'impiastro di Serafino Caiazzi.

L'indefessa guardia notturna Romeo Giudici, però, veglia sul sonno degli onesti cittadini: lo scontro (soprattutto fisico) è inevitabile. Ma tant'è, giustizia è fatta...?

Al maresciallo Maccadò la faccenda, comunque la si guardi, non lo persuade: il colpo sarebbe fuori dal profilo criminale del Caiazzi, null'altro che un ladro di polli quando il contadino è assente e il pollo in questione ha acconsentito a farsi rubare.

Poi ci sarebbe la circostanza che l'Emerita, la derubata, è in trepidante attesa di un marito che rinverdisce i fasti del Fascio in terra d'Africa oltrechè essere madre di un figlio, il Vinci, anche lui coinvolto in un certo modo in uno scontro fisico.

Intrecciato a questo furto dai contoni fumosi, ci sarebbe la faccenda del giovane Filippo Buonavigna che avrebbe fatto la fuitina con la conturbante Omosupe del circo Astra: un'escapologa etipope di una bellezza conturbante che nasconde un particolare che costituzionalmente non le dovrebbe appartenere. E, a questo proposito, spetterà all'appuntato Misfatti, che per poco non ci lascia le penne, venirne suo malgrado a conoscenza.

Ritorna, a grande richiesta, il maestro Fiorentino Crispini il quale, com'è suo solito, fa voli pindarici sulle colonne de La Provincia-Il Gagliardetto che rasentano la "diffusione di notizie false e tendeziose" minacciatagli dal maresciallo.

Una menzione d'onore merita la "piccola" Elena Civignola che, sentinella occhiuta dietro alle persiane del civico dirimpetto a quello agli onori della cronaca, darà una mano al Maccadò nel venire a capo di alcune cose della massima importanza.

Tra le maschere fisse del rutilante teatro del Vitali, immancabili sono le figure dell'arguto prevosto inscindibile, quest'ultima, da quella della terragna perpetua e all'altra dell'energica suora dell'ospedale di Bellano.

In questa commedia degli equivoci dove ciò che appare è sempre diverso da quello che in effetti è, campeggia il cane: un bastardino che con il suo abbaiare a chi non conosce e l'indifferenza verso gli habitueès della casa, svelerà l'assenza di ogni furto e, di converso, una tresca amorosa insospettata.

A proposito di svelamento, c'è ancora l'indovinello che il prevosto alla fine della messa grande ha posto ai bambini: "davanti a chi anche il Papa deve togliersi il cappello?". E la banda Maccadò, quattro figli maschi e il quinto (magari femmina?) ancora gelosamente custodito nella pancia di Maristella, lo vogliono fermamente risolvere. Non foss'altro che per accaparrarsi il libro illustrato promesso in premio dal prevosto a chi svelerà l'arcano.

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